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intervista Caruso sul Corriere della Sera
- Subject: intervista Caruso sul Corriere della Sera
- From: "Disobbedienti " <disobbedientimolise at libero.it>
- Date: Fri, 9 Feb 2007 11:59:26 +0100
«Polizia non addestrata, manganella e basta» Il deputato di Rifondazione: la morte di un agente vale come quella di un ultrà ROMA—Senta, onorevole Francesco Caruso: nel ricordare ai lettori che lei, oltre ad essere un deputato di Rifondazione è anche il gran capo dei no global meridionali, ecco lei cosa pensa di Haidi Giuliani, la mamma di Carlo, che su Liberazione, il quotidiano del vostro partito, in un lungo commento sulla tragedia di Catania ha scritto quanto «inutile e anzi dannoso sia rilasciare indiscriminati attestati di fiducia e solidarietà alle forze dell’ordine »? «Quelle di Haidi sono parole dure e aspre, ma del tutto comprensibili se a dirle è una mammaalla quale il figlio è stato ucciso come un cane». Caruso, così anche lei... «Mi ascolti: la morte ci rende tutti uguali». Questo è noto. «Io dico sempre che la morte di un marine, per capirci, vale quella di un bambino iracheno». E quella di un agente? «Vale come quella di un ultrà. La pena, però, non deve prevalere sulla ragione». Provi a ragionarci su, allora. «È evidente che la militarizzazione degli stadi non serve. Anzi, è dannosa». Lei propone di lasciare gli stadi nelle mani dei teppisti? «Io dico che è inutile mandare i poliziotti a fare la guerra, a fare da cuscinetto tra le tifoserie». Quindi? «Innanzitutto, occorre responsabilizzare i miliardari che gestiscono il mondo del calcio». I presidenti delle società? «Loro. Quelli che se la intendono con i capi ultrà. Cominciamo a dire che ai capi ultrà non devono dare solo biglietti gratis e concedere l’allenatore più gradito,ma devono anche pagare i danni che loro, gli ultrà, provocano». Tutto qui? «Torniamo ai poliziotti. Lo so che è utopistico sperare che non vengano mandati più negli stadi. E allora, però, che almeno li addestrino come si deve». Può essere più chiaro? «Io ho partecipato a qualche manifestazione... diciamo così, piuttosto tesa, anche all’estero». A Siviglia, al controvertice dell’Unione Europea... «E al G8 di Evian, in Svizzera, e a quello di Edimburgo, in Scozia». E allora? «Allora lì i reparti di polizia danno la netta impressione d’essere perfettamente addestrati». Faccia un esempio. «C’è un dimostrante che lancia una lattina? Partono in quaranta, e se lo prendono, lo risucchiano». Un’azione studiata. «Ripetuta chissà quante volte. Non come la nostra polizia. Che invece... ». Invece? «Carica ancora come negli anni Cinquanta. Manganella nel mucchio, chi trova trova, e se trova un ragazzino che non c’entra e inciampa, come dire, non esita». Sta dicendo cose gravi, onorevole Caruso. «Dico di più: forse è il momento di riprendere in considerazione una proposta di legge di Rifondazione, quella che chiede la possibilità di identificare le forze dell’ordine ». Lei dice che... «Io dico che all’estero, spesso, è così. Sul casco hanno un numero. È più democratico sapere chi ti sta spaccando la testa, o no?». Fabrizio Roncone 05 febbraio 2007 Il presidente della Camera: «Non sono il suo angelo custode» Caso Caruso, Bertinotti: «Problemi suoi» Scoppia la polemica per le frasi del deputato no-global sui fatti di Catania. Lui: «Insisto: non esistono morti di serie A e di serie B» Francesco Caruso (Ansa) ROMA - «Non intendo replicare. Non sono l'angelo custode di Caruso». Lo dice il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, <http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2007/02_Febbraio/05/caruso.shtml>dopo le polemiche sulle dichiarazioni del deputato indipendente eletto nelle liste di Rifondazione Comunista sulla tragedia di Catania. «È un deputato - aggiunge Bertinotti - e si assume la responabilità di quello che dice. Ognuno dice la sua...». A chi gli ricorda che la Cdl lo ritiene responsabile della candidatura di Caruso, Bertinotti replica: «Non capisco cosa si voglia dire. Caruso lo hanno votato». IL CASO - E mentre la maggioranza chiede a gran voce le dimissioni di Caruso, il deputato no-global precisa quanto rilasciato in un'intervista al Corriere. «È del tutto legittimo criticare azioni o parole altrui - prosegue - ma mi sembra alquanto inopportuno e pretestuoso deformare e travisare alcune dichiarazioni ad uso e consumo delle polemiche politiche, soprattutto nel momento in cui si celebra il funerale del poliziotto assassinato». «Io resto convinto, e lo ribadisco che dinanzi alla morte di un bambino iracheno, di un soldato italiano, di un ultrà o di un poliziotto, bisogna sempre chinare il capo e portare rispetto - continua Caruso - Qualcuno ci tiene a precisare che non si può confondere il ruolo delle vittime con quelle dei carnefici, peccato però che questi signori rimuovano questo particolare quando a morire sono bambini innocenti trucidati dalle bombe americane. Sarò un integralista della vita e della pace, ma questa ipocrisia dei morti di seria A e dei morti di serie B proprio non riesco ad introiettarla». 06 febbraio 2007 __________________________ L'autoritarismo ha bisogno di obbedienza, la democrazia di DISOBBEDIENZA Passa a Infostrada. ADSL e Telefono senza limiti e senza canone Telecom <http://click.libero.it/infostrada6feb07>http://click.libero.it/infostrada6feb07
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