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VICENZA, 17 FEBBRAIO 2007: il no del mondo agricolo alla realizzazione della base Usapresso l'aeroporto Dal Molin di Vicenza
- Subject: VICENZA, 17 FEBBRAIO 2007: il no del mondo agricolo alla realizzazione della base Usapresso l'aeroporto Dal Molin di Vicenza
- From: "Altragricoltura" <altragrico at italytrading.com>
- Date: Wed, 14 Feb 2007 09:45:23 +0100
VICENZA, 17 FEBBRAIO 2007 il no del mondo agricolo alla realizzazione della base Usa presso l'aeroporto Dal Molin di Vicenza L'orizzonte di guerra non può essere, neanche per ipotesi, un futuro accettabile per nessuno. Il movimento contro la guerra, il variegato mondo delle associazioni di base, componenti del sindacato ed anche dei partiti politici, la gente di Vicenza, un fiume di persone, dal basso, hanno esplicitato il rifiuto a questo orizzonte organizzando la protesta contro l'imposizione di una nuova base militare da costruirsi presso l'aeroporto dal Molin in Vicenza. AltrAgricoltura Nord Est nata nelle giornate di Genova -facendo propria la proposta globale dei grandi movimenti contadini del sud del mondo di costruire una nuova agricoltura, equa, solidale, rispettosa di ambiente, animali, uomini, attorno a quel concetto della Sovranità Alimentare che rifiuta ogni logica di guerra e promuove la partecipazione di tutti i cittadini alle forme di governo dei territori- trova naturale e necessario aderire e promuovere nel mondo contadino l'opposizione a questa nuova base di guerra in Vicenza. I movimenti contadini, che con le loro lotte hanno saputo opporsi alle logiche di guerra e dominio economico bloccando più volte i summit neoliberisti dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, ritengono che le politiche agricole mondiali, nazionali e regionali, per lo sviluppo sono possibili solo se si sostanziano in strategie sostenibili per l'ambiente, per le economie e per la dignità del lavoro legate alle specificità dei territori, delle diverse culture e costruite con volontà di pace e convivenza fra i popoli, con pari dignità, sulla base della partecipazione e del rispetto di ogni paese e popolazione. Per gli agricoltori italiani dire tutti assieme No alla nuova base di Vicenza significa potere riaprire un dibattito sull'uso dei territori, impedirne il depauperamento irreversibile come luogo di produzione del cibo. Il rifiuto di tutte le guerre procede di pari passo al diffondersi dell'idea di come la produzione del cibo, la sua qualità e l'equità della sua distribuzione siano nodi strategici per delineare l'altro mondo possibile, consegna ai movimenti sociali compiti delicati e decisivi nel definire strategie ed obiettivi anche della nuova questione agraria, del lavoro della terra, della sua funzione economica , sociale e ambientale. Una nuova visione della questione agraria rimette in discussione il liberismo con il suo portato di violenza ai processi naturali che hanno come fondamento la chimica in agricoltura, le biotecnologie e la brevettabilità del vivente. Il ruolo dei movimenti di base in questo processo è centrale, non solo in quanto portano alla luce gli effetti occulti delle politiche economiche liberiste quali l'aumento senza fine della fame e della miseria che flagella un terzo dell'umanità, la distruzione di risorse naturali come l'acqua, la biodiversità, il clima, la terra, ma anche per la capacità di fare vivere nell'immaginario collettivo e pure di concretizzare l'introduzione di regole altre per la tutela della salute delle persone, per il diritto ad una condizione di vita che ha il suo perno nel rispetto più ampio di diritti universali in una società basata su uguaglianza, solidarietà , libertà e partecipazione. I politici ed economisti neoliberisti continuano a chiamare tutti questi elementi "merci", noi li chiamiamo con il loro vero nome, ovvero "beni comuni", patrimoni indivisibili e inalienabili dell'umanità, da difendere dall'aggressione delle multinazionali chimiche e agroalimentari che con feroce determinazione vogliono tradurli in profitto esportando la loro