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Sent: Thursday, January 18, 2007 8:09
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Subject: Re: [glt NV] Re: [pace] Fw:
lettera di Antonello Repetto a Napolitano
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From: Enrico Peyretti
To: pace at peacelink.it ; GLT NONVIOLENZA
Sent: Thursday, January 18, 2007 4:22 PM
Subject: [glt NV] Re: [pace]
Fw: lettera di Antonello Repetto a Napolitano
Può spiegarci
Antonello Repetto (che capisco e rispetto) come il non votare aiuta il
rispetto del 5° comandamento?
Grazie! Enrico
Peyretti
Può spiegare sicuramente,
Antonello. Ove venga contattato telefonicamente al numero che non dimentica
mai di allegare ai suoi comunicati. Ché non dispone di posta elettronica.
Egli è persona di rara purezza, miglia lontana da sofismi e tatticismi. Il
tuo sì sia sì, il tuo no sia no. Né si vergogna, a bussare, come ha
fatto, "perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa
sarà aperto", alle porte delle caserme, presentandosi con una preghiera di San
Francesco... ed invitando a disertare. E mille altre cose belle. E
relative denunce e processi e spese legali.
E non è, evidentemente, nemmeno
così ingenuo, da lasciarsi convincere, e accade a fior di intellettuali
in buona e cattiva fede, che le differenze, che pure ci sono, tra
Berlusconi, Bersani e Bertinotti siano tali da, non dico salvare una ed
una sola vita in più, a Baghdad, Porto Palo, Marghera, Quirra, Villa Literno,
ma nemmeno valgan l'usura (ché bisogna esser sobri, non comprare sprecare
distruggere buttare inquinare) delle scarpe di chi vada a
votarli.
Repetto spiegherà, a chi vorrà chiamarlo.
Io, di mio, tenterei di spiegare, e in due
parole, come "il votare" aiuti il "non rispetto" del 5°
comandamento.
Al netto delle premesse, e sarebbero
chilometriche, sulla mutazione antropologica in corso. Esista o meno
una regia occulta,
Al netto delle premesse, e sarebbero chilometriche, su
questione morale, degenerazione partitocratica, Il potere e le
sue mosche.
Al netto delle premesse, e sarebbero chilometriche, su
mercantilismo, consumismo, sviluppismo, e prevalenza dell' economia
sulla politica.
E di un sacco di altre cose.
La legittimazione che di fatto Parisi (bontà sua) e
Prodi, e la loro politica di guerra, e le morti conseguenti,
ricavano dalla fiducia che le persone buone, come ti ritengo,
accordan loro votandoli, costituisce calamità ben superiore (anche in
termini culturali e di maturazione della coscienza critica
di un paese) della riduzione del danno, invero minima, che si
possa avere vedendoli sfrecciare sulle Maserati blu al posto di Bondi e
Berlusconi.
Ma non solo. Se oltre l'aspetto simbolico del non
votare, si andasse (ma l'ho detto tante di quelle volte... che
mi annoio a rileggermi) ad una critica aperta e senza sconti al
sistema a delinquere della partitica, nella fattispecie, a quella
di sinistra, cui cardiacamente siamo più o meno legati, non si
instaurerebbe un circolo virtuoso che porterebbe ad un rinnovamento
in chiave etica della politica?
Io non ti voto più, tu non avrai più potere, non farai
guerre, e disastri varii, in nome mio. Riprenderò a votare e votarti (o
io stesso mi farò forza politica), se ti rinnoverai, prenderai con te
(non come specchietti per allodole: questo già lo fai) solo chi non porti
interessi che non siano quelli dell'umanità tutta e dei più deboli,
dell'ambiente, e delle generazioni future.
Loro si fanno forti, nell'era delle plutocrazie
mediatiche, della legittimazione popolare che anche tu contribuisci a
fornirgli; consenso popolare naturalmente viziato, e indotto coi mezzi di
disinformazione di massa... Un gatto che da sempre si morde la coda. Che
poi le guerre siano decise dall'uno o l'altro fa poca
differenza.
Mi pare, Huxley, nel Ritorno al mondo nuovo,
scrivesse: ad ogni rivoluzione (od elezione?), A si sostituisce a B, e
viceversa; C rimane sempre sul fondo.
Tornerò a votare quando potrò farlo per il bene di C o
quanto meno per chi vi si spenda in buona fede. Ora non vedo
nessuno.
Tornerò a votare per un sankara qualsiasi. Quando
verrà.
Intanto faccio politica.
Datemi del qualunquista.
Saluti
Sandro Martis