[Comunicato Stampa] 13.04.07 - Sud Ribelle: risuona la campanella di Genova e Napoli.



Si e' chiusa la "due giorni" del processo ai tredici imputati di
associazione sovversiva, nell'aula di Corte d'Assise del Tribunale di
Cosenza. La campanella dell'aula ha deciso di rompersi proprio nel
momento in cui servirebbero i megafoni per far ascoltare -- a tutti
quanti -- cio' che è stata la repressione e la violenza generalizzata nei
confronti dei movimenti che, sia nel marzo del 2001, che  a Napoli, che a
Genova nel luglio del 2001, si sono mossi contro i "capi della terra".

I pubblici ministeri oramai fanno la staffetta, ieri il silenzioso
Tridico, oggi invece e' ritornato il pm Curreli. Riappaiono a tratti in
aula -- con i telefonini squillanti -- i "fantasmi dell'opera", coloro i
quali hanno contribuito a confezionare il polpettone dell'inchiesta al
"Sud Ribelle". Sempre assente l'avvocato della parte civile -- che, lo
ricordiamo -- richiede a ciascuno degli imputati, 5 milioni di euro, per
i soli danni d'immagine.

Ieri, 12 aprile, sono stati ascoltati diversi testimoni della difesa
sulle giornate di Napoli. Molti, quasi tutti lavoratori e sindacalisti
di base, hanno raccontato cio' che e' avvenuto nel "sacco" di piazza
Municipio; la mattanza attuata dalle forze dell'ordine nei confronti dei
manifestanti: teste rotte, rastrellamenti negli ospedali, deportazione
nella caserma Raniero, lacrimogeni a gogo', pestaggi gratuiti, fughe
generalizzate, scene di panico, intere famiglie terrorizzate e
quant'altro. Scene che rimarranno impresse nella memoria di chi ha
subito e, per fortuna, anche nelle "memorie elettroniche" delle
telecamere e macchine fotografiche presenti.

Oggi, invece, hanno deposto tutti testimoni cosentini, che, nello
specifico, parteciparono alle giornate di Genova, ed uno anche a quelle
di Napoli. Il pm ha provato a far dire cose che non stanno ne' in cielo,
ne' tanto meno sottoterra; cioè che la violenza era stata pre-organizzata
dai 13 militanti oggi sotto processo. Non occore raccontare cio' che e'
stato già impresso dappertutto: nei ricordi personali, nelle carte dei
tribunali, nelle carte parlamentari, nelle migliaia di foto e centinaia
di ore di girato di giornalisti, e mediattivisti, presenti il 20 e 21
luglio nelle strade di Genova.

Il clima di terrore, le pressioni e la repressione degli "tutori dell'
ordine", il budello di via Tolemaide, ma non i tragici fatti di piazza
Alimonda, sono stati narrati nella fredda aula; quel momento, forse, sarà
oggetto di una udienza specifica, oppure no.

Si riprenderà l'8 maggio, sempre con i numerosi testimoni delle difese.
Le successive date di udienza sono programmate per il 10 e 24 maggio.

Supportolegale


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partecipano alla rete di Indymedia, fa un lavoro di informazione e
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Perche' la memoria e' un ingranaggio collettivo.