riassunto (parziale eh...)iniziative per Vicenza



dai comunicati di Radiocittaperta

Aggiungo io e ricordo il sit in a Montecitorio domani 19.1.2007 ore 16 (a
Roma ,no?). Sono molto gradite le integrazioni...

BACI E NO BASI
Doriana





18/01/2007
Si moltiplicano le manifestazioni in tutta Italia contro la base USA di

Vista la decisione del Governo favorevole alla costruzione di una seconda
base USA a Vicenza (aeroporto Dal Molin) che oltre a devastare un'
enorme porzione di territorio ancora verde, realizzerebbe nella città
veneta un grande polo logistico-militare a supporto della guerra
infinita nei paesi mediorientali.
Il movimento NO-TAV della Valle di Susa, legato da un rapporto di
solidarietà con i Comitati e l'assemblea permanente NO-DAl MOLIN, indice
per questa sera alle 18,30 una fiaccolata di solidarietà in piazza della
stazione a Bussoleno. In contemporanea a Vicenza si svolgerà il
consiglio Comunale con i comitati di nuovo mobilitati per rendere
visibile un opposizione popolare che sta già trasformando Vicenza in una
nuova Valle di Susa. Presidi come quello valsusino si svolgeranno in
tutte le parti d'Italia dove comitati e cittadine si stanno battendo
contro le devastazioni del territorio e contro ogni tipo di nocività.
Dalla Valle di Susa tutta la nostra solidarietà ai cittadini e ai
comitati che si stanno battendo contro il Dal Molin...Sarà dura!

Sabato 20 gennaio a partire del 15 ci sarà un presidio a piazza Re enzo a
Bologna, promosso dal comitato per il ritiro delle truppe. Dice il loro
comunicato:
«Il governo Prodi ha deciso che la nuova base Usa di Vicenza si farà,
portando avanti il progetto del precedente governo di centro-destra.
Questa nuova base ingloberà l'aeroporto civile Dal Molin, trasformandolo
nella base logistica più importante dell'esercito americano, e ospiterà
la 173 Airborne Brigade, attualmente impegnata a massacrare il popolo
irakeno.
L'Italia ha avuto sempre una presenza massiccia di truppe straniere
statunitensi. In questi anni il loro ruolo non si è modificato, ossia
erano e rimangono il ponte di penetrazione militare statunitense nella
penisola balcanica e nel mediterraneo. Il nostro territorio è
disseminato di basi che portano torture e stragi in giro per il mondo,
inoltre la loro dislocazione sul territorio italiano ha provocato gravi
conseguenze ambientali come il caso della Maddalena in Sardegna. Anche
noi in
Emilia Romagna abbiamo una presenza di truppe Usa.
Contro questa nuova base si è sviluppata negli ultimi mesi una massiccia
mobilitazione popolare, culminata nella manifestazione del 2 dicembre,
in cui oltre 30.000 persone hanno sfilato in corteo per le vie di
Vicenza, "per la difesa della terra, per un futuro senza basi di
guerra". Oggi le speranze di questo movimento non sono morte, ma
subiscono un grave attacco da parte del centro-sinistra, rimasto ancora
una volta cieco e muto rispetto alle parole d'ordine del movimento
popolare contro la guerra.
La decisione su Vicenza si inserisce in una strategia di governo che non
ha mai messo in discussione il ruolo imperialistico degli Usa e della
Ue, che ha ampliato l'intervento dei militari
italiani all'estero grazie al cospicuo contributo della finanziaria, e
che ora potenzia la presenza dei militari statunitensi in Italia. Fra
non molto si discuterà del rifinanziamento della missione in
Afghanistan, chiediamo un atto coerente a chi si professa pacifista e
antimperialista. Oggi dobbiamo rilanciare il movimento no war e
sostenere con forza la battaglia popolare che sta conducendo la città di
Vicenza contro la base Usa. Per queste ragioni invitiamo tutti e
tutte a partecipare al convegno nazionale: Disarmiamoli - Per una rete
contro le basii della guerra e la militarizzazione della società, il 10
febbraio a Bologna».

Sabato 20 gennaio le Donne in Nero hanno organizzato una manifestazione
in sostegno del movimento vicentino contro l'ampliamento della base Dal
Molin.
Il corteo partirà alle 16 in piazza Andrea Costa

A Torino, questa sera c'è un presidio alle 18 in piazza Castello (lato
prefettura), in contemporanea con la mobilitazione che si svolgerà a
Vicenza, a partire dalle 16,30 davanti al Palazzo comunale.
Riportiamo il comunicato di Cantieri di pace: «Ancora una volta, sulla
costruzione di una seconda base USA a Vicenza (aeroporto Dal Molin), il
Governo italiano mostra di prediligere le "alleanze strategiche" al
volere delle comunità locali, dei cittadini.
In Italia ci sono bombe nucleari a Ghedi Torre e ad Aviano, sommergibili
nucleari alla Maddalena, migliaia di militari americani in più di cento
basi, ventottomila tonnellate di munizioni ed esplosivi USA
immagazzinati solo in Toscana.
Cantieri di pace, forum di associazioni e gruppi pacifisti torinesi,
condanna l'ennesimo atto di sudditanza del Governo italiano allo
strafottente Governo statunitense e al suo Presidente.
Invitiamo tutti i deputati, i senatori e tutti gli amministratori
pubblici che hanno a cuore la pace nel mondo e la sicurezza degli uomini
ad agire contro ogni iniziativa funzionale al riarmo ed alla diffusione
dei conflitti armati.
Cantieri di pace invita la società civile, i cittadini e le cittadine di
Torino a far sentire la propria voce e a partecipare al Presidio».

Il Brescia social forum ha organizzato per sabato 20 alle 16,30 un
presidio in sostegno al movimento contro l'allargamento della base
militare Dal Molin di Vicenza.
Il presidio si terrà a Brescia in corso Zanardelli (angolo via X
Giornate).

Di seguito il comunicato del Brescia social forum:
"La decisione del Governo di "non opporsi" all'ampliamento della base
militare statunitense di Vicenza è un fatto gravissimo.
Dopo l'aumento delle spese militari contenuto nella legge finanziaria
ora, con questo atto, si dà il via libera ad un intervento che devasterà
ulteriormente un territorio già fortemente militarizzato. Ma non è solo
questo. La base di Vicenza sarà la sede di nuove truppe americane di
intervento rapido secondo la logica della guerra globale permanente.
E tutto ciò passando sopra la volontà dei cittadini di Vicenza.
Anche la presenza di decine di testate nucleari nella base di Ghedi
rientra a pieno titolo in una concezione offensiva e di dominio militare
verso quelle aree del mondo ricche di risorse naturali in cui si vuole
"esportare la democrazia occidentale".