Lettera di Nella Ginatempo ad Heidi Giuliani: stavo per fare come Cindy...



Il Manifesto *non può pubblicare tutte le lettere che arrivano in
redazione*(verificato personalmente anche se per smentire).
Ma ieri, 2 giugno è stata pubblicata sulla *stampa di sinistra* la
lettera di Heidi Giuliani, Manifesto e Liberazione
http://www.liberazione.it/a_giornale_index.php, Nella è stata chiamata
in causa. Quella che inoltro è la sua risposta. Un'ultima cosa:
traduciamo o meglio mi traducete il termine network, usato da Heidi e
altri?
Così tanto per capire, chiaramente, in italiano.
Siamo in credito con questo governo carissima amica Nella e abbiamo un
gran debito nei confronti di Cindy, non stiamo per fare...facciamo.

Doriana Goracci
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Invio in lettura questa lettera che ho inviato al Manifesto, in risposta
all'articolo di oggi, firmato da Haidi Giuliani. Saluti Nella Ginatempo



LETTERA A HAIDI GIULIANI

Cara Haidi, ti voglio bene e ti sono molto grata per tutte le lotte che
hai fatto in questi anni. Ma ti voglio dire una cosa senza ambiguità: IL
MOVIMENTO CONTRO LA GUERRA SENZA SE E SENZA MA NON PUO' FARE L'UNITA'
CON CHI VOTA LA GUERRA. E' una contraddizione in termini. E per guerra
intendo i morti ammazzati in Afghanistan di cui le nostre truppe sono
complici, là inviate, più volte rinnovate e ultimamente rinforzate con
nuove armi da guerra, per scelta del Parlamento italiano e dunque anche
per tua scelta. Per guerra intendo anche l'aumento delle spese militari
del 13 % in finanziaria mentre si tagliano le spese sociali. Intendo gli
accordi militari per la base Dal Molin a Vicenza, quelli per i
cacciabombardieri atomici, quelli per lo scudo spaziale. E intendo anche
la cacciata di Emergency e l'infame sequestro di Rahmatullah, di cui il
nostro governo è causa indiretta ma non per questo senza responsabilità,
specie quando si allea con un governo boia, quello di Kabul e lo
sostiene da sei anni con le nostre truppe e i nostri soldi. E per guerra
intendo anche l'oscena parata militare, davanti alla quale il silenzio
del partito che ti ha portato in Parlamento pesa come un macigno. Questo
macigno pesa su tutta la politica estera italiana e pesa sul nostro
movimento. Non siamo noi ad aver voluto la divisione politica che si
rende manifesta il 9 giugno. Questa divisione è stata prodotta dalla
sinistra di governo che avrebbe dovuto rappresentare le richieste del
movimento e che invece ha votato e appoggiato in tutto e per tutto la
politica di guerra di questo governo. La sinistra di governo non ha
aderito alla manifestazione nazionale contro la guerra del 17 marzo per
il ritiro delle truppe dall'Afghanistan, non ha aderito alla recente
Carovana contro la guerra per il disarmo e la pace, non ha aderito al
nostro appello per il corteo del 9 giugno - visto che attacca la
politica di guerra del governo. Accusare noi di volere la divisione è
falso, specie dopo l'ipocrita decisione di Rifondazione e di alcune
associazioni filogovernative di separarsi dal corteo di massa per
organizzare una piazza separata, addomesticata e innocua per il governo.
Il richiamo a Genova- è straziante dirlo- suona inattuale dopo un anno
di divisioni, dopo che il movimento è stato lasciato solo e ostacolato o
screditato a causa della priorità che si è data alla tenuta del governo.
Ma questa tenuta è già minata ormai dal mancato consenso popolare perchè
il popolo della pace, abbandonato, abbandona a sua volta. L'unità la
sta ricostruendo il movimento dal basso, con grande autonomia dai
partiti di governo e con obiettivi chiari di disarmo e di ripudio
effettivo della guerra. L'eventuale caduta del governo non potrà certo
essere addebitata al movimento che limpidamente fa il suo mestiere ma
alla cecità di questo stesso governo che ignora l'enorme malcontento
popolare e si rifiuta di cambiare politica. L'astensione elettorale dei
vicentini è solo la punta di un iceberg che dovrebbe segnalare anche
alla sinistra di questo governo l'urgenza di un cambio di rotta e di
una sana autocritica. Cara Haidi, ho passato sei mesi di assenza dalla
politica dopo il voto di luglio 2006 sulle missioni militari, stavo per
fare come Cindy Sheehan, il cui esempio è una risposta implicita alla
tua lettera, laddove critica gli inciuci dei democratici con Bush e la
sua conseguente grave delusione. Ma per fortuna sono ricominciate le
lotte, nonostante il governo "amico ", grazie a Vicenza, ai Notav, ai
fischi di Mirafiori e a tutti gli altri comitati di lotta. Sono queste
lotte che ci danno speranza: non ti accorgi che a piazza del Popolo lo
spirito di lotta è spento ? Con affetto Nella Ginatempo
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