Campagna 'banche armate': grave e indebita modifica della Relazione governativa 2008 sull'esportazione di armi



       COMUNICATO STAMPA

 

Campagna di pressione alle ‘banche armate’ segnala “la grave e indebita modifica della Relazione governativa 2008 sull’esportazione di armi”

 

18 giugno 2008

 

“Grave e indebita modifica della Relazione sull’esportazione di armi”. La segnalano in una lettera inviata alla Presidenza del Consiglio i direttori delle tre riviste promotrici della Campagna di pressione alle “banche armate”. I religiosi p. Alex Zanotelli (direttore di Mosaico di Pace), p. Nicola Colasuonno (Missione Oggi) e p. Franco Moretti (Nigrizia) chiedono alla Presidenza del Consiglio che “venga subito pubblicato e consegnato al Parlamento l’allegato che riporta le indicazioni delle singole operazioni autorizzate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze agli Istituti di Credito relative all’esportazione di armi italiane nel 2007”.

 

“Si tratta di un elenco (denominato “Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito”)  richiesto dalla legge 185 del 1990 che regolamenta la materia e necessario non solo per comprendere il valore monetario e la controparte estera delle singole operazioni autorizzate alle banche, ma anche per poter verificare la corrispondenza delle autorizzazioni rilasciate dal Dipartimento del Tesoro con quelle emesse dal Ministero degli Esteri” – commenta Giorgio Beretta, coordinatore nazionale della Campagna.

 

“Ma soprattutto – continua Rosa Siciliano di Mosaico di Pace – è un elenco importantissimo per la nostra campagna, per tutte le associazioni della società civile e per i singoli correntisti per poter verificare se le direttive e policy emanate negli ultimi anni da diverse e importanti banche italiane in relazione ai servizi d’appoggio al commercio di armi sono effettivamente attuate. Senza questo elenco di dettaglio sull’attività degli Istituti di credito, infatti, l’unica cosa che si può sapere dalla Relazione del Tesoro è l’ammontare complessivo del valore delle autorizzazioni rilasciate alle banche: un dato che, non specificando con quali Paesi hanno in corso operazioni relative all’esportazione di armi italiane, inevitabilmente le mette tutte sullo stesso piano, come banche corresponsabili del commercio di armi”.

 

“Crediamo perciò – specifica don Fabio Corazzina, coordinatore nazionale di Pax Christi – che le stesse banche italiane abbiano tutto l’interesse a veder certificato dalla Relazione governativa che quelle direttive restrittive che hanno emesso in questi anni sono effettivamente attuate: senza il riscontro della Relazione del Tesoro le loro policy restano infatti solo belle intenzioni”.

 

“Grazie a quell'elenco – riprende Beretta – negli anni scorsi abbiamo potuto ricavare informazioni importanti: come, ad esempio, che nel 2006 il pagamento per 8 elicotteri AW139 venduti dalla Agusta agli Emirati Arabi Uniti del valore complessivo di 66 milioni di euro era stato effettuato attraverso il Banco di Brescia (oggi UBI Banca), o che sempre nel 2006 la riscossione per la vendita di 4 elicotteri CH47C del valore di 58,9 milioni di euro era stata affidata dall'Agusta a Banca Intesa (oggi Intesa-Sanpaolo): gruppi che nei mesi successivi, nell’ambito delle loro politiche di responsabilità sociale d’impresa, hanno emanato direttive più restrittive (UBI Banca) o hanno deciso di sospendere definitivamente i servizi d’appoggio al commercio di armi (Intesa-SanPaolo), ma che oggi – venendo a mancare il riscontro ufficiale della Relazione – non possono veder certificata dal Ministero l’effettiva attuazione delle nuove direttive”.

 

La Relazione 2008 relativa alle operazioni di esportazione e importazione di armamenti del 2007 (Doc. LXVII) – sottolinea Raffaello Zordan di Nigrizia  è stata redatta dal Governo Prodi nei tempi previsti dalla legge (31 marzo 2008) ma, in considerazione dei tempi stretti di fine legislatura e delle elezioni, è stata consegnata al Senato il 6 maggio scorso, cioè qualche giorno dopo l'insediamento del nuovo governo. Singolarmente – fa notare Zordan – mentre il sito del Senato (in cui la Relazione cui è interamente disponibile) attribuisce la responsabilità della Relazione al Presidente del Consiglio Prodi (Prodi II), il testo cartaceo (e scaricabile online) riporta sull’intestazione il nome del Presidente Berlusconi”. (nota 1)

 

E, sebbene il precedente Governo Berlusconi nel 2005 avesse ufficialmente manifestato l’intenzione di rivedere proprio questa parte della Relazione – di competenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze –, la responsabilità delle recenti modifiche sembrerebbe essere attribuibile all’ultimo Governo Prodi a meno che non sia intervenuto qualcosa nella fase di passaggio tra i due governi – afferma il comunicato della Campagna.

