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G8, De Gennaro e Mortola
- Subject: G8, De Gennaro e Mortola
- From: "Enrica Bartesaghi" <bartesaghie at tele2.it>
- Date: Sun, 25 Nov 2007 22:52:04 +0100
G8:DE GENNARO IMPUTATO PER FALSA TESTIMONIANZA QUESTORE/ANSA COINVOLTO ANCHE SPARTACO MORTOLA, EX CAPO DELLA DIGOS DI GENOVA (di Paola Mattarana) (ANSA) - GENOVA, 25 NOV - «Noi non abbiamo ricevuto ancora nulla. Ma si sa che ormai le notizie si leggono prima sui giornali»: commenta l'avv. Franco Coppi, difensore di Gianni De Gennaro, all' epoca del G8 capo della polizia, alla notizia dell'avviso di fine indagini preliminari per il suo assistito, accusato dalla procura di Genova di istigazione alla falsa testimonianza dell' ex questore di Genova Francesco Colucci. Oltre a De Gennaro, destinatari dell' avviso sono lo stesso ex questore di Genova Colucci, imputato di falsa testimonianza per le dichiarazioni rese in aula il 3 maggio scorso, sentito come teste nel processo per i fatti della Diaz, e, a sorpresa, anche Spartaco Mortola, all'epoca del G8 capo della Digos di Genova. Mortola deve rispondere della stessa accusa di De Gennaro. A firmare l' avviso di fine indagini sono stati il procuratore aggiunto Mario Morisani e i sostituti Francesco Cardona Albini, Vittorio Ranieri Miniati, Patrizia Petruzziello e Enrico Zucca. «Per De Gennaro il fatto è aggravato - contestano i pubblici ministeri - per aver determinato a commettere il reato persona a lui sottoposta e con abuso della funzione pubblica esercitata quale direttore generale del Dipartimento della pubblica sicurezza». De Gennaro e gli altri imputati hanno ora venti giorni di tempo per decidere se farsi interrogare di nuovo dai pubblici ministeri o presentare una memoria difensiva. Poi nei loro confronti scatterà la richiesta di rinvio a giudizio. L'inchiesta ha preso avvio da intercettazioni telefoniche fatte a Mortola, indagato in un procedimento connesso: la sparizione dalla questura di Genova delle due bottiglie molotov, usate dalla polizia come false prove a carico dei no global arrestati la notte dell' irruzione nella scuola Diaz. In questo filone d'inchiesta, che procede nella massima segretezza, ci sarebbero, oltre a Mortola, altri poliziotti indagati. Nelle intercettazioni ci sono quattro telefonate intercorse tra Mortola e Colucci in cui l'ex questore avrebbe detto a Mortola di aver ricevuto dal «capo» pressioni a fare marcia indietro o almeno a rendere più omogenee le sue dichiarazioni con quelle rese da De Gennaro nel corso degli interrogatori con i pubblici ministeri. Il dettaglio su cui De Gennaro voleva che Colucci cambiasse la sua deposizione è su chi aveva inviato Roberto Sgalla, direttore dell' ufficio pubbliche relazioni del dipartimento di polizia, sul posto la notte dell' irruzione nella scuola Diaz. Colucci perciò in aula corresse la sua versione precedente dicendo di aver inviato Sgalla di sua iniziativa, e non il capo della polizia. Mortola invece, già imputato nel processo Diaz per falso e calunnia, parlando con Colucci, prima della deposizione dell' ex questore al processo Diaz, «forniva - è scritto nell'avviso di fine indagini - allo stesso Colucci informazioni ed indicazioni su circostanze oggetto della futura deposizione, chiaramente non appartenenti al ricordo o alla conoscenza diretta del teste, in particolare inerenti le informazioni attinte la sera dei fatti circa la presenza di persone nel complesso scolastico Diaz-Pertini facenti capo al Genoa Social Forum, ovvero le modalità di esecuzione dell'operazione e fra queste l'intervento delle forze di polizia, avvenuto anche nell' edificio Diaz-Pascoli, sede del GSF e asseritamente non oggetto di perquisizione». Il difensore di Mortola, avv. Piergiovanni Iunca, dopo aver confermato la notifica dell'avviso di conclusioni indagini, ha commentato: «Non vedo proprio come Mortola abbia contribuito alla