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Pakistan, stato di emergenza: Amnesty teme che apra la strada a ulteriori violazioni dei diritti umani
- Subject: Pakistan, stato di emergenza: Amnesty teme che apra la strada a ulteriori violazioni dei diritti umani
- From: press at amnesty.it
- Date: Thu, 15 Nov 2007 18:05:52 +0100
# Questa lista per la distribuzione delle informazioni # e' gestita dalla Sezione Italiana di Amnesty International. # Questo messaggio viene elaborato e inviato automaticamente. Si # prega di non rispondere a questo messaggio di e-mail in quanto non # vengono controllate eventuali risposte inviate al relativo indirizzo COMUNICATO STAMPA CS126-2007 PAKISTAN: AMNESTY INTERNATIONAL TEME CHE LO STATO D'EMERGENZA APRA LA STRADA A ULTERIORI VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI La Segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, ha definito lo stato d'emergenza in Pakistan una evidente violazione delle norme e degli standard del diritto internazionale dei diritti umani contenuti nella stessa Costituzione del paese. Reagendo alla svolta repressiva militare dello scorso fine settimana, l'organizzazione per i diritti umani ha chiesto l'immediato ritorno all'ordine costituzionale e il rilascio delle centinaia di persone arrestate sulla base dello stato d'emergenza. 'L'operato del generale Musharraf rappresenta un preciso attacco al sistema giudiziario, alla vivace comunita' dei diritti umani, alla stampa indipendente e all'espressione del pacifico dissenso politico' - ha dichiarato Khan. 'Misure dipinte come necessarie per proteggere il paese costituiscono in realta' la completa abrogazione delle garanzie fondamentali sui diritti umani e lo smantellamento delle istituzioni e del sistema di pesi e contrappesi che sono alla base della stabilita' del Pakistan'. Aggirando le norme costituzionali sulla dichiarazione dello stato d'emergenza, il generale Musharraf ha sospeso il diritto a non essere privati arbitrariamente della vita e i principi fondamentali del diritto a un processo equo. Sulla base delle norme e degli standard del diritto internazionale dei diritti umani, contenute nella stessa Costituzione del Pakistan, questi diritti devono essere rispettati integralmente e in ogni circostanza, a prescindere dall'esistenza di un'emergenza pubblica. 'L'operato di Musharraf suona come una beffa di fronte all'impegno proclamato nella dichiarazione dello stato d'emergenza di voler preservare l'indipendenza del potere giudiziario e lo stato di diritto' - ha proseguito Khan. I giudici sono stati sospesi e messi agli arresti domiciliari in piena violazione delle disposizioni fondamentali dei Principi delle Nazioni Unite sull'indipendenza dei giudici, i quali non possono essere rimossi dall'esecutivo, salvo nei casi di incapacita' o di non idoneita' a svolgere il proprio mandato. Amnesty International teme che questo attacco alle istituzioni fondamentali di responsabilita', assieme alle prerogative arbitrarie dello stato d'emergenza, esacerbera' le violazioni dei diritti umani gia' in corso nel paese, come i maltrattamenti e la tortura, le detenzioni arbitrarie, le sparizioni e l'uso eccessivo della forza per sopprimere il dissenso pacifico' - ha concluso Khan. Ulteriori informazioni Agendo nelle sue funzioni di capo delle forze armate, il generale Musharraf ha sospeso la Costituzione e si e' attribuito il potere di emendarla senza una procedura parlamentare. Ha inoltre proclamato un Ordine costituzionale provvisorio (Pco), che impedisce a qualsiasi tribunale di emettere provvedimenti contro il presidente, il primo ministro o ogni altra persona che agisca sotto la loro autorita'. Sulla base del Pco, i membri in carica delle corti superiori sono effettivamente sospesi fino a quando non giureranno di rispettare lo stesso Pco. Solo cinque dei 17 giudici della Corte suprema hanno fatto questo giuramento. Molti giudici della Corte suprema e delle Alte corti provinciali sono stati posti agli arresti domiciliari. Questi provvedimenti sono stati adottati alla vigilia di un'udienza della Corte suprema sulla possibile ineleggibilita' del generale Musharraf alle elezioni presidenziali dello scorso 6 ottobre. Gli avvocati coinvolti nel ricorso, gia' promotori del movimento per l'indipendenza della magistratura, all'indomani della sospensione dell'ex giudice capo, decisa dal presidente Musharraf il 9 marzo, sono stati immediatamente arrestati. Centinaia di avvocati, difensori dei diritti umani e attivisti politici sono stati arrestati negli ultimi tre giorni. Domenica scorsa, la sede della Commissione dei diritti umani del Pakistan e' stata oggetto di un raid della polizia, conclusosi con l'arresto di 70 difensori dei diritti umani, accusati di riunione illegale sulla base del Pco e reclusi nel penitenziario Kot Lakhpat di Lahore. Molti di essi sono anziani in precarie condizioni di salute. Tra le persone poste agli arresti domiciliari figura anche Asma Jahangir, presidente della Commissione dei diritti umani e Relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla liberta' di religione. La sua abitazione privata e' stata proclamata luogo di prigionia nel quale, in base alle leggi sulla detenzione preventiva, puo' rimanere fino a 90 giorni. Da sabato, le emittenti radio e televisive indipendenti non possono trasmettere i loro programmi. Sono state emesse nuove leggi che limitano la liberta' di stampa off line e on line e stabiliscono pene da tre a quattro anni e pesanti sanzioni pecuniarie. FINE DEL COMUNICATO Roma, 6 novembre 2007 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it # Le comunicazioni effettuate per mezzo di Internet non sono affidabili e # pertanto Amnesty International non si assume responsabilita' legale per i # contenuti di questa mail e di eventuali allegati. L'attuale infrastruttura # tecnologica non puo' garantire l'autenticita' del mittente ne' dei # contenuti di questa mail. 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