IMPERDIBILE IL 3 DICEMBRE A GORIZIA - KULTURNI DOM, SPETTACOLO TEATRALE SU DANILO DOLCI



Carissime/i,

sono con la presente a segnalarvi lo splendido spettacolo teatrale "E'
vietato digiunare in spiaggia - Ritratto di Danilo Dolci", messo in scena
dal "Teatro della Cooperativa" di Milano e programmato per lunedì 3
dicembre p.v., al Kulturni Dom, alle ore 21.00.

L'ingresso è gratuito e nel ruolo dell'avvocato Piero Calamandrei,
difensore di Danilo Dolci nell'ignobile processo che ebbe a subire, vi sarà
il procuratore generale della Corte dei Conti del FVG, avv. Giovanni De
Luca.

Alla luce dell'altissimo significato civile della celeberrima, bellissima
requisitoria, ed al suo valore tout court di educazione sociale, è
auspicabile che a tale evento vi sia una numerosa partecipazione di
pubblico, soprattutto di giovani.

Vi invito a partecipare all'iniziativa, diramando il presente invito a
chiunque possa essere interessato.

Cordiali saluti.

Mandi!

Paolo Zuliani

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COMUNICATO

Gentilissimi,

allego il comunicato relativo allo spettacolo "E' vietato
digiunare in spiaggia" Ritratto di Danilo Dolci che verrà portato in
scena lunedì 3 dicembre alle ore 21 al Kulturni Dom di Gorizia dal
"Teatro della Cooperativa" di Milano, organizzato dalla Provincia di
Gorizia - Assessorato alla Pace, in collaborazione con
l'Assessorato alle Politiche di Pace e Legalità della Provincia di
Trieste. Lo spettacolo, che ha debuttato in prima nazionale il 16
ottobre al Teatro Valle di Roma, vedrà la partecipazione straordinaria
di Giovanni De Luca, Procuratore Regionale della Corte dei Conti del
Friuli Venezia Giulia.
Si prega di darne notizia.
Cordiali saluti.

Eleonora Sartori
Agenzia Focus, Gorizia
Addetta stampa
"Un Mese di Pace"

E' VIETATO DIGIUNARE IN SPIAGGIA
Ritratto di Danilo Dolci

testo Renato Sarti, Franco Però
con Paolo Triestino
regia Franco Però
e con Alessio Bonaffini, Diego Gueci, Renzo Pagliaroto, Domenico
Pugliares, Francesco Vitale

scene e costumi Andrea Viotti
musiche J.S. Bach, Antonio Di Pofi

LA PIÈCE DEDICATA ALLA CARISMATICA FIGURA DI DANILO DOLCI VEDRÀ LA
PARTECIPAZIONE STRAORDINARIA DI GIOVANNI DE LUCA, PROCURATORE
REGIONALE DELLA CORTE DEI CONTI

Gorizia, 27 novembre 2007 - Appuntamento imperdibile lunedì 3 dicembre
alle 21 al Kulturni Dom di Gorizia: il "Teatro della Cooperativa" di
Milano, in collaborazione con l'Assessorato alle Politiche di Pace e
Legalità della Provincia di Trieste, presenta lo spettacolo "E'
vietato digiunare in spiaggia" Ritratto di Danilo Dolci, un testo di
Renato Sarti e Franco Però con la regia di Franco Però che ha
debuttato in prima nazionale il 16 ottobre al Teatro Valle di Roma
(ingresso libero).

L'iniziativa è inserita all'interno della rassegna "Un Mese di Pace",
promossa dalla Provincia di Gorizia, assessorato alla Pace, con la
collaborazione del Crelp, dell'Associazione Alce, del Cvcs,
dell'Associazione Arti Visive e di vari sodalizi locali.

Anche se nella sua vita Dolci è stato sociologo, pedagogo, poeta,
narratore, animatore delle lotte per i diritti civili e pacifista e si
è occupato dei problemi della fame, dell'acqua, e della mafia in
Sicilia e della comunicazione di massa, "È vietato digiunare in
spiaggia" tratta soprattutto del famoso processo che Dolci subì per
aver organizzato lo sciopero alla rovescia il 2 febbraio 1956, quando
con un gruppo di disoccupati ripristinò gratuitamente una strada
pubblica di campagna per dimostrare la volontà di lavorare dei
"banditi" (così venivano chiamati i disperati che rubavano per fame),
al grido di "Nessuno potrà impedirci di lavorare, insieme,
disciplinati".

