R: [pace] lettera del mullah Omar



Lettera del Mullah Omar letta da Marco Travaglio a Anno Zero
Grandissimo Travaglio ad Anno Zero  13/04/2007 23:27  

Ecco la 
"lettera del mullah Omar" letta da Travaglio nel programma di Santoro:


Chi scrive è il mullah Omar. Ho 44 anni, 4 mogli, vari figli, sono di 
Kandahar, dunque non sono arabo: sono afghano. Nella mia vita ho fatto 
un po’ di tutto: il combattente, il politico, la guida spirituale, di 
nuovo il combattente. Ho conosciuto i più grandi eserciti del mondo: a 
20 anni combattevo l’Armata rossa (ci ho rimesso letteralmente un 
occhio della testa), ora combatto gli Stati Uniti, gli inglesi e i loro 
alleati della Nato. Solo che, quando combattevo i sovietici, a voi 
occidentali piacevo tanto: le armi ce le passavate voi. Ora, 
comprensibilmente, non vi piaccio più. Eppure sono rimasto lo stesso. 

Conosco Bin Laden dai tempi dell’invasione sovietica, quando anche lui 
vi piaceva parecchio. Ma non abbiamo niente in comune: lui è un arabo, 
un califfo saudita pieno di petrodollari. Ci aiutò contro l’Armata 
rossa e dopo ci diede un sacco di soldi per costruire strade,ponti, 
scuole e ospedali. Per questo era molto amato dagli afghani e quando 
entrai in Kabul, nel 1996, lo lasciai lì. Ma nel ‘98 fu accusato di 
aver ordito gli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e in Tanzania, e 
la sua presenza in Afghanistan divenne un problema. Anche perchè 
Clinton cominciò a bombardare nel mucchio, nella zona di Khost, 
pensando che lui fosse lì: invece morirono centinaia di civili. Tra il 
mio governo e Clinton ci fu una trattativa: ma sì, risulta dai 
documenti del Dipartimento di Stato, anche gli americani trattavano con 
i talebani. Avevano il mio numero. Mandai il mio braccio destro Wakij 
Ahmed a Washington, a incontrare due volte Clinton: il 28 novembre e il 
18 dicembre ‘98. Clinton voleva che ammazzassimo Bin Laden, o almeno lo 
espellessimo. Espellerlo non potevamo: era troppo popolare.Offrimmo di 
fornire le coordinate del suo nascondiglio, così che gli Usa potessero 
centrarlo a colpo sicuro. Purchè la smettessero di bombardarci. 
Clinton, inspiegabilmente, rifiutò. 

Poi i nostri rapporti 
peggiorarono ancora, ma non certo per il burka alle donne o per le tv 
distrutte o per le statue del Buddha polverizzate: fu perché rifiutai 
di affidare la costruzione del mega gasdotto dal Turkmenistan al 
Pakistan all’americana Unocal. Gli americani se la legarono al dito, 
anche perché nell’Unocal erano impicciati Dick Cheney, Condoleezza Rice 
e l’attuale presidente afghano Hamid Karzai. Ora fingete di 
scandalizzarvi tanto per l’oppio: ma nel ’98 e nel ’99 proposi più 
volte all’America e all’Onu di bloccare la coltivazione del papavero in 
cambio del nostro riconoscimento. Risposero picche. Nel 2000 bloccai 
unilateralmente la coltivazione del papavero, tra le proteste di 
centinaia di migliaia di contadini: ma il Corano vieta di produrre e 
consumare droga, e per me il Corano è una cosa seria. Risultato: il 
prezzo dell’oppio salì alle stelle. Un danno terribile per le grandi 
mafie del narcotraffico mondiale. Sarà un caso, ma meno di un anno dopo 
ci avete attaccati. Ora, nell’Afghanistan “liberato” e “democratico”, 
si produce più oppio di prima: produciamo l’87% dell’oppio mondiale. 

