Vicenza e non solo



Vicenza... e non solo
Accanto alla popolazione di Vicenza nell'attuale difesa del territorio,
fermi nel denunciare le logiche di estensione della militarizzazione e
rilanciando il comunicato stampa di Pax Chriti "Disarmiamo i territori"
(www.paxchristi.it), alleghiamo di seguito l'articolo "Il mostro JSF 35",
curato da Renato Sacco e pubblicato nel numero di dicembre 2006 di Mosaico
di pace.
I territori si mobilitino, la gente scenda nelle piazze, nelle case e nelle
associzioni se ne parli:
chiediamo che la cultura di pace e nonviolenza in cui crediamo si trasformi
in "politiche nuove" e in buone "pratiche concrete". Ovunque.
La redazione di Mosaico di pace

RESISTENZE
Il mostro JSF 35
Eccolo, arriva il nuovo aereo da guerra dai costi esorbitanti e dalla
potenza mostruosa, diabolica...
Renato Sacco
Un nuovo aereo da guerra? Certo! Si chiama Joint Strike Fighter, più
semplicemente JSF 35. Se ne sentiva proprio la mancanza! Il progetto ne
prevede l'assemblaggio all'aeroporto militare di Cameri (Novara). Sul
territorio ci si sta mobilitando da quando si è saputo di questo accordo.
Vediamo brevemente di capire cosa accade.
Le tappe di un accordo
Dicembre 1998: Memorandum di accordo tra USA e Italia per partecipare al
programma Joint Strike Fighter. Ottobre 2001: Lockheed Martin vince la gara
per sviluppo e produzione del JSF. Maggio 2002: il Senato italiano dà il via
libera alla partecipazione italiana. Agosto 2004: L'Italia fa il pieno di
contratti aziendali: Alenia, Finmeccanica, Datamat, Galileo Avionica,
Piaggio... per 138 milioni di dollari già ottenuti e altri 515 impegnati
(www.disarmo.it). 13 giugno 2006: "Nel programma JSF, l'Italia ha finora
investito 1.028 milioni di dollari, mentre i contratti già firmati dall'
industria italiana sono 870 milioni di dollari. La partecipazione dell'
Italia al programma per il Joint Strike Fighter garantirà 10.000 posti di
lavoro in Italia per i prossimi 45 anni e fornirà all'industria italiana un
volume d'affari di quasi 10 miliardi di dollari" (Generale Tricarico, capo
di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare. ANSA). Questi i dati. Da qui
gli incontri, le iniziative, le interpellanze parlamentari... anche perché
il sindaco di Cameri e il presidente della Provincia di Novara, entrambi di
centro-sinistra, hanno espresso subito parere favorevole a questo progetto.
"Sergio Vedovato, presidente della Provincia di Novara, legge ai giornalisti
il Comunicato di G. Magliano, direttore generale per la cooperazione
economica e finanziaria del ministero degli Esteri italiano: per l'area di
Cameri è previsto un investimento di 250 milioni di euro, 1000 posti di
lavoro per 10 anni, 200 diretti e 800 indiretti, per l'installazione all'
aeroporto militare di Cameri di una linea produttiva per l'assemblaggio di
JSF35. L'intera operazione ha un valore di 860 milioni di dollari. Il
memorandum di intesa con gli USA e altri dovrebbe essere firmato entro fine
anno. (La Stampa, 25 luglio 2006).
Cittadini contro...
Sul territorio è nato un tavolo di lavoro "Cacciabombardieri a Cameri: quale
futuro?" che ha organizzato vari incontri e continua a lavorare per una vera
informazione e per tentare di far cambiare orientamento non soltanto alle
amministrazioni locali ma soprattutto al Governo, modificando già subito
alcuni capitoli di spesa previsti nell'attuale finanziaria per il 2007. "I
caccia Joint Strike Fighters - scrive il tavolo di lavoro - sono bombardieri
da guerra aerea, trasportatori di bombe e potenziali trasportatori di
testate nucleari. Costeranno ai cittadini italiani da 150 a 250 milioni di
euro l'uno (totale da 20 a 30 miliardi di euro per ordinazione prevista: 131
velivoli!). L'Italia è partner di 2° livello... Si tratta di un progetto
costosissimo (già versato un miliardo per entrarci) e lungo, che allontana l
'Italia da un quadro di riferimento europeo e la lega alle scelte e ai tempi
del Pentagono e che stona vistosamente con le attuali esigenze di contenere
la spesa pubblica. Un progetto che nasce a livello militare-industriale, ma
non piace a tutti gli esperti militari e a tutti i generali; un progetto al
quale dicono no altri Paesi europei e altre forze politiche europee". "Da
ultimo la questione morale - continua il documento del tavolo di lavoro - e
questa riguarda ognuno di noi come persona e nella collettività.
...per attuare culture di pace
"Ci aspettiamo che una provincia che ha aderito al Coordinamento Nazionale
Enti Locali per la pace voglia tradurre la cultura di pace in scelte
politiche nuove, in buone pratiche concrete; e che coerentemente si opponga
alla proposta di assemblaggio degli JSF35 all'aeroporto di Cameri. Anche
questa è un'occasione di cambiamento". Ovviamente il "no" non vuole essere
solo un "no" per un problema locale... È un "no" che vale anche per l'aereo
più "europeo" Eurofighter e per tutte le spese militari, un businnes sempre
in aumento. L'Italia è al 7° posto nel mondo per spese militari con una
spesa annua pro capite di 484 dollari. Sono dati che fanno pensare sia a
tutte le vittime delle guerre, sia alle vittime della fame e della sete.



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