Guantanamo: Amnesty International chiede agli Usa di rinunciare alle commissioni militari



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COMUNICATO STAMPA
CS38-2007

GUANTÁNAMO: AMNESTY INTERNATIONAL CHIEDE AGLI USA DI RINUNCIARE ALLE
COMMISSIONI MILITARI

Amnesty International ha chiesto oggi al governo Usa di rinunciare alle
commissioni militari e sottoporre a processo i detenuti di Guantánamo
nelle corti ordinarie federali, senza ricorso alla pena di morte.

L'organizzazione per i diritti umani ha diffuso un nuovo rapporto, alla
vigilia dell'avvio delle udienze delle commissioni militari, che il 26
marzo inizieranno il procedimento nei confronti di David Hicks,
australiano, uno dei dieci detenuti incriminati sulla base del precedente
sistema di giustizia militare, smantellato dalla Corte suprema federale a
giugno.

Amnesty International sottolinea ancora una volta come i processi
celebrati da questi organismi, istituiti dall'Atto sulle commissioni
militari (Military Commissions Act, Mca), non rispettino gli standard
internazionali e possano addirittura concludersi con una condanna a morte.

'La profonda illegalita' che ha caratterizzato i primi cinque anni di
detenzione dovrebbe essere sanata da una totale adesione agli standard
internazionali. Invece, questi processi rischiano di tradursi in una
frettolosa corsa a condannare qualche imputato e di aggiungersi agli altri
elementi che hanno fatto di Guantánamo il simbolo dell'ingiustizia' - ha
affermato Susan Lee, direttrice del Programma America di Amnesty
International.

Le commissioni militari operano in una sorta di vuoto legale. Gli imputati
non possono appellarsi alle norme del diritto internazionale, alle
Convenzioni di Ginevra o alla stessa Costituzione statunitense. Le
commissioni militari, infatti, sono parte di un sistema che non prevede un
rimedio giudiziario per i detenuti e le loro famiglie. Anche se un
imputato venisse assolto, potrebbe continuare a essere considerato un
'combattente nemico' e la sua detenzione potrebbe protrarsi a tempo
indeterminato.

Nel contesto della 'guerra al terrore', i detenuti sotto custodia Usa sono
trattati come potenziali fonti d'informazioni ancor prima che come
presunti autori di un crimine. Sono sottoposti a ripetuti interrogatori
senza accesso a un avvocato o a un giudice. Le tecniche d'interrogatorio e
le condizioni di detenzione rientrano in cio' che il diritto
internazionale definisce tortura o altri maltrattamenti.

'Le commissioni militari sono state fatte su misura per riprodurre le
procedure illegali che le hanno precedute. Le informazioni estorte
mediante trattamenti crudeli, inumani e degradanti saranno considerate
ammissibili. Il governo potra' presentare prove senza rivelare i metodi
con cui le ha ottenute' - ha proseguito Lee.

Nel settembre scorso, dopo aver trascorso anni in centri segreti di
detenzione gestiti dalla Cia, 14 detenuti sono stati trasferiti a
Guantánamo per essere sottoposti a processo da parte delle commissioni
militari. Non hanno ricevuto alcuna incriminazione formale e persino
adesso che il governo Usa si avvia a processarli, viene loro negato
l'accesso alla difesa.

'Riteniamo che le commissioni militari manchino dell'indipendenza
necessaria per garantire un processo equo e sottoporre a esame l'operato
del governo' - ha aggiunto Jumana Musa, osservatore di Amnesty
International alle udienze tenute sotto il vecchio sistema delle
commissioni militari. 'In base a queste circostanze, non potra' esservi
giustizia'.

A causa dell'assenza di garanzie sull'equita' dei procedimenti e del
percorso di illegalita' che ha condotto all'istituzione delle commissioni
militari, Amnesty International chiede agli altri paesi di non fornire
informazioni o assistenza nel corso dei procedimenti presso quegli
organismi.

Ulteriori informazioni

Il Pentagono ha lasciato intendere che da 60 a 80 delle migliaia di
detenuti considerati 'combattenti nemici' potrebbero essere processati
dalle commissioni militari, ma che questo dato potrebbe essere
sovrastimato. A Guantánamo sono attualmente oltre 350 i prigionieri
detenuti illegalmente e altre centinaia si trovano in centri di detenzione
gestiti dagli Usa in Afghanistan. Non e' chiaro se ulteriori prigionieri
si trovino in centri segreti gestiti dagli Usa.

Amnesty International sta svolgendo una campagna perche' l'Atto sulle
commissioni militari sia abrogato o emendato in modo tale da rispettare
gli standard internazionali. L'Atto, oltre a stabilire le procedure per lo
svolgimento dei processi nelle commissioni militari, toglie alle corti
statunitensi la competenza per ricevere ricorsi basati sull'habeas corpus
da parte di cittadini non statunitensi detenuti come 'combattenti nemici'
e rafforza ulteriormente l'impunita' per il personale Usa restringendo
l'applicazione dell'Atto sui crimini di guerra.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 22 marzo 2007

Il rapporto 'United States of America: Justice delayed and justice denied?
Trias under the Military Commissions Act' e' disponibile in lingua inglese
presso l'Ufficio stampa e on line all'indirizzo: http://www.amnesty.org

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it





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