Dopo l’11 settembre gli americani ci han chiesto di nuovo di consegnare 
Bin Laden. Abbiamo chiesto le prove del suo coinvolgimento. Non ce le 
han date. Noi non abbiamo dato Bin Laden. E ci hanno attaccati. Anche 
se non c’era un solo afghano nei commandos delle Torri gemelle, né un 
solo afghano è stato mai trovato nelle cellule di Al Qaeda: c’erano 
sauditi, egiziani, giordani, tunisini, algerini, marocchini, yemeniti. 
Non afghani nè iracheni. Eppure avete invaso proprio l’Iraq e l’
Afghanistan. Avete mai pensato di bombardare la Sicilia per cinque anni 
per stanare Provenzano? Eppure quello era latitante da 43 anni, Bin 
Laden solo da un paio. 
Noi non siamo un popolo di terroristi. Le prime 
autobombe sono esplose nel 2006, dopo 5 anni di occupazione. Un po’ 
perché questi 5 anni hanno sconvolto e imbarbarito le nostre 
tradizioni. Un po’ perché molti terroristi vengono da fuori. Un po’ 
perché coi russi, almeno, riuscivamo a fare la guerra: le loro truppe 
erano sul campo. Con gli americani è impossibile: li vediamo sfrecciare 
sui loro B52 a 10 mila metri d’altezza. Un anno fa un Predator 
americano, senza pilota né equipaggio, ha bombardato il piccolo 
villaggio pachistano di Domadola, al confine con l’Afghanistan, 
pensando che io e Al Zawahiri fossimo lì. Ha ucciso 18 civili, tra cui 
8 donne e 5 bambini. Nessun americano, per il semplice motivo che gli 
americani non c’erano: il Predator era telecomandato da una base del 
Nevada, dove il pilota dirigeva le operazioni via satellite. E’ la 
“guerra asimmetrica”, che è a costo zero, almeno per voi. Non per il 
nostro popolo. 

Badate, non voglio certo fare il santerellino. Io sono 
un guerriero feroce e fanatico. Ma leale. Finchè ho avuto il controllo 
della situazione, non abbiamo avuto sequestri di persona: una volta che 
una giornalista inglese penetrò nel nostro paese travestita da uomo, fu 
trattata bene e, accertato che non era una spia, rilasciata senza 
contropartite tre giorni dopo. Che mi dite invece dei vostri agenti 
che, nella libera Milano, han sequestrato un imam per mandarlo in 
Egitto e farlo torturare? 
Dite che teniamo le nostre donne troppo 
coperte. Può darsi. Ma voi esagerate nell’altro senso: possibile che da 
voi una donna, per andare in tv, debba mettersi in costume da bagno, 
magari col crocifisso tra le tette? Non avete un posto più decente per 
mettere il figlio del vostro Dio?
E’ vero, non riconosco lo Stato laico 
e la separazione tra religione e politica. Ma proprio voi venite a dare 
lezioni? Mi risulta che anche da voi molti politici prendano ordini da 
capi religiosi, tra l’altro residenti in uno Stato straniero. 

Ora vi 
devo salutare. Ma consentitemi di ringraziarvi per il servigio che, 
involontariamente, avete reso a me e ai taliban: nel 2001, quando ci 
avete cacciati da Kabul, stavamo sulle palle a gran parte degli afghani.
Ora che gli afghani vi hanno conosciuti e han visto all’opera il 
cosiddetto presidente democratico Karzai, siamo diventati 
popolarissimi. Tant’è che io continuo a girare in bicicletta e in 
sidecar. Sulla mia testa c’è una taglia da 50 milioni di dollari, ma 
nessuno ha mai pensato di tradirmi per intascarla. Vi lascio con un 
pensiero di un vostro santo, che dovreste conoscere bene, Agostino da 
Ippona. E’ tratto dal De Civitate Dei: “Una volta fu portato al 
cospetto di Alessandro Magno un famoso pirata fatto prigioniero. 
Alessandro gli chiese: ‘Perchè infesti i mari con tanta audacia e 
libertà?’. Il pirata rispose: ‘Per lo stesso motivo per cui tu infesti 
la terra; ma poiché io lo faccio con un piccolo naviglio, sono chiamato 
pirata; poichè tu lo fai con una grande flotta sei chiamato 
imperatore’”. Meditate, infedeli, meditate. 
Cordiali saluti, il Mullah 
Omar  
   

----Messaggio originale----
Da: matro at bbs.olografix.org
Data: 14-apr-2007 5.23 PM
A: <pace at peacelink.it>
Ogg: [pace] lettera 
del mullah Omar

Salve a tutt*,

pietro ancona, Sabato, 14 aprile 2007 
ore 17:11:59 +0200
ha scritto a tutt* in "[pace] anno zero"
 >Ad Anno 
Zero Marco Travaglio ha letto una lettera dal mullah Omar"
 
>letteralmente ridicolizzate tutte le tesi degli "americanisti"
 
>sull'Afganistan....Una bomba!!!! Qualcuno è capace di trovarla?



