Comunicato stampa "Un Mese di Pace"



Gentilissimi,
si allega il comunicato stampa relativo all'incontro ""Da Nairobi
all'Europa", che si è svolto ieri, giovedì 15 novembre, alle 17.30
nella sala Delbianco della biblioteca comunale di Staranzano.
L'iniziativa fa parte della rassegna "Un Mese di Pace" promossa dalla
Provincia di Gorizia, assessorato alla Pace.
Cordiali saluti.

Eleonora Sartori
Agenzia Focus Gorizia
Addetto slle tampa
"Un Mese di Pace"


"DA NAIROBI ALL'EUROPA": RICCARDO DELLO SBARBA RACCONTA A STARANZANO
LA SUA ESPERIENZA AFRICANA


Staranzano, 15 novembre 2007 - Dopo anni di cooperazione, aiuti e
interventi, l'Africa è ancora un continente schiacciato dalle
contraddizioni. Che cosa ci sfugge? Questa è la domanda alla quale
cerca di rispondere il documentario "Sentieri Africani" Un reportage
oltre il forum sociale mondiale di Andrea Pizzini e Patrick Kofler: 35
minuti che non hanno la pretesa di fornire una ricetta precostituita
per le tragedie dell'Africa, ma si limitano a ridestare la coscienza
assopita degli "occidentali" con semplici spunti di riflessione.

Lo scorso gennaio centinaia di Ong e migliaia di cittadini hanno
aderito al Forum sociale mondiale di Nairobi per discutere dei
problemi del pianeta. Tra questi c'erano anche Riccardo Dello Sbarba,
Presidente del Consiglio provinciale della Provincia autonoma di
Bolzano, ed il team di filmmakers Helios di Bressanone, un'agenzia di
comunicazione audiovisiva specializzata in tematiche ecologiche e
sociali.

E' stato proprio Riccardo Dello Sbarba in persona a raccontare la sua
esperienza a Nairobi e nella baraccopoli di Korogocho giovedì
pomeriggio nella sala Delbianco della biblioteca comunale di
Staranzano in occasione di un pubblico incontro, inserito all'interno
della rassegna "Un Mese di Pace", a cui ha preso parte anche
l'assessore provinciale agli Affari internazionali e alla Pace Marco
Marincic. Un'esperienza che ha potuto beneficiare di un'eco importante
proprio grazie al documentario (finanziato col fondo di spese
riservate al Presidente del Consiglio provinciale e co-prodotto
assieme al Coordinamento degli Enti Locali per la Pace e i diritti
umani di Perugia) e al diario scritto dallo stesso Dello Sbarba e poi
tradotto in tedesco.

L'obiettivo è quello di accrescere nella popolazione la sensibilità
per una società centrata sulla dignità dell'individuo e sulla
democrazia, sul un rapporto equo e paritario tra Nord e Sud del mondo,
sulla salvaguardia dell'ambiente, sulla lotta alle guerre e alla
povertà, sulla ricerca di alternative possibili e sostenibili.

"Un altro mondo è possibile" è il motto che ha accompagnato il World
Social Forum di Nairobi, una grande occasione per gli africani e per
l'Africa per dare voce alla propria sete di riscatto e di giustizia.
Ma, soprattutto, «una grande occasione per tutti noi occidentali,
minoranza privilegiata del globo, per convertirci a un modo di vivere
che lasci spazio anche al resto della popolazione mondiale, cui finora
abbiamo lasciato le briciole» - ha dichiarato Dello Sbarba -. «E'
finito il tempo in cui noi "ricchi" andavamo in Africa per insegnare.
Oggi siamo noi a dover imparare quanto la povertà del mondo sia anche
responsabilità nostra, di noi 20% ricco dell'umanità che consumiamo
l'80% delle risorse del pianeta. Dobbiamo convertirci a un modo di
vivere rispettoso dell'ambiente e degli altri esseri viventi, che
lasci al resto della popolazione mondiale lo spazio che le spetta».

Dello stesso parare è l'economista keniota James Shikwati intervistato
da Andrea Pizzini e Patrick Kofler all'interno del documentario: «La
cooperazione ha obiettivi buoni e giusti, porta politiche nuove
all'Africa, ma di fatto frena lo sviluppo reale del paese. Nel
momento, infatti, in cui i soldi arrivano da organizzazioni europee o
italiane, si vanno a interporre tra popolazione e politici. In questo
modo si crea una disconnessione tra classe dirigente e società. Non
solo: in questo modo i politici possono fare ciò che vogliono e il
bene del popolo cessa di essere una priorità. Contemporaneamente, i
referenti della gente, su cui fare pressioni e fare valere le proprie
necessità e i propri diritti, cessano di essere i politici».