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oggi come a Genova
- Subject: oggi come a Genova
- From: Shai Cohen <shai_c0hen at yahoo.it>
- Date: Fri, 8 Jun 2007 10:41:26 +0200 (CEST)
Inoltro un vecchio commento dei fatti di Genova, ancora oggi attualissimo.
Friday, May 25, 2001
Cosa c’entrano i "teppisti" con la Rete di Lilliput ?
A cura di Mao Valpiana
Direttore "Azione Nonviolenta"
Qualcuno ha le idee confuse e pensa di allargare così tanto i confini del movimento antiglobalizzazione, da metterci dentro preti e delinquenti, nonviolenti e sprangatori…. Da questi innesti transgenici non può venire nulla di buono (mescolereste l’Unicef con i pedofili?).
Il movimento di critica al liberismo capitalista, anzi, il movimento per un’economia nonviolenta ha bisogno di chiarezza. La nostra, appunto, deve essere una proposta assolutamente limpida, nonviolenta: nella strategia, negli obiettivi, nella tattica, nel linguaggio, nelle alleanze.
I violenti, gli sfascia-vetrine, i cercatori di scontri con la polizia, gli sprangatori, sono lontani e diversi da noi quanto i padroni di capitali anonimi, gli sfruttatori di terre altrui, gli scienziati manipolatori di geni, gli schiavisti del lavoro minorile.
I violenti non fanno parte del movimento, non devono avere riconoscimento politico, non sono interlocutori.
Sono fuori e diversi da noi. Non ci interessano. Anzi, sono gli avversari più temibili, in quanto sono coloro che più direttamente (e volutamente) danneggiano il movimento stesso.
Con i teppisti non ci può essere confronto; i loro vandalismi vanno denunciati all’autorità giudiziaria. Il dialogo potrà avvenire solo dopo che sono passati da un’aula di Tribunale e che sarà chiaro che loro sono altro da noi. Ma a quel punto sarà più interessante dialogare con i vertici e i responsabili
dell’economia statale, perché è ad essi che rivolgiamo le nostre proposte alternative. I delinquenti comuni lasciamoli alle nostra spalle, a pagare i loro debiti con la giustizia.
Di chi sto parlando? Ma di loro, dei "ragazzi" che vengono alle manifestazioni con i caschi, i passamontagna, le spranghe e dei loro "capi" che organizzano gli scontri con la polizia.
Ecco qualche esempio, riferito ad alcuni "centri sociali" del nord-est (Rivolta di Marghera, Ya Basta di Vicenza, Pedro di Padova, Samir di Rovigo…):
Venezia, 13.2.97, sfascio delle vetrate del Consiglio Regionale: la scusa è il problema della casa; 20.2.99, scontri sotto il Consolato Turco: la scusa sono i diritti in Turchia.
Mestre, 3.6.97, scontri davanti all’aula bunker alla Bissuola: la scusa è il processo ai Serenissimi. Trieste, 24.10.98, sequestro di scudi, manganelli e
fumogeni: la scusa è un campo profughi. Padova, 21.11.98, sfascio con spranghe e bastoni di un bar in piazza delle Erbe: la scusa sono i clienti di destra;
il 14.5.99 altra "spedizione punitiva" che sfascia il Caffè Paparazzi;
il 26.11.99 scontri davanti alla Fiera di Padova: la scusa è il convegno BioNova sul transgenico;
il 9.3.2000 scontri davanti al Municipio padovano con la scusa degli extracomunitari, viene travolto e ucciso un anziano passante.
Aviano, 11.4.99, un corteo dei centri sociali coinvolge un sit-in nonviolento e di massa dei Beati i Costruttori in scontri con sassi, scudi, e passamontagna: stavolta la scusa è la guerra del Kossovo. Istrana, 25.4.99, corteo con scontro finale: la scusa è ancora il Kossovo…
e in trasferta a Nizza, Milano, Ventimiglia, Roma, Davos, Bologna….sempre a cercare lo scontro
violento con la polizia: la scusa è la globalizzazione! (questa lista è in possesso della Magistratura)
C’è un’intervista illuminante rilasciata dal portavoce dei Centri Sociali del Nord Est, Luca Casarini, padovano, 34 anni, professione-non-si-sa; prevede scontri, danni, conflitti, tensioni, provocazioni, per impedire il vertice dei G8 di Genova (ne riporto alcuni passaggi, ma consiglio la lettura integrale)
Cosa c’entra tutto questo con la nonviolenza?
Intervista a Casarini, tratta da Il Giornale del 16.5.2001
"…A Genova saremo in 100mila per impedire il vertice G8…sono convintissimo che a Genova assisteremo a un qualcosa che non vedevamo in Italia da almeno 15 anni, sia a livello di partecipazione che di conflitto. Il protagonismo di piazza sarà clamoroso…un movimento che si oppone non solo testimoniando, ma proprio confliggendo con questi vertici…Aspettate solo qualche giorno e vedrete di cosa saremo capaci…metteremo alla prova il ministero dell’interno di destra…sarà l’apoteosi… il livello di scontro sarà molto più alto per ragioni soggettive di stato d’animo e anche perché la polizia governata da un ministro dell’interno di destra sceglierà politicamente di chiudere qualsiasi spazio…questo atteggiamento provocherà oggettivamente una crescita di tensione e reazione… mi auguro solo che sia il meno dannoso possibile per noi…"
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