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MA CHE CI FACCIO IO QUI'?- lettera al Coordinamento Antifascista di Molfetta
- Subject: MA CHE CI FACCIO IO QUI'?- lettera al Coordinamento Antifascista di Molfetta
- From: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
- Date: Wed, 02 May 2007 06:49:12 +0000
- Bounce-to: "Doriana Goracci" <doriana at inventati.org>
Dalla sera del 24 aprile al 29 dello stesso mese, sono stata a Molfetta. Non ho parenti nella vostra città, conosco persone a me molto care. Molfetta potrebbe essere anche un altro paese, quando non risiedo nel mio. Sono solita annusare l'aria, attraversare le strade , andare al mercato, guardarmi intorno, far parlare e per amore di parola raccontare anch'io, se mi è chiesto da dove vengo e come e perchè mi trovo lì. In cinque giorni sono riuscita a partecipare ad un insolito 25 aprile, ad una commemorazione con mostra e performance su Gramsci, ad un incontro con Carlo Garbagnati, Bobo Aprile e Vito Copertino: Molfetta è capace di offrire anche questo. So che nei giorni a seguire ci saranno due serate per Emergency e ancora musica ed altro... Conosco il cantiere aperto a Molfetta grazie al Grandenud, che era prima una mailinglist, oggi un blog ma sopratutto è sempre stato un bollettino prezioso di riferimenti nazionali-internazionali-di movimento-locali ad opera del grande Giulio. Mi piacque da subito, quasi due anni fà questo muoversi in rete, attento anche al resto... So che la lettera che ho inviata sul 25 aprile ha suscitato contrastanti posizioni e scrivo ancora una volta non potendo esserci, laddove il 25 c'ero, eccome c'ero. So che il Coordinamento Antifascista è nato da poco, sull'urgenza di una mobilitazione che unisce persone diverse e quindi chiedendo a tutti di rinunciare a qualcosa, a non cedere a tentazioni protagonistiche ma ad unirsi e costituirsi come testimoni attivi di un'idea comune. Vivo nel mio paese in provincia di Viterbo problemi simili ai vostri, ne ho vissuti per tanti anni anche a Roma.Ma il mio amore per la libertà non riesce ad essere campanilistico, dove sono lo vivo, come posso. Così è stato per il 25 aprile. Qualcuno di voi, mentre continuavo ad interrompere il monologo del Sindaco, mi ha detto che mancavo di rispetto che avrei potuto aspettare la fine del suo discorso per dire le mie ragioni. Non ho accettato l'invito. Tutta la situazione in cui mi sono trovata era un'allegoria dello scempio culturale in cui ci ritroviamo, tutti. Quel giorno l'atmosfera ha sfiorato il grottesco ed io... mi sono liberata. Liberata di quel commemorare "tutti i caduti", in un mazzo di considerazioni e finte adulazioni, come il ritenere giusto ed includere anche il mio avere gridato nel silenzio "fuori la guerra dalla storia". L'opportunismo politico aveva messo in scena un drappello di ragazzotti con le bandiere di Allenza nazionale e Forza Italia e quelle americane, marce e marcette scandite dalla banda, eroi caduti sul campo iracheno e missioni di pace nel mondo... Non potendo esserci allora vi scrivo, perchè internet è anche questo, partecipare a volte a distanza. Vi invito a riflettere che niente e nessuno è precostituito, tanto più in un movimento animato da persone e non iscritti. Vi invito a riflettere sulla non partecipazione cittadina, all'indifferenza che dilaga nel Paese, alla delega sempre più sciatta dei cittadini, e sempre più pressante ed invasiva che viene richiesta dalle istituzioni. Vi invito a riflettere sulle regole e le modalità comportamentali che sono dettate da grandi e piccoli registi, capocomici e tragiche figure del sotto e soprabosco politico. Vi invito a riflettere sul significato del fascismo , al suo essere totalitario, al riconoscerlo nelle sue forme più raffinate e popolari. Vi invito a riflettere sul significato del "contenimento", oggi, del disagio sociale culturale e politico che attraversa il paese, ad opera di tutti coloro che sono al governo. Vi invito a riflettere sul significato di movimento, alle opportunità che esso può avere se sapute cogliere, senza confinare o escludere tutte le tendenze che non sono state previste e immaginate, a non creare solo contenitori di sigle e pensieri, rispettosi dell'altro a parole e non nei fatti. Perchè nei fatti la mancanza di rispetto per l'altro, è diventata la regola di questo stivale dove dal "volemose bene" si è passati a un "facciamoci del male", calpestando la libertà e la democrazia, dove la guerra è diventata pace e la non violenza è diventata repressione e censura del dissenso. Nel titolo di questa lettera riporto metaforicamente la domanda della signora democrazia seduta tra due soldati sopra un carro armato, è una vignetta a pag.8 del n.15 del periodico Le passioni di Sinistra che ho acquistato in piazza il 25 aprile, offerto con "abilità appassionata" da un altro "ragazzo": Mario Centrone . Me la sono fatta anch'io questa domanda non solo a Molfetta ma a Genova, a Firenze, a Parigi, ad Atene, a Vicenza, un po' dovunque. L'età e la mancanza totale di realismo politico mi portano a non essere prudente, a rischiare e a mettermi in gioco e ad avere una risposta reale e pratica a quel "che ci faccio io quì". Certa di ritrovarvi presto come mi siete apparsi dal primo momento, ricchi di passione e ricerca, vi auguro giornate luminose e piene, anche di "vento teso" come quelle appena trascorse. Doriana Goracci
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