Presto una delegazione a Gaza




GAZA VIVRA’

Appello per la fine di un embargo genocida



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SIAMO A QUOTA 2.348



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La lista è aggiornata a martedì 13 novembre.

La raccolta continua: diamoci da fare!





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LA CAMPAGNA CONTINUA

Presto una delegazione a Gaza



Si è tenuta domenica scorsa, a Firenze, l’assemblea convocata per decidere
le prossime tappe della campagna per Gaza.

In primo luogo si è preso atto del successo dell’appello e della raccolta
di firme che continua. Certo, questa è ben poca cosa rispetto alla
drammaticità di un embargo che ogni giorno miete vittime falciate dalla
mancanza di medicine, quando non direttamente dalle pallottole israeliane.

Ma è quel poco che consente oggi la putrida situazione del nostro paese, un
poco che può fare la differenza rispetto al niente del dilagante
disinteresse.

E’ comunque un “poco” assai apprezzato a Gaza, da dove siamo stati invitati
ad inviare una delegazione onde poter svolgere incontri politici e con
organizzazioni umanitarie al fine di promuovere nuove iniziative tese a
contrastare l’embargo ed i suoi effetti sulla popolazione.

L’assemblea ha accolto questo invito, decidendo di lavorare alla
costruzione di una delegazione rappresentativa dell’insieme dei firmatari
dell’appello da inviare a Gaza nel periodo natalizio.

E’ questa un’iniziativa politicamente forte, tesa a portare la solidarietà
di quella parte del popolo italiano che non si è fatta ammutolire dal
silenzio dei media sulla tragedia di Gaza.

Al ritorno di questa delegazione, e sulla base delle risultanze
dell’attività svolta, fisseremo un grande incontro nazionale, da tenersi a
febbraio a Firenze.

L’assemblea ha infine ribadito la necessità di continuare a battersi contro
l’accordo di cooperazione militare Italia-Israele e contro la decisione di
considerare Hamas un’organizzazione terroristica.

  

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GAZA VIVRA’

Appello per la fine di un embargo genocida



Nel 1996, votando massicciamente al-Fatah, i palestinesi espressero la
speranza di una pace giusta con Israele. Questa speranza venne però uccisa
sul nascere dalla sistematica violazione israeliana degli accordi. Essi
prevedevano che entro il 1999 Israele avrebbe dovuto ritirare le truppe e
smantellare gli insediamenti coloniali dal 90% dei Territori occupati.

Giunto al potere dopo la sua provocatoria «passeggiata» nella spianata di
Gerusalemme, Sharon congelò il ritiro dell’esercito e accrebbe gli
insediamenti coloniali — ovvero città razzialmente segreganti i cui
abitanti, armati fino ai denti, agiscono come milizie ausiliarie di Tsahal.
Come se non bastasse, violando anche stavolta le risoluzioni O.N.U., diede
inizio alla edificazione di un imponente «Muro di sicurezza» la cui
costruzione ha implicato l’annessione manu militari di un ulteriore 7% di
terra palestinese.

Nel tentativo di schiacciare la seconda Intifada, Israele travolse
l’Autorità Nazionale Palestinese e mise a ferro e fuoco i Territori.
Migliaia i palestinesi uccisi o feriti dalle incursioni, decine di migliaia
quelli rastrellati e arrestati senza alcun processo. Migliaia le case rase
al suolo. Decine i dirigenti ammazzati con le cosiddette «operazioni
mirate». Lo stesso presidente Arafat, una volta dichiarato «terrorista»,
venne intrappolato nel palazzo presidenziale della Mukata, poi bombardato e
ridotto ad un cumulo di macerie.



Evidenti sono dunque le ragioni per cui Hamas (nel frattempo iscritta da
U.S.A. e U.E. nella black list dei movimenti terroristici) ottenne nel
gennaio 2006 una straripante vittoria elettorale. Prima ancora che una
protesta contro la corruzione endemica tra le file di al-Fatah, i
palestinesi gridarono al mondo che non si poteva chiedere loro una «pace»
umiliante, imposta col piombo e suggellata col proprio sangue.

Invece di ascoltare questo grido di aiuto del popolo palestinese, le
potenze occidentali decisero di castigarlo decretando un embargo totale
contro la Cisgiordania e Gaza. Seguendo ancora una volta Israele (che
immediatamente dopo la vittoria elettorale di Hamas aveva bloccato
unilateralmente i trasferimenti dei proventi di imposte e dazi di cui le
Autorità palestinesi erano i legittimi titolari), U.S.A. e U.E. congelarono
il flusso di aiuti finanziari causando una vera e propria catastrofe
umanitaria, ciò allo scopo di costringere un intero popolo a piegare la
schiena e ad abbandonare la resistenza.

Questa politica, proprio come speravano i suoi architetti, ha dato poi il
suo frutto più amaro: una fratricida battaglia nel campo palestinese.
Coloro che avevano perso le elezioni, con lo sfacciato appoggio di Israele
e dei suoi alleati occidentali, hanno rovesciato il governo
democraticamente eletto per rimpiazzarlo con un altro abusivo. Hanno poi
scatenato, in combutta con le autorità sioniste, la caccia ai loro
avversari, annunciando l’illegalizzazione di Hamas col pretesto di una
nuova legge per cui solo chi riconosce Israele potrà presentarsi alle
elezioni. USA ed UE, una volta giustificato il golpe, sono giunte in
soccorso di questo governo illegittimo abolendo le sanzioni verso le zone
da esso controllate, e mantenendole invece per Gaza.


