La continuità del governo



La continuità

Alla fine, sembra che stiano prevalendo le ragioni - chiamiamole così -
della soggezione agli Stati uniti e della possibilità di appalti che fanno
gola alle imprese di costruzione [tra le candidate c'è anche la Cmc delle
Coop]. Perciò ora Prodi dice, in modo ipocrita, "non ci opporremo" alla
base militare statunitense sul sito dell'aeroporto Dal Moltin, a Vicenza.
Anzi, in mezzo a Vicenza. Una situazione tale, che Ilvo Diamanti, che è di
quelle parti, ha dichiarato: "Sarebbe come voler costruire una base
militare dentro Villa Borghese a Roma". Sarà interessante ora capire fino a
che punto le sinistre radicali, Rifondazione in testa, vorranno opporsi a
quel che a tutti gli effetti è un ordine partito da Washington, rimbalzato
su Palazzo Chigi e consegnato nelle mani del sindaco [di destra] e degli
industriali di Vicenza dall'ambasciatore degli Stati uniti in Italia,
qualche giorno fa.

Eravamo curiosi di vedere se il governo avrebbe dato prova di autonomia,
quando è risultato evidente, grazie alla campagna condotta dal solito
Corriere della Sera, che gli veniva richiesto - dagli americani e dai
"poteri forti" in Italia - una prova di continuità, sia nelle alleanze
militari [ossia nella guerra] che, come nel caso della Tav o del Mose, nel
perseguimento di uno "sviluppo" fatto di "grandi opere": quelle che hanno
provocato un gigantesco buco nelle casse dello stato, i 15 miliardi
infilati di soppiatto nell'ultima finanziaria, frutto di una gigantesca
truffa legalizzata [di cui Carta in edicola documenta fin l'ultima cifra e
marchingegno].

La faccenda di Vicenza ha questo di spinoso: che unisce l'aspirazione alla
pace, a star lontano dalle truppe mandate qui e là a uccidere [e a farsi
uccidere, a giudicare dalla forsennata tattica di Bush in Iraq e dalle
perdite dell'esercito Usa], con la rivendicazione della sovranità sui
propri luoghi. Perciò Vicenza, la gran parte dei suoi cittadini di ogni
tendenza, le famiglie e le associazioni, si sono ribellati. Ora, se Prodi
confermerà la resa di fronte agli americani, Vicenza diventa - come già la
Valle di Susa - il simbolo e il luogo concreto in cui una certa idea del
mondo, e del suo benessere, si scontra con l'idea opposta. Qualunque cosa i
comitati cittadini della città veneta decideranno di fare, noi - per quel
che contiamo - saremo con loro, e chiameremo tutti, al di là di ogni
convenienza politica, a sostenerli.


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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA