Comunicato Stampa: Nawal al Sa'dawi in pericolo



Nawal al Sa’dawi, donna simbolo del m ovimento femminista egiziano, è in
pericolo.

Contro di lei le autorità dell'universita al Azhar del Cairo  hanno montato
una campagna politica e religiosa. Basandosi su una sua commedia teatrale
intitolata “Dio rassegna le dimissioni all'incontro al vertice”, pubblicata
lo scorso gennaio 2007 nella capitale egiziana, è stata accusata di
apostasia e di mancanza di rispetto dei principi dell’Islam.

Nawal al Sa’dawi è nata nel 1931, in un paesino vicino il Cair o, in
Egitto; nonostante le limitazioni imposte alle donne dalle autorità
religiose, frequenta l'università del Cairo e si laurea nel 1955 in
medicina e psichiatria. Inizia ad esercitare la professione con il marito,
Sherif Hetata, anch'esso psichiatra, in uno studio al Cairo.

Non è la prima volta che le autorità egiziane prendono di mira la
scrittrice. Sono ormai trent'anni che, a causa del suo coraggioso impegno,
Sa’dawi subisce attacchi. Il suo primo libro (“Woman and Sex” del 1972) è
un atto di denuncia contro l’infibulazione femminile, e le costa la
persecuzione dei religiosi e la cacciata dal Ministero della Sanità.

L’episodio non la ferma nella sua lotta per il riconoscimento dei diritti
delle donne arabe: la sua produzione letteraria si lega sempre più alla
lotta sociale. Saggi, romanzi e racconti, i suoi volumi sono tradotti in
diverse l ingue e ottengono diffusione a livello mondiale, anche se in
molti paesi arabi si scontrano con la censura.

Nel 1981 viene incarcerata senza processo sotto il reg ime di Sadat,
assieme ad altri 1600 esponenti politici e intellettuali egiziani
“scomodi”. Anche il marito viene arrestato, e recluso per tredici anni nel
carcere di massima sicurezza del Cairo. In prigione Nawal al Sa’dawi scrive
l'opera che diventerà poi così famosa da essere tradotta in dodici lingue:
"Memorie dal carcere delle donne"; lo scrive con una matita kajal per occhi
su fogli di carta igienica, perché si rifiutano di fornirle carta e penna.

Viene rilasciata solo dopo di Sadat, sempre nel 1981. Ma le sue opinioni
non sono di intralcio solo alle istituzioni: nel 1992 è costretta
all'esilio in Olanda, perché il suo nome c ompare nella lista della morte
di un gruppo fondamentalista. Rientrata in patria, nel 2001 è stata salvata
da un processo per apostasia e dal divorzio forzato dal marito, solo grazie
ad una grande mobilitazione internazionale.

Sempre critica nei confronti del governo egiziano, continua a spendersi a
favore della libertà di espressione, così come dichiara in un intervista :
“Democrazia significa libertà di espressione, possibilità di dar vita a
movimenti e partiti che non siano solo una filiazione fittizia del regime”.
È per questo motivo che si è candidata in maniera provocatoria in
contrapposizione a Mubarak alle scors e elezioni del 2001.

Nawal al Sa’dawi  e suo marito Sherif Hetata, hanno partecipato lo sco rso
Novembre 2006 a Medlink, il primo incontro della società civile del
mediterraneo, organizzato da Un ponte per… e svoltosi a Roma.

Dal comitato promotore di Medlink, che si unisce alla società civile
internazionale, parte la richiesta della firma di una petizione a sostegno
di Nawal al Sadawi, nel tentativo di fermare questa nuova e pesante accusa
che pesa sul suo conto.

per contatti e info:

<http://www.medlinknet.org/modules.php?name=News&file=article&sid=277>http://www.medlinknet.org/modules.php?name=News&file=article&sid=277

<http://nawalsaadawi.net/cando.htm>http://nawalsaadawi.net/cando.htm