Seminari CPP Aprile 2007 - II



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IL CONFLITTO CONDOMINIALE: VERSO UNA CON-VIVENZA SOSTENIBILE

21 Aprile 2007

Progettazione e conduzione:

Elena Galeazzi, formatrice per il Centro Psicopedagogico per la pace e la
gestione dei conflitti
Francesco Paolo Ragusa, formatore per il Centro Psicopedagogico per la pace
e la gestione dei conflitti

Premessa:
I regolamenti condominali, fra prescrizioni ovvie e il tentativo di
favorire relazioni di buon vicinato, hanno il compito di regolare la vita
condominale in un tempo, quello attuale, in cui le relazioni fra i vicini
di casa sono sempre più segnate dalla difficoltà di far convivere
individualità spiccate, spesso gelose dalla propria privacy e dei propri
privilegi.
Trovare un accordo su come abbellire l'aiuola dell'entrata condominiale, se
con fiori freschi, piante sempreverdi o rampicanti, Š può diventare un
pretesto di litigio che dura per anni. L'androne si trasforma sempre più in
un'arena, teatro dell'insulto o regno dell'indifferenza, gli spazi
condominiali nel luogo in cui consumare la ripicca o praticare l'evitamento
reciproco. Dei nostri vicini di casa spesso non conosciamo neppure il nome,
anche se di vista sappiamo chi sono: li conosciamo ma li ignoriamo, li
incontriamo ma diffidiamo di loro.
Secondo l'ultimo rapporto Censis-Anaci, ogni anno le cause che interessano
i rapporti fra condomini assommano a 850.000 (corrispondenti a circa 2
milioni di cittadini in lite giudiziale): la maggioranza di queste riguarda
la gestione delle cose comuni (scale, cortili, ascensore..), i rumori, gli
interventi di manutenzione straordinaria, le infiltrazioni d'acqua, la
presenza di animali, Š Mentre circa un quarto dei conflitti condominiali
viene risolto aprendo un contenzioso legale o ricorrendo al giudice di
pace, la maggioranza dei litigi (più del 70%) si consuma e si ricompone
durante le assemblee condominiali.
Gli amministratori di condominio sono dunque coloro cui principalmente
spetta il difficile compito di facilitare la ricerca di soluzioni ai
problemi fra condomini, in grado di soddisfare gli interessi di tutti,
diminuendo il senso di ingiustizia e di insicurezza spesso legato ad una
con-vivenza fra persone che non si sono scelte, ma che si subiscono o che
mal volentieri si sopportano.
La finalità del presente seminario, rivolto principalmente agli
amministratori di condominio, ma anche a tutti quei soggetti che si
ritrovano a gestire le relazioni fra vicini di casa o fra proprietari e
inquilini, è quella di fornire strumenti e buone prassi per la riduzione
dei costi dei conflitti condominiali, per la presa di decisioni condivise
rispetto a problemi comuni, contribuendo a ristabilire e a mantenere la
giusta distanza nei rapporti interpersonali fra "vicini".

Esiti:

1. Rafforzare la capacità di saper leggere e di gestire le situazioni
conflittuali nelle relazioni fra i condomini e fra il condominio e il
contesto sociale in cui questo è inserito;
2. Offrire metodologie e strumenti per la gestione delle riunioni di
condominio e la presa di decisioni condivise in merito a problemi comuni

Contenuti:

* La fenomenologia del conflitto e l'analisi di situazioni di conflitto
condominiale
* La gestione della riunione di condominio e la facilitazione della
comunicazione in contesti di gruppo
* La funzione di mediazione nella gestione delle dispute condominiali

Metodologia:
La giornata sarà condotta sia in termini seminariali (recupero e
rielaborazione delle esperienze dei partecipanti) che di concrete
esercitazioni.

