Afghanistan, operazione militare italo-spagnola. Roma conferma solo dopo che la notizia è trapelata da Madrid



Afghanistan - 14.3.2007
Operazione militare italo-spagnola
Roma conferma solo dopo che la notizia è trapelata da Madrid

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Soldati italiani e spagnoli della Forza di Reazione Rapida (QRF) – basata ad Herat e comanadata dal generale italiano Antonio Satta – sono impegnati in un’operazione militare nell’ovest dell’Afghanistan volta a “impermeabilizzare” la frontiera tra le province occidentali (Farah, Herat, Ghor e Badghis) e quella meridionale di Helmand, dov’è in corso l’offensiva della Nato “Achille”.

Soldato spagnolo in AfghanistanLo scopo della missione. Stando a quanto dichiarato dal portavoce spagnolo, l’operazione – appena iniziata e che durerà almeno fino al 10 aprile – ha come scopo quello di “ridurre le possibilità” che i talebani “provino a scappare” dall’offensiva della Nato in Helmand verso “altre regioni del paese, tra cui quelle occidentali”. In sostanza, si tratta di sparare contro i guerriglieri che tentano di fuggire dalle bombe Nato. Alla missione partecipano truppe dell’esercito e delle forze di polizia afgane.

Soldati italiani in AfgahnistanLe forze italiane coinvolte. Le forze spagnole impegnate nell’operazione sono quelle inquadrate nella “Quick Reaction Force” di Herat, ovvero la Brigata Cacciatori di Montagna “Aragòn” 1. Le forze italiane che fanno parte della QRF – e che quindi parteciperebbero all’operazione – sono i 90 soldati della 1^ Compagnia “Cobra” del 66º Reggimento fanteria aeromobile “Trieste” di Forlì (comandata dal capitano Matteo Luciani, giunta in Afghanistan lo scorso 12 settembre) e i circa 120 soldati delle nostre forze speciali: incursori di Marina del “Comsubin” e parà del “Col Moschin”.

Italiani in pattugliaSmentite e mezze conferme da Roma. Dopo le iniziali smentite del ministero della Difesa italiano, nel pomeriggio il sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri ha confermato la partecipazione italiana all'operazione, definendola "un'operazione normale, condotta secondo le regole che sono state stabilite, per cui teniamo sotto controllo le vie di comunicazione in modo da impedire che attraverso di esse ribelli o terroristi inseguiti, possano venire a trovare rifugio in questa zona". "Non c'è nulla che il governo vuole nascondere", ha concluso Forceri. Ma allora perché il governo ha parlato solo dopo che la notizia è trapelata dalla Spagna. E perché, inizialmente, il ministero della Difesa aveva seccamente smentito?

Enrico Piovesana