 

“Una modifica comunque che ci appare inspiegabile – commenta Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della Rete Disarmo – e che ci ha sorpreso non certo positivamente in considerazione del fatto che –  come riportiamo in una lettera che la nostra Rete invierà oggi alla Presidenza del Consiglio – nella precedente Legislatura è stato iniziato un positivo confronto sui temi della trasparenza e del controllo del commercio di armamenti. Se ne è fatto carico l’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, on. Enrico Letta, che con il suo Ufficio si è impegnato a promuovere “una più puntuale e trasparente informazione” con le nostre associazioni proprio su questi temi. Un impegno documentato, tra l’altro, nel Rapporto della Presidenza del Consiglio (reso pubblico lo scorso 29 marzo (nota 2) a firma dell’allora presidente Prodi, e riportato e la pari pari nella Relazione consegnata a maggio al Senato a firma del presidente Berlusconi”.

 

In considerazione del confronto aperto nella precedente Legislatura tra le associazioni e gli Uffici competenti della Presidenza del Consiglio – confronto che la Campagna insieme con Rete Disarmo auspica di poter continuare anche con l’attuale Governo –, i direttori delle tre riviste ritengono che “seppur grave e ingiustificata”, la modifica apportata dalla Direzione del Tesoro alla relazione non sia stata “voluta e cosciente” ma che si tratti solo della “mancata trasmissione di una componente fondamentale della relazione da parte della Direzione in questione”.

 

Proprio per questo invitano la Presidenza del Consiglio a “far pervenire al Ministero compente la richiesta di pubblicare subito e di consegnare al Parlamento l’allegato che riporta le indicazioni delle singole operazioni autorizzate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze agli Istituti di Credito relative all’esportazione di armi italiane nel 2007 denominato “Riepilogo in dettaglio suddiviso per Istituti di Credito” e di renderlo presto disponibile sul sito del Senato insieme con l’intera Relazione”.

 

 

Note:

  1. Il testo della Relazione sull’esportazione di armi italiane (anno 2007) è scaricabile dal sito: http://www.senato.it/leg/16/BGT/Schede/docnonleg/15805.htm (DOC. LXVII, N. 1)
  2. Il testo del Rapporto annuale della Presidenza del Consiglio (anno 2007) è scaricabile dal sito: http://www.governo.it/Presidenza/UCPMA/rapporto_annuale.html

 

 

PER INFORMAZIONI SU QUESTO COMUNICATO E SULLA CAMPAGNA:


Giorgio Beretta
(coordinatore della Campagna di pressione alle “banche armate”)
Cell: 338-3041742  Email: berettagiorgio at gmail.com

Sito della Campagna: www.banchearmate.it

 

 

DOCUMENTAZIONE

 

Campagna di pressione alle “banche armate” è promossa da tre riviste del mondo cattolico, missionari e pacifista (Missione Oggi, Mosaico di pace e Nigrizia) attive fin dagli anni Ottanta nella promozione di una legge nazionale per il controllo del commercio di armi italiane (Legge 185/90).

 

Con l’entrata in vigore della Legge 185 del 1990 e per tutti gli anni Novanta, le tre riviste – in collaborazione con i principali Centri di ricerca italiani come l’Osservatorio sul Commercio di Armi (Os.C.Ar.) dell’Istituto di Ricerche economiche e sociali (Ires) della CGIL Toscana e con Archivio Disarmo di Roma – hanno costantemente monitorato l’applicazione della legge e l’esportazione di armamenti italiani e internazionali.

 

A partire dal gennaio del 2000 le tre riviste hanno promosso la Campagna di pressione alle “banche armate”  per favorire un controllo attivo dei cittadini sulle operazioni di finanziamento e appoggio delle banche al commercio delle armi e un ripensamento dei criteri di gestione dei risparmi. La Campagna ha quindi invitato le associazioni ed i correntisti ad interpellare i propri Istituti di credito in merito ai servizi offerti alla produzione e al commercio di armi chiedendo alle banche di definire e rendere pubbliche direttive restrittive e di sospendere questi servizi.

 

Dal 2000, la Campagna sta costantemente monitorando le direttive che gli Istituti di credito hanno emanato all’interno delle loro politiche di ‘responsabilità sociale e di impresa’ (CSR) per quanto concerne specificamente i servizi d’appoggio al commercio di armi. Tutta la documentazione al riguardo è rintracciabile sul sito ufficiale della campagna: www.banchearmate.it

 

La Campagna fa parte della Rete Italiana per il Disarmo (RID), un coordinamento di oltre trenta associazioni delle società civile italiana nato nel 2003 per favorire una continua collaborazione fra le organizzazioni che si occupano di monitorare la produzione e il commercio italiano e internazionale di armi in rapporto al rispetto dei diritti umani, alla pace e al disarmo. Il sito della Rete Disarmo è: www.disarmo.org

 

La Campagna fa parte della Rete ENAAT (European Network against Arms Trade), un network di campagne e associazioni di numerosi Paesi europei che promuove un interscambio di informazioni e di azioni per il controllo nei propri paesi e a livello europeo e internazionale del commercio di armi e dell’attività degli Istituti di credito ad esso connesso. Il sito di ENAAT è: www.enaat.org

 

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