presunta falsa testimonianza di Colucci». Ancora in attesa della notifica è invece anche l'ex questore Colucci, come ha rivelato l'avv. Maurizio Mascia, suo difensore. (ANSA). repubblica genova G8, De Gennaro verso il rinvio a giudizio Genova: l´ex capo della Polizia coinvolto nella vicenda della Diaz In queste ore si consegnano a indagati e difensori gli atti di fine inchiesta MARCO PREVE GENOVA - I suoi avvocati, il romano Franco Coppi e il genovese Carlo Biondi, negli ultimi mesi li si era visti frequentare con assiduità il nono piano di palazzo di giustizia. Ma nonostante incontri e discussioni con i capi della procura, sembra difficile che i due legali riescano ad impedire che su Gianni De Gennaro, ex capo della polizia italiana e oggi capo gabinetto del ministro dell´Interno Giuliano Amato, si abbatta l´onta di una richiesta di rinvio a giudizio. In queste ore sono, infatti, in fase di notifica i cosiddetti Acip, ovvero gli atti con cui si avvisano gli indagati e i loro difensori, che si sono concluse le indagini e possono prendere visioni degli atti. Sembra inoltre che nella vicenda possa essere coinvolta una terza persona, forse un altro poliziotto, di cui fino ad oggi non si era ancora saputo nulla. L´inchiesta che coinvolge De Gennaro nasce dal processo per l´irruzione alla Diaz, la scuola dormitorio del G8 del luglio 2001. Nel corso di un´udienza in cui venne chiamato come testimone l´ex questore del capoluogo ligure Francesco Colucci, rilasciò una serie di dichiarazioni per le quali, la procura, chiese l´iscrizione al registro degli indagati per falsa testimonianza. Per il reato di istigazione alla falsa testimonianza fu invece indagato De Gennaro. Nel corso di una conversazione tra Colucci ed un collega, intercettata durante altre indagini, l´ex questore si sarebbe compiaciuto per aver soddisfatto il "capo". Interrogato a luglio, De Gennaro ha spiegato che Colucci potrebbe aver equivocato quella che era solo una chiacchierata sulla vicenda Diaz. La spiegazione non avrebbe però convinto i pm Enrico Zucca e Francesco Cardona Albini, e con loro il procuratore aggiunto Mario Morisani. In realtà, si era profilata, ad un certo punto, una possibile via d´uscita. Se Colucci avesse chiesto di poter nuovamente testimoniare per ritrattare le dichiarazioni false, la legge gli avrebbe offerto l´automatica estinzione del reato. A quel punto, anche per De Gennaro sarebbe stato più semplice uscire di scena senza danni. Eventualità per altro non del tutto accantonata visto che il processo Diaz è ancora in corso. Colucci, ai primi di maggio, chiamato a deporre come teste contro 29 poliziotti accusati di falso, lesioni e calunnia, ribaltò una sua precedente ricostruzione dei fatti, raccontando che la notte dell´irruzione nella scuola dormitorio non fu De Gennaro a chiedere di allertare l´addetto stampa Roberto Sgalla, bensì fu una sua iniziativa spontanea. Ma se De Gennaro vede avvicinarsi il rischio del processo, per tutti i suoi fedelissimi, il disastro del G8 e le imputazioni per la Diaz (entro la metà del 2008 la sentenza) non hanno comportato effetti collaterali. Anzi. E´ di due giorni fa la promozione di Giovanni Luperi, ex vicedirettore dell´Ucigos, a capo del Dipartimento analisi dell´Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), l´ex Sisde. Francesco Gratteri, nel 2001 capo dello Sco, oggi è al vertice del Dipartimento Centrale Anticrimine. Nomine, tra le tante, che hanno sollevato dure critiche specie dall´estrema sinistra. Proprio nei confronti di Gratteri poi, ha annunciato un´interrogazione Graziella Mascia di Rifondazione Comunista. Il caso è quello di un´ispettrice in servizio allo Sco e in passato in forze alla questura di Bari, la cui presenza in aula durante diverse udienze del processo Diaz ha sollevato alcuni interrogativi in merito al suo possibile incarico.
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