Re: [pace] roba da non crederci



per essere precisi la commissione di inchiesta e' stata approvata alla camera e dovrebbero iniziare i lavori tra poco.

Certo lasparizione delle molotov dimostra uno stato della democrazia disastroso.
Moltiplichiamo le energie.
Venite a Genova a seguire le udienze dei processi (quello della Diaz e' bloccato oslo per lemolotov, ma rimane l'autoferimento di un agente, il massacro di 36 persone e tanto altro) e' in corso il processo per le torture di Bolzaneto

notizie su
www.veritagiustizia.it

ciao
antonio bruno


Disobbedienti  <disobbedientimolise at libero.it>  :

> Roba da non crederci.... uno schieramento trasversale in parlamento nega la
> commissione d'inchiesta sul G8, ora spariscono le prove.... ma in quale
> democrazia viviamo?
> 
> 
> 
> http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2007/01_Gennaio/18/imarisio.shtml
> 
> Genova, il processo congelato per quanto riguarda la parte più delicata.
> Nomi noti della Polizia sono imputati di calunnia e falso
> Blitz alla Diaz, sparita la prova contro gli agenti
> L´irruzione nella scuola durante il G8: non si trovano le molotov che
> sarebbero state portate dagli investigatori
> 
> 
> GENOVA - Dopo l´agente con la coda da cavallo e le firme sui verbali di
> arresto, ci siamo giocati anche Gutturnio e Colli Piacentini. Sparite nel
> nulla. Le due bottiglie molotov addebitate ai 93 ragazzi arrestati durante
> la sanguinosa irruzione alla scuola Diaz, non si trovano più. In
> quell´ormai lontano G8, luglio 2001, una vita fa, dovevano essere la «prova
> regina», la conferma della pericolosità dei giovani finiti in manette.
> Divennero invece il fulcro dell´inchiesta sui poliziotti coinvolti in
> quella sanguinosa perquisizione. La «prova regina» era falsa.
> Fabbricata ad arte per incastrare i 93 no global e giustificare così un
> pestaggio a freddo, violentissimo, una specie di rappresaglia.
> Gli ordigni erano stati sequestrati durante gli scontri del pomeriggio, e
> portati alla scuola da due agenti mentre il blitz era in corso. Sono il
> fulcro del processo che dall´aprile 2005 si sta celebrando nell´Aula magna
> del Tribunale di Genova. In Italia, è avvolto in una nuvola di silenzio.
> All´estero è diverso. Alcune udienze sono state «l´apertura» del
> telegiornale della Bbc, quando a deporre fu il giornalista inglese Mark
> Covell, massacrato a calci e pugni dagli agenti davanti al cancello della
> scuola; altre sono finite in prima pagina sulla Frankfurter Allgemeine,
> quando venne rievocato il calvario di Lena Zuhlke, vent´anni, tedesca di
> Amburgo, un anno di ospedale per riprendersi parzialmente dalle fratture e
> dalle lesioni provocate dalle scarpate dei poliziotti. Qui da noi, il
> nulla, anche se tra gli imputati vi sono nomi molto importanti della
> polizia italiana, accusati a vario titolo di falso, calunnia, lesioni gravi.
> Eppure di cose ne succedono, nelle due udienze settimanali. Il clima è
> sempre frizzante. Sulla porta dell´aula ci sono sempre agenti che prendono
> le generalità di chi entra ed esce. L´udienza di ieri era di quelle
> importanti, lo testimonia la presenza di tutti gli avvocati degli imputati,
> evento mai successo dall´inizio del processo. Doveva deporre il dirigente
> Valerio Donnini, all´epoca responsabile del reparto che raccolse le molotov
> per strada. La discussione entrava nel vivo, insomma. Il legale
> di uno degli imputati ha chiesto che venissero mostrate in aula le due
> molotov. Durante tutta l´inchiesta, i riconoscimenti sono stati fatti
> tramite foto dei due ordigni, ma in dibattimento viene chiesta la sua
> ostensione. È uno stratagemma difensivo abbastanza comune. Trattandosi di
> corpi di reato, le due molotov dovrebbero essere a disposizione del
> Tribunale. Soltanto che nessuno le ha mai viste.
> L´ultima notizia delle due «prove regine» risale alla notte dei tempi. Il 7
> maggio 2002, la Procura chiede alla questura di Genova il numero esatto
> delle bombe incendiarie sequestrate nei giorni del G8. Sono cinque, è la
> risposta della Digos. Tre sono state distrutte, le altre due sono quelle
> della Diaz e sono custodite negli uffici della Polizia scientifica. Da lì
> in poi, nessuno ne ha più saputo nulla. Nei reperti del processo, quelle
> bombe non sono mai entrate. Nella storia di quest´inchiesta non è la prima
> volta che si verificano misteriose sparizioni. Era successo già un´altra
> volta, poco prima del rinvio a giudizio dei poliziotti. Erano scomparsi i
> tabulati telefonici ottenuti dalla Wind. La questura di Genova sosteneva
> di averli inviati in procura. Alla fine, vennero ritrovati negli uffici
> della Squadra mobile.
> È molto probabile che la sparizione delle molotov sia attribuibile
> soltanto ad incuria e trascuratezza. Ma quel che emerge dal processo della
> scuola Diaz è la scarsa collaborazione delle forze dell´ordine quando sono
> chiamate a indagare su se stesse. Nelle ultime udienze è stata certificata
> l´impossibilità di identificare un poliziotto dalla fluente coda di cavallo
> fotografato in primo piano durante l´irruzione. Parla con altri agenti, dà
> ordini. Nessuno l´ha riconosciuto. Così come nessuno degli altri firmatari
> del falsissimo verbale di arresto dei 93 no global ha saputo indicare di
> chi è la quindicesima firma posta sul documento.
> L´eccezione si chiama Luca Salvemini, fa il vicequestore a Palermo e nel
> giugno 2002 venne incaricato dalla procura di Genova di indagare sui falsi
> commessi dai poliziotti. Lo fece. E la scorsa settimana, si è limitato a
> raccontare in aula come le due molotov siano state introdotte alla Diaz
> mezz´ora dopo l´inizio della perquisizione, mentre i migliori investigatori
> d´Italia parlottavano tra loro nel cortile dell´istituto senza accorgersi
> di nulla, nel migliore dei casi. La sua deposizione ha
> inevitabilmente messo in risalto l´omertà e la mancanza di collaborazione
> degli altri suoi colleghi. Il riassunto delle puntate precedenti finisce
> qui. In attesa del ritrovamento delle molotov, se mai avverrà, il
> dibattimento va avanti a scartamento ridotto. Il tribunale ha deciso di
> «congelare» le testimonianze relative alle bottiglie incendiarie. Senza
> Gutturnio e Colli Piacentini, almeno per ora i vertici della Polizia sono
> dispensati dalla spiacevole incombenza.
> Marco Imarisio
> 18 gennaio 2007
> 
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> L'autoritarismo ha bisogno
> di obbedienza,
> la democrazia di
> DISOBBEDIENZA
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