Chi 
scrive è il mullah Omar. Ho 44 anni, 4 mogli, vari figli, sono di
Kandahar, dunque non sono arabo: sono afghano. Nella mia vita ho fatto 
un
po' di tutto: il combattente, il politico, la guida spirituale, di 
nuovo il
combattente. Ho conosciuto i più grandi eserciti del mondo: a 
20 anni
combattevo l'Armata rossa (ci ho rimesso letteralmente un 
occhio della
testa), ora combatto gli Stati Uniti, gli inglesi e i loro 
alleati della
Nato. Solo che, quando combattevo i sovietici, a voi 
occidentali piacevo
tanto: le armi ce le passavate voi. Ora, 
comprensibilmente, non vi piaccio
più. Eppure sono rimasto lo stesso.

Conosco Bin Laden dai tempi dell'invasione sovietica, quando anche lui 
vi
piaceva parecchio. Ma non abbiamo niente in comune: lui è un arabo, 
un
califfo saudita pieno di petrodollari. Ci aiutò contro l'Armata 
rossa e
dopo ci diede un sacco di soldi per costruire strade,ponti, 
scuole e
ospedali. Per questo era molto amato dagli afghani e quando 
entrai in
Kabul, nel 1996, lo lasciai lì. Ma nel '98 fu accusato di 
aver ordito gli
attentati alle ambasciate Usa in Kenya e in Tanzania, e 
la sua presenza in
Afghanistan divenne un problema. Anche perchè 
Clinton cominciò a bombardare
nel mucchio, nella zona di Khost, 
pensando che lui fosse lì: invece
morirono centinaia di civili. Tra il 
mio governo e Clinton ci fu una
trattativa: ma sì, risulta dai 
documenti del Dipartimento di Stato, anche
gli americani trattavano con 
i talebani. Avevano il mio numero. Mandai il
mio braccio destro Wakij 
Ahmed a Washington, a incontrare due volte
Clinton: il 28 novembre e il 
18 dicembre '98. Clinton voleva che
ammazzassimo Bin Laden, o almeno lo 
espellessimo. Espellerlo non potevamo:
era troppo popolare.Offrimmo di 
fornire le coordinate del suo nascondiglio,
così che gli Usa potessero 
centrarlo a colpo sicuro. Purchè la smettessero
di bombardarci. 
Clinton, inspiegabilmente, rifiutò.

Poi i nostri rapporti peggiorarono 
ancora, ma non certo per il burka alle
donne o per le tv distrutte o 
per le statue del Buddha polverizzate: fu
perché rifiutai di affidare 
la costruzione del mega gasdotto dal
Turkmenistan al Pakistan 
all'americana Unocal. Gli americani se la legarono
al dito, anche 
perché nell'Unocal erano impicciati Dick Cheney, Condoleezza
Rice e 
l'attuale presidente afghano Hamid Karzai. Ora fingete di
scandalizzarvi tanto per l'oppio: ma nel '98 e nel '99 proposi più 
volte
all'America e all'Onu di bloccare la coltivazione del papavero in 
cambio
del nostro riconoscimento. Risposero picche. Nel 2000 bloccai
unilateralmente la coltivazione del papavero, tra le proteste di 
centinaia
di migliaia di contadini: ma il Corano vieta di produrre e 
consumare droga,
e per me il Corano è una cosa seria. Risultato: il 
prezzo dell'oppio salì
alle stelle. Un danno terribile per le grandi 
mafie del narcotraffico
mondiale. Sarà un caso, ma meno di un anno dopo 
ci avete attaccati. Ora,
nell'Afghanistan "liberato" e "democratico", 
si produce più oppio di prima:
produciamo l'87% dell'oppio mondiale.

