MA CHE CI FACCIO IO QUI'?- lettera al Coordinamento Antifascista di Molfetta



Dalla sera del  24 aprile al 29 dello stesso mese, sono stata a Molfetta.
Non ho parenti nella vostra città, conosco persone a me molto care.
Molfetta potrebbe essere anche un altro paese, quando non risiedo nel
mio. Sono solita annusare l'aria, attraversare le strade , andare al
mercato, guardarmi intorno, far parlare e per amore di parola raccontare
anch'io, se mi è chiesto da dove vengo e come e perchè mi trovo lì.
In cinque giorni sono riuscita a partecipare ad un insolito 25 aprile, ad
una commemorazione con mostra e performance su Gramsci,  ad un incontro
con  Carlo Garbagnati, Bobo Aprile e Vito Copertino:  Molfetta è capace
di offrire anche questo.
So che nei giorni a seguire ci saranno due serate per Emergency e ancora
musica ed altro...
Conosco il cantiere aperto a Molfetta  grazie al Grandenud, che era prima
una mailinglist, oggi un blog ma sopratutto è sempre stato un bollettino
prezioso di riferimenti nazionali-internazionali-di movimento-locali ad
opera del grande Giulio.
Mi piacque da subito, quasi due anni fà questo muoversi in rete, attento
anche al resto...
So che la lettera che ho inviata sul 25 aprile ha suscitato contrastanti
posizioni e scrivo ancora una volta non potendo esserci, laddove il 25
c'ero, eccome c'ero.
So che il Coordinamento Antifascista è nato da poco, sull'urgenza di una
mobilitazione che unisce persone diverse e quindi chiedendo a tutti di
rinunciare a qualcosa, a non cedere a tentazioni protagonistiche ma ad
unirsi e costituirsi come testimoni attivi di un'idea comune.
Vivo nel mio paese in provincia di Viterbo  problemi simili ai vostri, ne
ho vissuti per tanti anni anche  a Roma.Ma il mio amore per la libertà
non riesce ad essere campanilistico, dove sono lo vivo, come posso.
Così è stato per il 25 aprile. Qualcuno di voi, mentre continuavo ad
interrompere il monologo del Sindaco, mi ha detto che mancavo di
rispetto che avrei potuto aspettare la fine del suo discorso per dire le
mie ragioni. Non ho accettato l'invito. Tutta la situazione in cui mi
sono trovata era un'allegoria dello scempio culturale in cui ci
ritroviamo, tutti. Quel giorno l'atmosfera ha sfiorato il grottesco ed
io... mi sono liberata.
 Liberata  di quel commemorare "tutti i caduti", in un mazzo di
considerazioni e finte adulazioni, come il ritenere giusto ed includere
anche il mio avere gridato nel silenzio "fuori la guerra dalla storia".
L'opportunismo politico aveva messo in scena un drappello di ragazzotti
con le bandiere di Allenza nazionale e Forza Italia e quelle americane,
marce e marcette scandite dalla banda,  eroi caduti sul campo iracheno e
missioni di pace nel mondo...
Non potendo esserci allora vi scrivo, perchè internet è anche questo,
partecipare a volte a distanza.

Vi invito a riflettere che niente e nessuno è precostituito, tanto più in
un movimento animato da persone e non iscritti.

Vi invito a riflettere sulla non partecipazione cittadina,
all'indifferenza che dilaga nel Paese, alla delega sempre più sciatta
dei cittadini, e sempre più pressante ed invasiva che viene richiesta
dalle istituzioni.

Vi invito a riflettere sulle regole e le modalità comportamentali che
sono dettate da grandi e piccoli registi, capocomici e tragiche figure
del sotto e soprabosco politico.

Vi invito a riflettere sul significato del fascismo , al suo essere
totalitario, al riconoscerlo nelle sue forme più raffinate e popolari.

Vi invito a riflettere sul significato del "contenimento", oggi, del
disagio sociale  culturale e politico che attraversa il paese, ad opera
di tutti coloro che sono al governo.

Vi invito a riflettere sul significato di movimento, alle opportunità che
esso può avere se sapute cogliere, senza confinare o escludere tutte le
tendenze che non sono state previste e immaginate, a non creare solo
contenitori di sigle e pensieri, rispettosi dell'altro a parole e non
nei fatti.

Perchè nei fatti la mancanza di rispetto per l'altro, è diventata la
regola  di questo stivale dove dal "volemose bene" si è passati a un
"facciamoci del male", calpestando la libertà e la democrazia, dove la
guerra è diventata pace e la non violenza è diventata repressione e
censura del dissenso.

Nel titolo di questa lettera riporto metaforicamente la domanda della
signora democrazia seduta tra due soldati sopra un carro armato, è una
vignetta a pag.8 del n.15 del periodico Le passioni di Sinistra che ho
acquistato in piazza il 25 aprile, offerto con "abilità appassionata"
da un altro "ragazzo": Mario Centrone .

 Me la sono fatta anch'io questa domanda non solo a Molfetta ma a
Genova, a Firenze, a Parigi, ad Atene, a Vicenza, un po' dovunque.

 L'età e la mancanza totale di realismo politico mi portano a non essere
prudente, a rischiare e a mettermi in gioco e ad avere una risposta
reale e pratica a quel "che ci faccio io quì".
Certa di ritrovarvi presto come mi siete apparsi dal primo momento,
ricchi di passione e ricerca, vi auguro giornate luminose e piene, anche
di "vento teso" come quelle appena trascorse.

Doriana Goracci