Ed ecco Prodi



Ed ecco Prodi

Dopo le affermazioni di Massimo D’Alema di qualche giorno fa in Parlamento, sulla missione in Iraq, ecco adesso Romano Prodi: “Quella italiana non è stata un’occupazione, ma l’aiuto ad un popolo in cerca di futuro”. Lo ha dichiarato ieri il Presidente del Consiglio nella conferenza stampa tenuta a Ciampino dopo il rientro della bandiera del contingente italiano in Iraq (da “il manifesto “ del 3/12).

Il teatrino della politica difende se stesso cimentandosi nel dare copertura in merito a prossime incriminazioni relative alla violazione della Costituzione, alla strage di Nassyiria, ai morti iracheni, ecc, ben sapendo che sono reati che non vanno in prescrizione (senza dimenticare i bombardamenti di città e infrastrutture nel 1999 sulla Jugoslavia e che – come si legge in giro - del disastro Iraq per primo si prepara a risponderne in patria George W. Bush). 

Ma c’è di più. In queste ultime ore la situazione in Libano sta diventando esplosiva. 
Gli stessi Prodi e D’Alema si sono affrettati, insieme a tutto il mondo occidentale, a dichiarare il loro appoggio all’attuale governo di Fouad Siniora che ormai, invece, non ha più alcuna legittimità né costituzionale né politica. E visto che Bush ogni settimana perde un pezzo della sua amministrazione, in sua vece ci hanno pensato Egitto e Giordania a minacciare che loro non resteranno a guardare se i milioni di libanesi che manifestano pacificamente in piazza dovessero – questi sì – legittimamente far cadere il governo allo scopo di indire nuove elezioni.

Sarebbe a mio avviso interessante conoscere in merito a tali ultime  posizioni di Prodi e D’Alema l’opinione che ne hanno i promotori della manifestazione del 18/11 a Milano (Cgil, Tavolo della Pace, Arci, Rifondazione, ecc); ovvero – e con tutto il rispetto – se ne pensano qualcosa.

5/12/6 - Leopoldo BRUNO      

   




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