Aggiornamenti + lettera Don Benzi a Napolitano



Ciao,
riguardo alla questione del fermo amministrativo della mia macchina, per cui avevo diffuso un appello via e-mail il mese scorso, volevo aggiornarvi brevemente sugli sviluppi intervenuti, che sembrano molto interessanti:

- a fine dicembre sono andato a parlare con la responsabile dell'esattoria di Modena, per presentare la mia situazione. Con mia sorpresa si è mostrata molto disponibile, e innanzitutto ha capito che non sono un evasore come gli altri. Tuttavia mi ha detto che provava a riflettere sulla situazione e a vedere cosa si poteva fare, poi mi faceva sapere, nel frattempo avrebbe sospeso il procedimento. Da allora non mi ha ancora chiamato. Il procedimento senz'altro prima o poi il procedimento ripartirà, ma senz'altro è un bel gesto e soprattutto ci dà tempo di continuare a fare sensibilizzazione, che in questo momento è la cosa più importante da fare.

- don Oreste Benzi ha scritto una bella lettera di solidarietà, che ha diffuso anche l'ANSA, e questo almeno a livello locale (Modena) ha prodotto una bella eco sulla stampa, che giovedì ha parlato ampiamente del mio caso. Vi riporto di seguito la lettera. Ora sto iniziando a scrivere a trasmissioni a livello nazionale, chissà che si apra qualche altra porta...

- ho ricevuto tanta solidarietà a livello personale, sia come mail che a livello economico. La Campagna OSM ha lanciato una sottoscrizione pubblica.

- nel frattempo io ho continuato a riflettere su cosa fare qualora scatti il fermo. Soprattutto sto cercando se ci sono strade per resistere ancora, e quindi non pagare la cifra contestata, il problema è che senza macchina avrei dei grossi problemi. Ho pensato anche di girare comunque con la macchina, ma pare che l'assicurazione non copra in caso di incidente, anche se ho avuto info contrastanti su questa cosa (qualcuno ne sa di più?).

Saluti di pace (anche nella lotta...)
                                                                        Andrea


COMUNICATO STAMPA

Lettera aperta al Presidente della Repubblica on. Giorgio Napoletano
di don Oreste Benzi.
Con preghiera di divulgazione.


Rimini, 18.01.07


Prot. n° 02347/SG/A/mp

Al Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano


Signor Presidente,
Andrea Mazzi, un membro della nostra Comunità, rischia di rimanere senza la macchina per un fermo amministrativo dovuto alla sua scelta di obiezione di coscienza alle spese abortive e militari. Egli viene sanzionato perché non ha versato una cifra modesta delle sue tasse (75.000 lire complessive in 3 anni) per protesta perché il riarmo del nostro paese e gli aborti vengono pagati coi soldi dei contribuenti. Col suo gesto ha voluto mettere in luce un’ingiustizia profonda: i soldi delle tasse degli italiani, che dovrebbero essere usati per costruire e far funzionare scuole, ospedali, vie di comunicazione, e per garantire i diritti essenziali di tutti i cittadini, vengono in parte destinati invece per dare la morte e per opprimere tante persone.

Oggi sono tante le forme di violenza e di oppressione nella società. Nazioni ricche contro quelle povere, potentati politici ed economici contro chi non ha nulla, persone già nate verso i non nati... E’ lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Occorre operare sulle cause di queste ingiustizie per far cessare alla radice queste violenze.

L’esercito e le armi in un paese non dovrebbero neppure esistere. I nostri padri nella Costituzione hanno detto chiaramente ‘no’ alla guerra. L’essere umano non vuole la guerra. Non esiste conflitto che non possa essere risolto col dialogo o con altre azioni nonviolente. Migliaia di obiettori di coscienza, volontari, caschi bianchi si recano dal 1973 nei 25 paesi in cui opera l’Associazione “Comunità” Papa Giovanni XXIII nel vasto mondo dell’emarginazione per creare legami di pace dove c’è odio e divisione, e ottengono risultati insperati. Dal Kossovo alla Palestina, dalla Bosnia all’Uganda, essi hanno gettato ponti di pace tra le opposte fazioni e protetto i più deboli. Se avessimo migliaia e migliaia di giovani impegnati così, porteremmo pace dappertutto. Invece oggi la priorità è data all’esercito e alle armi. Soldati italiani sono presenti in vari paesi del mondo. Eppure gli eserciti non hanno il compito di costruire la pace, al massimo possono imporre delle tregue. L’esercito sta acquistando armi sempre più d’attacco e non di difesa. E così le spese militari aumentano ogni anno di più, hanno superato ormai i 20 miliardi di Euro. Quante necessità degli italiani si potrebbero invece coprire con queste risorse, dalla riduzione del debito che noi tutti abbiamo, allo sviluppo di tante zone del paese, alla costruzione di case, o appunto alla promozione di azioni nonviolente. Da questo nasce l’obiezione alle spese militari. Obiezione che tra l’altro oggi è condivisa anche da alcune istituzioni. L’Ufficio Nazionale per il Servizio civile riconosce implicitamente l’obiezione fiscale, dato che accetta le offerte degli obiettori, pur sapendo da dove vengono.

Anche l’aborto è una grande ingiustizia, perché procura la morte ogni giorno di 450 bambine e bambini in Italia, e una ferita mortale per le loro mamme, che le segnerà per tutta la vita. Questa ingiustizia è ancora più grave perché questo omicidio viene pagato con le tasse degli italiani. E questo anche quando abortisce una donna benestante. Non paga nemmeno un ticket. A differenza di quanto avviene invece in molte Regioni per gli esami in gravidanza. La legge prevede l'obiezione di coscienza per l’aborto, dice quindi che c’è il diritto di non collaborare all’uccisione di un essere umano. Perciò un ginecologo ha il diritto per legge di non praticare gli aborti. Però nello stesso tempo egli deve pagare quegli stessi aborti coi soldi delle sue tasche! Come risolvere questa contraddizione? Invece se una mamma incinta cerca un aiuto economico sufficiente per continuare a far vivere suo figlio, spesso non sa dove trovarlo: “non ci sono risorse” è il ritornello delle istituzioni. Non è in grado la nostra società di garantire un ‘stipendio’ alle mamme per un adeguato periodo, in modo che ogni mamma e coppia che accoglie una nuova vita possa guardare al futuro con serenità?

Ritengo che lo Stato debba prevedere la possibilità per le persone che non condividono queste scelte di morte di finanziare in alternativa il sostegno economico alle maternità difficili e alle missioni nonviolente in zone di conflitto armato.

Le chiedo pertanto, signor Presidente, di esprimere solidarietà all’obiettore Andrea Mazzi, di dire pubblicamente che l’obiezione di coscienza alle spese militari e abortive è una scelta di alto valore morale e di invitare i parlamentari a dare un riconoscimento legislativo all’obiezione.

Con stima
Don Oreste Benzi
Responsabile Generale
dell’Associazione “Comunità Papa Giovanni XXIII”