Afghanistan, rapporto Amnesty: i paesi Nato rischiano di essere complici della tortura



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COMUNICATO STAMPA
CS130-2007

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULL'AFGHANISTAN: I PAESI NATO RISCHIANO
DI ESSERE COMPLICI DELLA TORTURA

'Non possiamo escludere che venga praticata la tortura.'
(Un funzionario del ministero degli Esteri norvegese, intervistato
dall'agenzia di stampa norvegese Ntbl il 27 luglio 2007)


In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha accusato l'Isaf, la
missione internazionale a guida Nato in Afghanistan, di esporre i detenuti
al concreto rischio di subire maltrattamenti e torture a opera delle
autorita' afgane.

Il rapporto documenta come le forze Isaf, soprattutto quelle di Belgio,
Canada, Norvegia, Olanda e Regno Unito, abbiano trasferito detenuti alla
Direzione nazionale della sicurezza (Nds, i servizi di sicurezza afgani),
nonostante questo organismo sia al centro di costanti denunce di tortura.

'Gli Stati che fanno parte dell'Isaf sono vincolati a rispettare l'obbligo
internazionale di non trasferire detenuti alle autorita' afgane se questi
fossero a rischio di subire maltrattamenti e torture' - ha dichiarato
Claudio Cordone, direttore della Ricerca del Segretariato Internazionale
di Amnesty International. 'Questi trasferimenti dovrebbero essere sospesi
fino a quando non saranno state adottate precise garanzie'.

Le Nazioni Unite hanno espresso piu' volte la propria preoccupazione per
l'operato dell'Nds, da ultimo a settembre, quando hanno chiesto indagini
su casi di maltrattamenti e torture. Negli ultimi due anni, Amnesty
International ha ricevuto denunce relative a tali violazioni dei diritti
umani, commesse dal personale dell'Nds nei confronti dei detenuti, presi a
frustate, sottoposti a freddo estremo e privati del cibo.

Il rapporto di Amnesty International descrive le vicende di detenuti che
hanno denunciato di essere stati torturati dopo che le forze canadesi li
avevano trasferiti a quelle afgane, la perdita delle tracce di detenuti
trasferiti dalle forze belghe e norvegesi e le difficolta' incontrate da
Olanda e Regno Unito nel garantire un monitoraggio indipendente sulle
condizioni dei detenuti trasferiti dalle proprie forze a quelle di Kabul.

Il rapporto, inoltre, esamina il Memorandum d'intesa e altri accordi
bilaterali tra il governo afgano e le forze Isaf, comprese quelle di
Canada, Danimarca, Norvegia e Regno Unito.

'L'obbligo in capo agli Stati che fanno parte dell'Isaf, di proteggere le
persone da trasferimenti del genere, non puo' essere evaso affidandosi ad
accordi bilaterali' - ha proseguito Cordone. 'Questi accordi, che
dovrebbero assicurare ai detenuti un trattamento in linea con gli standard
internazionali, hanno dimostrato di essere inadeguati'.

Il rapporto di Amnesty International si conclude con una serie di
raccomandazioni:

- i paesi le cui forze fanno parte dell'Isaf dovrebbero sospendere
temporaneamente tutti i trasferimenti alle autorita' afgane, mantenendo i
detenuti sotto la propria custodia fino a quando non verranno adottate
garanzie efficaci;
- i paesi che contribuiscono all'Isaf dovrebbero promuovere la riforma del
sistema penitenziario afgano e verificare la possibilita' di inserire
personale internazionale nei centri detenzione del paese con funzioni di
controllo e di addestramento per il personale locale;
- il governo afgano dovrebbe pubblicare il testo, finora segreto, del
decreto presidenziale che descrive le competenze dell'Nds e prendere
misure per separare le sue attuali funzioni di detenzione, interrogatorio
e pubblica accusa;
- il governo afgano dovrebbe ratificare il Protocollo opzionale alla
Convenzione contro la tortura e invitare il Relatore speciale delle
Nazioni Unite sulla tortura a visitare il paese e i centri di detenzione
sotto il controllo dell'Nds;
- gli osservatori indipendenti dovrebbero avere accesso illimitato e privo
di ostacoli ai centri di detenzione e poter incontrare tutti i prigionieri
senza la presenza di personale carcerario.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 13 novembre 2007

Il rapporto Afghanistan: Detainees transferred to torture: ISAF
complicity? e' disponibile in lingua inglese all'indirizzo
http://www.amnesty.org./

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it




















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