Re: [pace] Resistere. Considerazioni sulla vicenda dal Molin



Dopo la prima sdegnata reazione, alla notizia, ieri sera, del consenso di
Prodi, le notizie di stamani (GR1 e Primapagina) mi sembrano migliori. Prodi
avrebbe detto che il governo "non si oppone" e rimette la questione
urbanistica al referendum cittadino. Lavorate ora a Vicenza, dove pare
(Diamanti? Mannheimer?) che la maggioranza sia contraria, con l'aiuto di
tutto il movimento, vigilando attentissimamente sulle degenerazioni violente
e le provocazioni interne e esterne.
Buona salute, buon coraggio, buona resistenza, buona speranza. Enrico
Peyretti





----- Original Message ----- 
From: "Francesco Lauria" <francescollauria at yahoo.it>
To: <pace at peacelink.it>
Sent: Wednesday, January 17, 2007 12:52 AM
Subject: [pace] Resistere. Considerazioni sulla vicenda dal Molin


> Resistere. Considerazioni sulla vicenda dal Molin
>
>
>  Da poche ore il Presidente del Consiglio Romano Prodi
> ha dichiarato l'assenso del governo italiano al
> raddoppio della base militare americana di Vicenza.
>
>  Lo ha fatto, credo, nel peggiore dei modi e cioè
> dichiarando che si tratta semplicemente di un
> "problema urbanistico".
>
>  Lo ha fatto dopo alcuni giorni in cui si sono
> succeduti sterili e strumentali dibattiti sui tassi di
> americanismo ed antiamericanismo e in cui la politica
> italiana ha dimostrato ancora una volta un grado di
> superficialità e subalternità imbarazzante.
>
>  Lo ha fatto dopo una mobilitazione senza precedenti
> che ha coinvolto nell'opposizione al progetto una
> importante, ampia, consapevole fetta dell'opinione
> pubblica vicentina e nazionale.
>
>  Il problema originato dalla base Dal Molin riguarda
> certamente Vicenza e i comuni limitrofi, riguarda
> certamente i lavoratori italiani e non occupati nella
> base, ma pone un orizzonte di prospettiva ben più
> ampio.
>
> Faccio mie questa recente dichiarazione di Savino
> Pezzotta:  "mentre parliamo della produzione e del
> commercio delle armi non possiamo non ampliare la
> nostra riflessione e chiederci se è possibile e come è
> possibile costruire un impegno che porti verso la pace
> e l'abbandono della violenza. Mi domando se siamo in
> grado oggi di costruire delle piste di vita che siano
> quotidianamente in resistenza verso l'aggressività,
> l'affermazione di sé, la conquista del miglior posto,
> la voglia di potere, l'attivismo frenetico, il
> consumismo e il predominio di genere."
>
>  Ma soprattutto aggiungo che siamo tutti chiamati a
> non separare le scelte ideali dall'agire quotidiano.
>
>  Le guerre e il terrorismo, la logica di potenza e la
> retorica militarista spingono in alto le spese
> militari e il commercio internazionale di armi e in
> questo senso non si può, non si deve dimenticare il
> ruolo e la funzione della caserma Ederle nel tempo
> dell'amministrazione Bush.
>
>  Nè va dimenticato l'aumento dell'11 per cento delle
> spese militari della prima finanziaria del  governo di
> centrosinistra.
>
>  Ciò che occorre oggi è il recupero globale di una
> coscienza collettiva di luogo e di una promozione
> autentica e continuativa di una democrazia reale.
>
>  La vicenda Ederle-Dal Molin è infatti una grande
> occasione per un impegno serio e deciso di resistenza
> nonviolenta in cui la riconversione delle basi
> militari verso il civile non è una battaglia
> ideologica, ma una scelta di campo.
>
>  Costruire la pace ha dei costi e questi costi
> incrociano le nostre responsabilità verso le nostre
> comunità, l'intera umanità ed il pianeta.
>
>  Per questo non ci si può che opporre e resistere
> pacificamente al via libera ad un raddoppio di una
> base militare strumento della guerra preventiva e
> permanente; scelta tutt'altro che urbanistica e
> meramente amministrativa.
>
>  Francesco Lauria
>  Presidente Associazione Europa Plurale
> http://www.europaplurale.org
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