democrazia o attuando guerre preventive. Sono, infatti, non meno delle multinazionali delle armi, le multinazionali del settore chimico e agroalimentare, quelle che hanno finanziato la campagna elettorale di George Bush e che oggi continuano a dettarne la politica interna negli Usa e le azioni politiche e militari su scala globale. Le stesse multinazionali che senza alcuno scrupolo, all'ombra della forza militare americana, stanno imponendo il più rapido e distruttivo cambiamento nei processi di produzione e formazione del cibo, violentando i delicati equilibri, formatisi in milioni di anni, dell'ecosistema terra con le monoculture, gli allevamenti intensivi, i brevetti della genetica, il monopolio delle sementi, la privatizzazione dell'acqua, il controllo a monte delle filiere, attraverso la gestione delle grandi catene della Grande Distribuzione Organizzata nel mondo. Mucca pazza, polli e latte alla diossina, ormoni, pesticidi, non sono, infatti, incidenti all'interno di un percorso produttivo che resta sano nel suo complesso, bensì il risultato di questa logica aberrante di produrre cibo, non finalizzato a rigenerare la vita, la forza lavoro, ma mero strumento per creare profitto e accumulazione. Ed è per questo che il mondo agricolo dice no alla base militare di Vicenza. Quel mondo agricolo che assieme alla maggioranza dei consumatori italiani ha detto No all'uso degli Ogm e degli ormoni nel cibo, all'uso indiscriminato della chimica di sintesi nei processi agricoli e sente, intuisce, che la base americana è una vera minaccia alla libera scelta del nostro popolo alternativa delle politiche delle multinazionali in larga parte americane. Sabato 17 febbraio troviamoci tutti a Vicenza, il concentramento del corteo è fissato per le 14.30 di fronte alla stazione dei treni di Vicenza. NO ALLA BASE USA PERCHE' Militarizzazione della città - A Vicenza e provincia ci sono già troppe basi ed impianti militari (la caserma Ederle, Sete Pluto a Longare, la base di Tormento, i magazzini di Torre di Q.lo, la Housing area di Vicenza est,...) per non parlare del quartier generale della Gendarmeria Europea. Tutto questo in una città di 110.000 abitanti! Protezione del territorio - L'area interessata alla costruzione della base è una vasta area verde completamente circondata dalla città, circa 500.000 mq. (che potrebbero diventare 1.250.000 se si considera anche l'aeroporto stesso). Saranno costruiti approssimativamente 600.000 m.c., equivalenti a 1900 appartamenti da 100 mq. ciascuno. Perdita della sovranità territoriale e nazionale - Conseguenti mancate opportunità per un diverso sviluppo. L'intera area militarizzata (comprese le basi esistenti) sarà superiore in estensione alla stessa zona industriale di Vicenza e bloccherebbe definitivamente ogni possibile scelta di sviluppo della città. Impatto sociale - La nuova base darà alloggio ad ulteriori 2.000 soldati con le loro famiglie a cui si aggiungeranno i dipendenti civili della base. Questo porterà ad un incremento di 15.000 persone della popolazione cittadina. Per non parlare dell'aumento dei militari che rientrano da zone di guerra con il loro carico di comportamenti deviati che origina esperienze di scontri e risse, e anche di violenze sulle donne già provate dalla città di Vicenza. Impatto ambientale - La base richiederà alti consumi energetici (acqua, nergia elettrica) a basso costo per l'U.S. Army (privi di accise, Iva...) ma ad alto carico per i contribuenti. Secondo stime accreditate i consumi della nuova base sarebbero pari agli attuali consumi di 30.000 vicentini! In particolare ci sarà un fortissimo aggravio per la falda idrica vicentina. Impatto economico - L'eventuale aumento dei posti di lavoro nella base non compenserà la perdita per la città, stimata in tredici anni, di almeno 360 milioni di euro. AltrAgricoltura Nord Est, C.so Australia 61 - Padova www.altragricolturanordest.it - e-mail: altragricoltura at altragricolturanordest.it -- No virus found in this outgoing message. Checked by AVG Free Edition. 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