Destinatari:
Amministratori di condominio, condomini (es.: Genitori, insegnanti,
educatori, operatori sociali, formatori)

Numero partecipanti: minimo 8, massimo 20
Sede: Piacenza, Centro Psicopedagogico per la Pace, Via Campagna 83
Orari: 9.30 - 13.00 e 14.30 -18.00
Costo: ¤ 90.00 IVA inclusa, qualora dovuta


Iscrizioni: <mailto:info at cppp.it>info at cppp.it oppure on-line sul sito
<http://www.cppp.it/>www.cppp.it



LA GESTIONE DEI CONFLITTI NEL GRUPPO SPORTIVO

21 Aprile 2007

Responsabilità scientifica:
Daniele Novara, pedagogista e consulente, Direttore del Centro
Psicopedagogico per la Pace e la gestione dei conflitti di Piacenza

Progettazione e conduzione:

Massimo Ferrari, pedagogista consulente e istruttore scuola calcio del
Settore Giovanile Piacenza calcio
Lucia Castelli, pedagogista consulente Settore Giovanile Atalanta
Bergamasca Calcio e insegnante di educazione fisica

Premessa:
La nascita dei conflitti in ambito sportivo è all'ordine del giorno. A
pensarci bene si potrebbe dire che l'attività agonistica contiene il
conflitto nella sua stessa essenza. Nel concetto di agonismo è insita la
lotta per raggiungere la massima prestazione e superare l'avversario senza
danneggiarlo. Lo sport non è di per sé educativo. Dipende da come viene
proposto dagli adulti che educano attraverso questo potenziale strumento
formativo.
In un gruppo sportivo giovanile i conflitti possono sorgere in diverse
situazioni. Alcune aree critiche possono riguardare il rispetto delle
regole e la gestione tecnica e relazionale del gruppo/squadra.
Spesso si verifica la difficoltà, da parte di alcuni elementi del gruppo,
ad accettare le regole dettate dall'istruttore e dalla società sportiva o a
rispettare le norme durante i giochi.
Non sempre l'allenatore e l'insegnante possiedono le competenze
metodologiche, didattiche e relazionale per gestire il gruppo/squadra e/o i
singoli atleti.
La conduzione della squadra si complica quando ne fanno parte membri
proveniente da Paesi diversi.
La non chiarezza e la mancata condivisione degli obiettivi della società
sportiva, da parte di tutti i suoi componenti, inoltre, crea situazione
conflittuali, che se vengono gestite con superficialità e incompetenza
possono provocare delusioni, incomprensioni, abbandoni, cattive relazioni,
esclusioni, la rinuncia a praticare sport e così via.
I soggetti coinvolti nei conflitti posso essere gli allenatore, gli
insegnanti, i giocatori (bambini e ragazzi), i dirigenti, i genitori.
Come può l'operatore sportivo gestire i conflitti che si creano all'interno
dell'attività sportiva? Come può trasformare il conflitto in opportunità
relazionale? Come è possibile utilizzare lo sport per educare le giovani
generazioni alla convivenza civile?

Esiti:

1.Considerare i conflitti come dinamiche fisiologiche, che si sviluppano
all'interno dei gruppi sportivi ed essere pronti ad affrontarli,
cogliendone la ricchezza formativa
2.Aumentare le competenze metodologiche, relazionali e didattiche per
facilitare la gestione dei conflitti in ambito sportivo
3.Saper rielaborare i conflitti, trovando soluzioni personali

Contenuti:

*Analisi dei conflitti nello sport giovanile (esemplificazioni e testimonianze)
*La gestione dei conflitti fra i bambini durante i giochi (pratico in palestra)
*Strumenti didattici e strategie metodologiche che favoriscono la gestione
dei conflitti (pratico in palestra)
*La gestione del gruppo attraverso il sociogramma di Moreno (esercitazione)

Metodologia:
La giornata sarà condotta sia in termini seminariali (recupero e
rielaborazione delle esperienze dei partecipanti) sia attraverso
esercitazioni pratiche

Destinatari:
Allenatori, dirigenti di società sportive, insegnanti, educatori

Visto il carattere teorico-pratico del corso si consiglia di indossare un
abbigliamento sportivo (tuta e scarpette da ginnastica)

Numero partecipanti: minimo 12, massimo 25
Sede: San Nicolò (PC), via XXV Aprile, 58 Ass. Sportiva TenNuoto
Orari: 9.30 - 13.00 e 14.30 -18.00
Costo: ¤ 90.00 IVA inclusa, qualora dovuta


Iscrizioni: <mailto:info at cppp.it>info at cppp.it oppure on-line sul sito
<http://www.cppp.it/>www.cppp.it



Centro Psicopedagogico per la pace
e la gestione dei conflitti
Via Campagna 83
29100 Piacenza
tel. e fax 0523.498.594
www.cppp.it

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