7 ottobre - Marcia Perugia-Assisi - Padre Zanotelli: alla marcia per incalzare la politica



7 ottobre

Marcia Perugia-Assisi

Padre Zanotelli: alla marcia per incalzare la politica

"Scegliamo e pratichiamo la nonviolenza attiva"

10 settembre 2007 - Lo scorso giugno il Corriere della Sera aveva 
alimentato una polemica sulla presunta abolizione della parola 
"pace" dalla Marcia Perugia-Assisi. Padre Alex Zanotelli reagì 
affermando che sembrava quasi un salvagente lanciato a tanti 
politici. Ne seguì una risposta di Flavio Lotti e una nuova reazione 
di Padre Alex: entrambe sono pubblicate sul numero di settembre di 
Mosaico di pace, rivista mensile di Pax Christi. Su Nigrizia di 
settembre un'ampia intervista a Lotti.

SEGUE IL TESTO DELLA LETTERA DI PADRE ALEX ZANOTELLI E IN ALLEGATO 
L'INTERVENTO DI FLAVIO LOTTI

"Caro Flavio, grazie per la tua lettera. La sento come un invito a 
dialogare, a confrontarci serenamente. Preciso subito che il mio 
commento sulla Marcia Perugia-Assisi era stato motivato dalla tua 
"provocazione " che la parola Pace era ormai usurata e che era 
meglio puntare sui Diritti. Chiedo scusa se sono stato troppo 
irruente o troppo poco sfumato nella mia reazione. Però questo tema 
mi sembrava troppo importante per lasciarlo cadere. In un mondo che 
ha accettato la guerra come un'ineluttabile necessità, mi ostino a 
richiamare tutti alla centralità della Pace. E quindi a rimettere la 
parola Pace nella Perugia-Assisi. E come sottotitolo metterei: 
"Scegliamo e pratichiamo la nonviolenza attiva". È quanto ci ha 
insegnato con forza il fondatore della Perugia-Assisi, Aldo Capitini. 
È quanto ho imparato dal mio Maestro, Gesù di Nazareth.

Penso sia fondamentale oggi che i politici, partecipanti alla Marcia, 
sentano proclamare con forza e vigore, queste verità. Sono quegli 
stessi politici che hanno votato il rifinanziamento della guerra in 
Afghanistan, e la finanziaria con i suoi 23 miliardi per la difesa 
(con il 13 % di aumento sulla finanziaria di Berlusconi). E ora il 
ministro della difesa Parisi ci dice che dobbiamo raddoppiare le 
spese militari. Per cui, almeno noi, continuiamo a gridare il 
contrario. Questo è il nostro ruolo, il ruolo della Tavola della 
Pace. Nego di aver mai insinuato che la Tavola della Pace «parla di 
pace , ma poi è pronta a fare la guerra». Anzi sono profondamente 
grato a quanto ha potuto fare la Tavola della Pace in questi anni. 
Ecco perché ci tengo così tanto a rispondere alla tua lettera.

«È possibile costruire la pace senza fare i conti con la 
politica?», mi chiedi. No, ti rispondo. Ma dobbiamo capire per cosa 
intendiamo per politica e quanto la cosiddetta politica, oggi, può 
decidere. Penso che solo una forte presa di coscienza dal basso, una 
sferzata di "cittadinanza attiva" potrà forzare i nostri politici 
a rifiutare la via della guerra. La mia convinzione è che oggi i 
governi, i partiti, i politici obbediscono non a chi li ha eletti, ma 
ai potentati economico-finanziari o ai complessi militar-industriali. 
Per cui solo un grande movimento dal basso (reti locali e planetarie) 
potrà "forzare" i nostri politici a imboccare un'altra strada.

È la strada dei "beni comuni", dei diritti fondamentali umani 
come l' acqua, l' ariaŠL'impegno per questi beni comuni 
diventa l'impegno per il recupero della democrazia. Abbiamo ormai 
tutti sposato il mercato come supremo bene e il profitto come suprema 
legge. Ha ragione Riccardo Petrella quando dice che c'è un virus 
che ha già contagiato anche tutte le sinistre al governo in Europa. 
Ed è questo!
Dobbiamo tutti convertirci. Ritornare a parlare di beni comuni, di 
diritti fondamentali. Primo fra tutti (e non lo si vuole accettare!) 
è il diritto al cibo! Non possiamo accettare un mondo dove, ogni 
anno, muoiono 50 milioni di persone per fame. Mentre buttiamo a mare 
così tanto del nostro cibo! Non posso accettare un mondo che ritiene 
l'acqua una merce: questo vorrà dire che domani avremo100 milioni 
di morti di sete.

