Israele/T.O., Amnesty: 40 anni di occupazione. Non vi sarà alcuna sicurezza senza i diritti fondamentali



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COMUNICATO STAMPA
CS62-2007

ISRAELE / TERRITORI OCCUPATI PALESTINESI: 40 ANNI DI OCCUPAZIONE. NON VI
SARA' ALCUNA SICUREZZA SENZA I DIRITTI FONDAMENTALI

In occasione del 40° anniversario dell'occupazione di Cisgiordania e Gaza,
Amnesty International ha chiesto al governo israeliano di porre fine alle
confische di terreni, ai blocchi e alle altre violazioni del diritto
internazionale umanitario che avvengono sotto l'occupazione. Queste azioni
hanno dato luogo a massicce violazioni dei diritti umani e non hanno
portato sicurezza alla popolazione civile israeliana e palestinese.

Un rapporto di 45 pagine diffuso oggi dall'organizzazione per i diritti
umani, intitolato 'Occupazione duratura: palestinesi sotto assedio in
Cisgiordania', illustra l'impatto devastante di quattro decenni di
occupazione. Il rapporto documenta l'incessante espansione degli
insediamenti illegali sulle terre occupate, che priva la popolazione
palestinese di risorse determinanti. La ricerca di Amnesty International
descrive, inoltre, una pletora di misure che confinano i palestinesi in
enclavi frammentate e ostacolano il loro accesso al lavoro e ai servizi
sanitari ed educativi. Queste misure comprendono una barriera di sicurezza
/ un muro di 700 chilometri, oltre 500 tra posti di controllo e blocchi
stradali e un complicato sistema di permessi.

'I palestinesi della Cisgiordania vengono bloccati a ogni curva. Non si
tratta semplicemente di un fastidio, puo' essere questione di vita o di
morte. E' inaccettabile che le donne in travaglio, i bambini malati o le
vittime di incidenti che si stanno recando in ospedale siano costretti a
fare lunghe deviazioni e ad affrontare ritardi che possono costar loro la
vita' - ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente
e Africa del Nord di Amnesty International.

'E' necessario' - ha aggiunto Smart - 'che la comunita' internazionale
agisca con urgenza nei confronti delle massicce violazioni dei diritti
umani commesse sotto l'occupazione, che alimentano risentimento e
disperazione tra la popolazione palestinese, in larga parte giovane e
sempre piu' radicalizzata. Per 40 anni, la comunita' internazionale non ha
saputo affrontare in modo adeguato il problema israelo-palestinese: non
puo', non deve, lasciarne passare altri 40'.

Amnesty International chiede il dispiegamento urgente di un efficace
meccanismo internazionale di controllo sui diritti umani, che verifichi il
rispetto di entrambe le parti, israeliani e palestinesi, degli obblighi di
diritto internazionale. Oltre a questo, dev'esserci l'impegno a indagare e
incriminare, attraverso l'esercizio della giurisdizione universale, coloro
che commettono crimini di guerra o altri crimini previsti dal diritto
internazionale.

'Non sottovalutiamo le difficolta' di istituire questo sistema
indipendente di controllo, da parte dell'Onu o di ogni altro organismo
appropriato, ma e' fondamentale che la comunita' internazionale sia piu'
coinvolta nel ricercare una soluzione e nel pretendere da israeliani e
palestinesi il rispetto dei loro obblighi' - ha commentato Smart.

Nel suo rapporto, Amnesty International riconosce i legittimi interessi di
sicurezza di Israele e il dovere del suo governo di proteggere la
popolazione all'interno delle sue frontiere. Tuttavia, precisa
l'organizzazione per i diritti umani, questo non puo' giustificare
violazioni evidenti del diritto internazionale, come la costruzione di
buona parte della barriera / del muro all'interno della Cisgiordania e su
terreni palestinesi.

'Se l'intento era semplicemente quello di impedire ad attentatori suicidi
di entrare in Israele, la barriera avrebbe dovuto passare sulla Linea
verde, la frontiera tra Israele e la Cisgiordania' - ha detto Smart.
'Invece, la realta' e' che buona parte di essa viene costruita sulla terra
palestinese, a dispetto della Corte internazionale di giustizia, e sta
separando citta' e villaggi palestinesi in Cisgiordania'.

Oltre che dalla barriera / dal muro, il movimento dei palestinesi e'
fortemente limitato da una serie di altre restrizioni, tra cui oltre 500
posti di controllo e blocchi stradali e da una rete di strade riservate ai
coloni israeliani e vietate ai palestinesi. La barriera, le strade
riservate e i blocchi vanno a beneficio delle colonie israeliane, illegali
ma in continua espansione, rendendole territorialmente contigue a Israele.

'Le dure restrizioni israeliane hanno causato il virtuale collasso
dell'economia palestinese e stanno esacerbando le sempre piu' precarie
condizioni in cui i palestinesi vivono e lavorano, con conseguenti livelli
di disperazione, poverta' e insicurezza alimentare mai raggiunti prima
d'ora nei Territori occupati palestinesi' - ha aggiunto Smart. 'La maggior
parte dei palestinesi fa ora affidamento sugli aiuti di prima necessita',
le famiglie stanno riducendo la qualita' e la quantita' di cibo consumato
e vendono beni essenziali per il proprio sostentamento.

Amnesty International chiede alle autorita' israeliane di:

- abolire il regime dei blocchi e delle altre restrizioni ai danni dei
palestinesi dei Territori occupati, che costituiscono una punizione
collettiva, assicurando che le restrizioni imposte in risposta a
specifiche minacce alla sicurezza colpiscano solo le persone coinvolte e
non intere comunita';
- fermare la costruzione della barriera / del muro all'interno della
Cisgiordania, rimuovendo le parti gia' costruite al suo interno;
- cessare la costruzione o l'espansone delle colonie israeliane e delle
infrastrutture a esse relative nei Territori occupati palestinesi, come
primo passo verso la rimozione delle colonie e degli 'avamposti';
- annullare tutti gli ordini di demolizione delle case nei Territori
occupati palestinesi e fornire un risarcimento ai palestinesi le cui case
e proprieta' sono gia' state distrutte.
Inoltre, Amnesty International rinnova la propria richiesta ai gruppi
armati palestinesi di porre immediatamente fine agli attacchi contro i
civili e chiede all'Autorita' palestinese di prendere misure efficaci per
fermare e prevenire questi attacchi e portare di fronte alla giustizia i
responsabili.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 4 giugno 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it

Il rapporto di Amnesty International e' disponibile in lingua inglese
all'indirizzo
http://web.amnesty.org/library/index/engmde150332007



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