Per protestare contro la disoccupazione e la miseria, invece di
incrociare le braccia o assaltare sedi padronali o istituzionali, era
intenzione dei manifestanti protestare in modo assolutamente pacifico,
sistemando una vecchia strada impraticabile.

L'azione non violenta non fu portata a termine per l'intervento delle
forze dell'ordine. Dolci fu incarcerato e processato e, nonostante la
presenza nel collegio di difesa di uno dei padri della nostra
Costituzione Repubblicana, Piero Calamandrei, la cui arringa
appassionata si amplificò ben oltre le mura del tribunale palermitano,
egli fu condannato assieme ai suoi compagni. Un paradosso, che si fa
teatro, capace di evocare l'Italia lacerata di quei tempi.

La ricostruzione del processo e della realtà in cui si svolsero i
fatti scorre alternando poesie di Dolci, filastrocche dei cantastorie,
arringhe degli avvocati e requisitorie del Pubblico Ministero
(raffinati esempi dell'arte oratoria), pregnanti testimonianze dei
contadini di Partinico, siparietti brechtiani che ricordano la tecnica
recitativa straniata dei Pupi siciliani.

Sul palco, da una parte cinque attori che di volta in volta danno voce
ai poveri, agli avvocati, al pubblico ministero, agli onorevoli che,
dopo l'arresto di Dolci, infiammarono la Camera e il Senato con
vibranti interpellanze parlamentari, dall'altra un attore, Paolo
Triestino, nella figura di Dolci, che ascolta, comprende, traduce in
lotta non violenta e amplifica a livello nazionale le tragedie della
Sicilia affamata e violenta degli Anni Cinquanta.

Lo spettacolo raggiunge il climax nel processo istruito per lo
sciopero del '56. L'intensa arringa, pronunciata da Pietro Calamandrei
qualche mese prima di morire si compone di dodici minuti tesi e
suggestivi, con riferimento all'articolo 4 della Costituzione e
all'Antigone.

Al centro della scena c'è il Danilo Dolci poeta e idealista, il
combattente con le armi della parola, quella forte, vicina a quella di
un altro siciliano, che pure viene ricordato in scena, Elio Vittorini,
lo scrittore rivoluzionario che "riesce a porre attraverso la sua
opera esigenze rivoluzionarie diverse da quelle che la politica pone;
esigenze interne, segrete, recondite dell'uomo che egli soltanto sa
scorgere nell'uomo".

Danilo Dolci è stata una personalità riconosciuta a livello
internazionale, più volte proposta al premio Nobel per la Pace - e
vincitrice di quello che era suo omologo nei paesi dell'Est: il premio
Lenin - . Una persona quasi del tutto cancellata dalla memoria
collettiva, ma che "sarebbe più noto di quello che è - come affermò il
sociologo tedesco Erich Fromm - se la maggioranza degli individui non
fosse così cieca davanti alla vera grandezza".






IN DIFESA DI DANILO DOLCI
Piero  Calamandrei

Arringa pronunciata il 30 marzo 1956  dinanzi al Tribunale penale di Palermo.

Danilo Dolci era stato arrestato il 2 febbraio 1956 per aver promosso e
capeggiato, insieme con alcuni suoi compagni, una manifestazione di
protesta contro le  autorità che non avevano provveduto a dar lavoro ai
disoccupati della zona: la  manifestazione era consistita nell'indurre un
certo numero di questi disoccupati a  iniziare lavori di sterramento e di
assestamento in una vecchia strada comunale  abbandonata, detta "trazzera
vecchia", nei pressi di Trappeto (provincia di  Palermo), allo scopo di
dimostrare che non mancavano né la volontà di lavorare né opere
socialmente utili da intraprendere in beneficio della comunità. I
principali capi di  accusa riguardavano la violazione degli articoli 341
(oltraggio a pubblico ufficiale), 415  (istigazione a disobbedire alle
leggi), 633 (invasione di terreni) del Codice penale.