Se ti ricordi, a Nairobi, durante il Forum sociale mondiale, ti avevo 
suggerito di annunciare per la Perugia - Assisi che nessun Comune si 
azzardasse a venire con il gonfalone, se non dopo aver votato per l' 
acqua come bene pubblico, diritto fondamentale a totale gestione 
pubblica. Se parli di una Perugia-Assisi per i diritti questa 
potrebbe essere oggi una discriminante! Le grandi guerre non si 
faranno più per il petrolio, ma per l'acqua. È il secolo 
dell'oro blu!

Questo per me è politica, la vera politica che tutti possiamo e 
dobbiamo fare. Se mi permetti, aggiungerei una postilla. Non 
dividiamoci per questo. Continuiamo a discuter fra di noi, a 
dialogare, a confrontarci, ma senza spaccarci. Siamo già così pochi! 
Teniamo questo movimento per la pace unito! In un momento in cui la 
minaccia atomica ritorna con forza, il movimento per la pace si 
ritrovi unitario a dire no a ordigni atomici sul nostro territorio. 
Su questo il movimento italiano ha ritrovato la sua unità!

Camminiamo insieme perché la Pace ritorni a sorridere su questa 
nostra Madre Terra, così minacciata a livello ecologico. Uniamo tutte 
le nostre forze contro i sistemi di morte. Perché vinca la vita!"

Alex Zanotelli - Fonte: Mosaico di Pace - Nigrizia


Perugia, 10 settembre 2007


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06122 Perugia
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www.perlapace.it



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Articolo Flavio Lotti per Mosaico di Pace

Il modo in cui Alex ha attaccato la Tavola della pace mi ha fatto
riflettere. E' stato un attacco netto, diretto, senza esitazioni e
reticenze. Alex lo ha fatto d'istinto, senza nulla concedere al dubbio:
"sarà vero?" Dall'altra parte del telefono una giornalista della sua
Nigrizia lo aveva interpellato con un scoop: "La Tavola della Pace ha
deciso di abolire il termine "pace" dalla sigla della prossima edizione
della marcia Perugia-Assisi." La sentenza di Zanotelli è stata immediata e
tranciante: "Un modo per togliere dall'imbarazzo tanti politici".

Togliamo subito di mezzo la menzogna e poi riflettiamo sulla sostanza. La
menzogna è lo stravolgimento della Marcia Perugia-Assisi, la rottura della
tradizione capitiniana, l'abolizione della parola pace, il maldestro
tentativo di "togliere dall'imbarazzo i politici". Nulla di tutto questo ha
il minimo fondamento nella realtà delle cose, di quei fatti a cui tutti
amiamo richiamarci salvo poi dimenticare di andarli a verificare. Tutte
queste dicerie che hanno alimentato commenti acidi e preoccupazioni
legittime sono pura menzogna e come tali vanno trattate. La prossima Marcia
Perugia-Assisi non solo servirà a rilanciare la nostra forte domanda di
pace e di giustizia ma contribuirà a renderla ancora più credibile e
concreta.  Quella del 7 ottobre sarà una grande occasione per rilanciare il
nostro progetto nonviolento, un progetto tanto ambizioso quanto
irrinunciabile; per proporlo ancora una volta ai molti che ancora lo
iscrivono al mondo dei sogni e che si rifiutano persino di considerarlo nei
suoi elementi di ormai evidente realismo.

La sostanza di tutta questa vicenda sta invece nell'accusa che Alex rivolge
d'impulso alla Tavola della pace. La Tavola, sembra dire Zanotelli, è
complice di una certa politica che parla di pace ma poi è pronta a fare la
guerra, ad aumentare le spese militari, a costruire la base di Vicenza.
Voglio troppo bene ad Alex per far finta di nulla. Non per difendere la
Tavola della pace da un fatto inesistente ma per sollevare io stesso alcune
domande. E' possibile costruire la pace senza fare i conti con la politica?
Cosa vuol dire fare i conti con la politica? Quale rapporto ci deve essere
tra i "costruttori di pace" e i "politici"? In che modo si può stabilire un
rapporto costruttivo con la politica senza minare l'autonomia del movimento
per la pace? Come può il pacifismo contribuire alla costruzione di una
politica di pace? E, in Italia, cosa significa tutto questo? Credo sia
venuto il tempo di affrontare questo nodo a viso aperto. Discutiamone.
Anche su Mosaico di pace. La crisi della politica, quella nazionale come
quella internazionale, è così profonda da coinvolgere tutto e tutti. Non so
nemmeno se e quando ci saranno le condizioni perché maturi una soluzione
positiva. So che chi vuole la pace non può restare alla finestra.
Sbaglieremo. Ci sporcheremo le mani. Forse. E' possibile. Ma la posta in
gioco è così alta che dobbiamo provare a fare la nostra parte. Chi vuole la
pace ha bisogno della politica come noi abbiamo bisogno dell'aria per
respirare. Non basterà una marcia. Ne serviranno molte ancora. La prossima
è il 7 ottobre.

Flavio Lotti, Coordinatore nazionale della Tavola della pace

Cagliari, 31 luglio 2007