Dopo l'11 settembre gli americani ci han chiesto di nuovo di consegnare 
Bin
Laden. Abbiamo chiesto le prove del suo coinvolgimento. Non ce le 
han date.
Noi non abbiamo dato Bin Laden. E ci hanno attaccati. Anche 
se non c'era un
solo afghano nei commandos delle Torri gemelle, né un 
solo afghano è stato
mai trovato nelle cellule di Al Qaeda: c'erano 
sauditi, egiziani, giordani,
tunisini, algerini, marocchini, yemeniti. 
Non afghani nè iracheni. Eppure
avete invaso proprio l'Iraq e 
l'Afghanistan. Avete mai pensato di
bombardare la Sicilia per cinque 
anni per stanare Provenzano? Eppure quello
era latitante da 43 anni, 
Bin Laden solo da un paio.
Noi non siamo un popolo di terroristi. Le 
prime autobombe sono esplose nel
2006, dopo 5 anni di occupazione. Un 
po' perché questi 5 anni hanno
sconvolto e imbarbarito le nostre 
tradizioni. Un po' perché molti
terroristi vengono da fuori. Un po' 
perché coi russi, almeno, riuscivamo a
fare la guerra: le loro truppe 
erano sul campo. Con gli americani è
impossibile: li vediamo sfrecciare 
sui loro B52 a 10 mila metri d'altezza.
Un anno fa un Predator 
americano, senza pilota né equipaggio, ha bombardato
il piccolo 
villaggio pachistano di Domadola, al confine con l'Afghanistan,
pensando che io e Al Zawahiri fossimo lì. Ha ucciso 18 civili, tra cui 
8
donne e 5 bambini. Nessun americano, per il semplice motivo che gli
americani non c'erano: il Predator era telecomandato da una base del
Nevada, dove il pilota dirigeva le operazioni via satellite. E' la 
"guerra
asimmetrica", che è a costo zero, almeno per voi. Non per il 
nostro popolo.

Badate, non voglio certo fare il santerellino. Io sono 
un guerriero feroce
e fanatico. Ma leale. Finchè ho avuto il controllo 
della situazione, non
abbiamo avuto sequestri di persona: una volta che 
una giornalista inglese
penetrò nel nostro paese travestita da uomo, fu 
trattata bene e, accertato
che non era una spia, rilasciata senza 
contropartite tre giorni dopo. Che
mi dite invece dei vostri agenti 
che, nella libera Milano, han sequestrato
un imam per mandarlo in 
Egitto e farlo torturare?
Dite che teniamo le nostre donne troppo 
coperte. Può darsi. Ma voi
esagerate nell'altro senso: possibile che da 
voi una donna, per andare in
tv, debba mettersi in costume da bagno, 
magari col crocifisso tra le tette?
Non avete un posto più decente per 
mettere il figlio del vostro Dio?
E' vero, non riconosco lo Stato laico 
e la separazione tra religione e
politica. Ma proprio voi venite a dare 
lezioni? Mi risulta che anche da voi
molti politici prendano ordini da 
capi religiosi, tra l'altro residenti in
uno Stato straniero.

Ora vi 
devo salutare. Ma consentitemi di ringraziarvi per il servigio che,
involontariamente, avete reso a me e ai taliban: nel 2001, quando ci 
avete
cacciati da Kabul, stavamo sulle palle a gran parte degli afghani.
Ora che
gli afghani vi hanno conosciuti e han visto all'opera il 
cosiddetto
presidente democratico Karzai, siamo diventati 
popolarissimi. Tant'è che io
continuo a girare in bicicletta e in 
sidecar. Sulla mia testa c'è una
taglia da 50 milioni di dollari, ma 
nessuno ha mai pensato di tradirmi per
intascarla. Vi lascio con un 
pensiero di un vostro santo, che dovreste
conoscere bene, Agostino da 
Ippona. E' tratto dal De Civitate Dei: "Una
volta fu portato al 
cospetto di Alessandro Magno un famoso pirata fatto
prigioniero. 
Alessandro gli chiese: 'Perchè infesti i mari con tanta
audacia e 
libertà?'. Il pirata rispose: 'Per lo stesso motivo per cui tu
infesti 
la terra; ma poiché io lo faccio con un piccolo naviglio, sono
chiamato 
pirata; poichè tu lo fai con una grande flotta sei chiamato
imperatore'". Meditate, infedeli, meditate.
Cordiali saluti, il Mullah 
Omar

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