Un milione e mezzo di esseri umani restano dunque sotto assedio,
accerchiati dal filo spinato, senza possibilità né di uscire né di entrare.
Come nei campi di concentramento nazisti essi sopravvivono in condizioni
miserabili, senza cibo né acqua, senza elettricità né servizi sanitari
essenziali. Come se non bastasse l’esercito israeliano continua a
martellare Gaza con bombardamenti e incursioni terrestri pressoché
quotidiani in cui periscono quasi sempre cittadini inermi.


Una parola soltanto può descrivere questo macello: genocidio!



Una mobilitazione immediata è necessaria affinché venga posto fine a questa
tragedia.



Ci rivolgiamo al governo Prodi affinché:


1. Rompa l’embargo contro Gaza cessando di appoggiare la politica di due
pesi e due misure per cui chi sostiene al-Fatah mangia e chi sta con Hamas
crepa;


2. si faccia carico in tutte le sedi internazionali sia dell’urgenza di
aiutare la popolazione assediata sia di quella di porre fine all’assedio
militare di Gaza;


3. annulli la decisione del governo Berlusconi di considerare Hamas
un’organizzazione terrorista riconoscendola invece quale parte integrante
del popolo palestinese;


4. cancelli il Trattato di cooperazione con Israele sottoscritto dal
precedente governo.




PRIMI FIRMATARI

-      Gianni Vattimo – Filosofo ed ex parlamentare europeo  
-      Danilo Zolo – Università di Firenze
-      Margherita Hack – Astrofisica
-      Edoardo Sanguineti – Poeta, Università di Genova
-      Gilad Atzmon – Musicista
-      Franco Cardini – Università di Firenze  
-      Mara De Paulis – Scrittrice, Premio Calvino
-      Lucio Manisco – Giornalista, già parlamentare europeo
-      Costanzo Preve – Filosofo, Torino
-      Giulio Girardi – Filosofo e teologo della Liberazione   
-      Giovanni Franzoni – Comunità Cristiane di Base  
-      Domenico Losurdo – Università di Urbino
-      Marino Badiale – Università di Torino  
-      Aldo Bernardini – Università di Teramo  
-      Piero Fumarola – Università di Lecce
-      Giovanni Bacciardi – Università di Firenze
-      Giovanni Invitto – Università di Lecce
-      Alessandra Persichetti – Università di Siena  
-      Bruno Antonio Bellerate – Università Roma tre
-      Rodolfo Calpini – Università La Sapienza, Roma
-      Ferruccio Andolfi – Università di Parma
-      Roberto Giammanco – Scrittore e americanista  
-      Gianfranco La Grassa – Economista  
-      M. Alighiero Manacorda – Storico dell’educazione
-      Alessandra Kersevan – Ricercatrice storica, Udine
-      Nuccia Pelazza – Insegnante, Milano  
-      Stefania Campetti - Archeologa
-      Carlo Oliva – Pubblicista  
-      Gabriella Solaro – Ist. Naz. Storia del Movimento di Liberazione in
Italia
-      Giuseppe Zambon – Editore
-      Bruno Caruso – Pittore
-      Vainer Burani – Avvocato, Reggio Emilia  
-      Ugo Giannangeli – Avvocato, Milano
-      Giuseppe Pelazza – Avvocato, Milano
-      Hamza Roberto Piccardo – Direttore www.islam-online.it
-      Nella Ginatempo, Movimento contro la guerra, Roma
-      Mary Rizzo – blog Peacepalestine
-      Tusio De Iuliis – Presidente Associazione “Aiutiamoli a Vivere”
-      Cesare Allara – Com. Sol. Palestina, Torino
-      Angela Lano – Giornalista Infopal, www.infopal.it
-      Umar Andrea Lazzaro – Collettivo www.islam-online.it, Genova
-      Marco Ferrando – Partito Comunista dei Lavoratori
-      Leonardo Mazzei – Portavoce Comitati Iraq Libero
-      Mara Malavenda – Slai Cobas, Napoli
-      Moreno Pasquinelli – Campo Antimperialista  
-      Marco Riformetti – Laboratorio Marxista
-      Maria Ingrosso – Colletivo Iqbal Masih, Lecce
-      Antonio Colazzo – L.u.p.o. Osimo (Ancona)
-      Gian Marco Martignoni – Segreteria provinciale Cgil, Varese
-      Luciano Giannoni – Consigliere provinciale Prc Livorno  
-      Dacia Valent – ex Eurodeputata, dirigente dell’Islamic
Anti-Defamation League
-      Pietro Vangeli – Segretario nazionale Partito dei Carc
-      Ascanio Bernardeschi – Prc Volterra (PI)  
-      Fabio Faina – Capogruppo Pdci al Consiglio comunale di Perugia
-      Roberto Massari – Editore, Utopia Rossa  
-      Fausto Schiavetto – Soccorso Popolare  
-      Luca Baldelli – Consigliere provinciale Prc Perugia