Gaza under civil war 17.05.07



Gaza, 17.05.07

Anche questa notte e' passata tra sparatorie e attacchi

violenti tra Hamas e Fatah. Gli attacchi sono mirati sugli uomini

della sicurezza preventiva, andati a prendere direttamente a

casa; sono mirati alle strutture, ministeri, agenzie, dell'una e

dell'altra parte, campi di addestramento militare e tutto cio' a

cui e' possibile sparare per distruggere.

Sono oltre 40 le vittime di questa assurda battaglia; la gente e'

chiusa in casa da 5 giorni, i negozi sono serrati e nessuno si

azzarda ad andare presso i pochi posti di lavoro, perche'

cecchini e checkpoint lo impediscono. Anche se arrivano non

sanno poi se possono far ritorno.

Ieri per meta' della giornata decine di giornalisti palestinesi, di

tutte le agenzie stampa, gli unici presenti che cercano di

coprire gli eventi, sono stati assediati e bersagliati all'interno

dei loro edifici, dove ha sede anche la TV Palestine.

Si puo' sicuramente dire che ormai il livello di conflitto e' alto e

l'idea che presto Gaza possa diventare permanentemente

terra di conflitto tra famiglie e signori della guerra, non e'

distante.Purtroppo il volere che anche Gaza diventi una ennesima

Somalia , e' un piano studiato da lungo tempo.

Lo dimostra il fatto che Nessuno della comunita'

internazionale ha risposto alle centinaia di appelli della

societa' civile palestinese, che chiedeva protezione, fine

dell'occupazione, apertura delle frontiere, fine dell'embargo.

E' stato un anno e mezzo, dopo la vittoria delle elezioni

democratiche di hamas, per il quale un intero popolo ha

dovuto pagare pesantemente per questa scelta. Un anno e

mezzo chiusi dentro la prigione di Gaza, con le frontiere chiuse,

senza possibilita' di intraprendere nessuna attivita'

economica, senza possibilita' di lavorare, di percepire uno

stipendio, senza ricevere e commerciare i loro prodotti e

addirittura con il blocco totale dei maledetti aiuti umanitari,

che da sempre tengono soggiogati e ricattato questo popolo

di rifugiati.

La dolorosa situazione economica, ha decisamente contribuito

alla rottura delle strutture sociali, alla sua interruzione; legge

e ordine sono saltati, le invasioni e i bombardamenti israeliani

poi, hanno accresciuto la disperazione tra i residenti di Gaza,

colpevoli, per la maggior parte di loro, di vivere dentro questa

Striscia.

L'autorita' palestinese, sotto questo embargo economico

internazionale non e' stata in grado di dare risposte alle

richieste della popolazione. Si e' creato un forte disagio, la

poverta' e' all'80% la disoccupazione al 40%, non solo ma il 40%

della popolazione giovanile sta scappando da questa terra (e

questo e' l'obbiettivo raggiunto dagli israeliani). In questa

situazione la gente si e' ripiegata sulla famiglia e sulle tribu' di

appartenenza (la famiglia intesa nella sua forza anche

militare). Qui piu' e' grande la famiglia, piu' c'e' il potere.

Ma la cosa piu' incredibile e' che durante questo pesante

embargo sono riuscite ad entrare ingenti quantita' di armi che

sono state messe in mano a tutti.

Forse se questo governo avesse potuto lavorare senza

boicotaggio, le forze coinvolte del paese avrebbero trovato

anche compromessi interni. Invece l'idea di accerchiarli e di

stroncarli sia economicamente che fisicamente, li ha

sicuramente incattiviti.

Oggi la situazione e' di non ritorno. Le fazioni, sia quella di

Fatah, che quella di Hamas, si sono preparate secondo i loro

piani di organizzazioni che da sempre rappresentano, per

arrivare allo scontro finale.

- Fatah (Harakat al-Tahrir al-falastinya, Palestinian Liberation

Movement) che significa Conquista, nato con Arafat negli anni

'50, ha da sempre promosso la lotta armata per la liberazione

della palestina dal controllo israeliano, per poi arrivare agli

accordi di Oslo, con il riconoscimento di Israele ad esistere e la

necessita' di avere uno stato indipendente. Dopo le elezioni

del 2006, con la vittoria di Hamas, il Fatah all'opposizione, ha

comunque mantenuto il controllo e l'influenza del potere

militare per mantenere la predominanza. Sono circa 70.000 le

forze di sicurezza fedeli al fatah.

- Hamas, (Harakat a-Muqawama al islamya, Islamic resistance

Movement), che significa zelo, entusiasmo, nasce nel '87 come

ramo palestinese dei fratelli mussulmani; ha da sempre avuto

la doppia funzione, sociale e di resistenza. Ha vinto le elezioni

nel gennaio del 2006 ma non e' stata riconosciuta da buona

parte della comunita' internazionale. L'ala armata di Hamas

conta circa 6000 uomini nelle forze di sicurezza ma vuole

controllare tutto l'esercito nazionale, sicurezza preventiva

compresa, che tutt'ora rimane in mano al presidente Abu

Mazen.

A marzo, in seguito ai cosiddetti "accordi della Mecca, si e'

formato il "Governo Unito"

Le due parti avrebbero dovuto lavorare insieme

ma gli armati, fedeli alle due fazioni, hanno iniziato la

dura battaglia per le strade.

La societa' civile ieri ha tentato di scendere in strada per

fermare gli scontri; gente disperata ma ancora cosciente che

tutto questo non serva alla causa palestinese e al suo popolo.

Questa mattina Gaza si e' risvegliata in fretta, pescatori e

lavoratori hanno ripreso il ritmo approffittando della fragile

tregua, in attesa del rientro del Presidente.

"I problemi" dicono, "non sono finiti ma una speranza vogliamo ancora

averla".

La zona ora e' sorvolata anche dagli aerei israeliani, che ricevendo

una forte quantita' di missili su Sderot (colonia al confine),

devono decidere che altro fare di questa Gaza!!


CRIC - Gaza