Dichiarazione sulla manifestazione di Roma per la Palestina del 18 novembre 2006 (5)



ISM-Italia

Dichiarazione sulla manifestazione di Roma per la Palestina

 

La manifestazione di Roma, “Palestina libera, adesso”, è stata promossa e lanciata da Forumpalestina nella assemblea del 17 settembre a Roma, a seguito di quanto è accaduto con l’aggressione israeliana al Libano e della pulizia etnica che continua nella striscia di Gaza e nella Cisgiordania.

L’appello finale è stato messo a punto attraverso numerosi contatti in rete e nell’assemblea del 5 novembre a Firenze.

 

ISM-Italia ha partecipato alle due assemblee e ha aderito alla manifestazione con la dichiarazione in allegato.

Le parole d’ordine, riassunte nel manifesto della manifestazione, sono state le seguenti:

1.     per la revoca dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele

2.     per la revoca del vergognoso embargo dell’Unione Europea contro il popolo palestinese

3.     per la revoca degli accordi economici tra le regioni italiane e le autorità israeliane

4.     stop al muro dell’apartheid

5.     autodeterminazione del popolo palestinese

6.     solidarietà con la resistenza dei popoli

7.     sanzioni e boicottaggio contro l’occupazione israeliana

 

La manifestazione di Roma è stata la prima grande manifestazione italiana che ha inserito tra le parole d’ordine il boicottaggio di Israele facendo suo l’appello del 9 luglio 2005 della società civile palestinese al boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni, (BDS), anche con una proposta precisa, quella contro la Telecom.

Il testo dell’appello si può trovare in italiano sul sito www.ism-italia.it e in inglese sul sito http://stopthewall.org/news/boycot.shtml.

ISM-Italia è stata costituita in particolare per promuovere l’appello palestinese.

Invita quindi sia le organizzazioni, sia i singoli partecipanti alla manifestazione di Roma:

·        a diffondere l’appello

·        ad esprimere formalmente l’adesione all’appello inviando una email di adesione a info at ism-italia.it.

Le adesioni saranno comunicate a BADIL, STOPTHEWALL, PACBI, le organizzazioni palestinesi che gestiscono a livello internazionale la campagna BDS.

 

ISM-Italia invita inoltre Forumpalestina a programmare nella prossima assemblea una sessione di lavoro dedicata alla definizione della campagna BDS in Italia.

Una campagna che oltre ad essere diretta contro Israele deve prevedere il boicottaggio di tutte le attività di cooperazione, culturale, economica e militare, tra enti pubblici e privati italiani e organizzazioni israeliane.

Una campagna che deve prevedere in particolare azioni di boicottaggio e di contestazione di tutte quelle iniziative che hanno come obiettivo di influire sull’opinione pubblica attraverso l’uso scientifico della menzogna e della manipolazione.

Due esempi per tutti, il padiglione israeliano alla Biennale Architettura e la mostra in corso a Milano, promossa anche dalla Provincia di Milano, “Israele Arte e Vita 1906 – 2006”, che invitiamo tutti/e a visitare per verificarne di persona l’infimo livello artistico e culturale.

Due opere di Adi Nes, tra tutte,:

1.     “un’ultima cena” dove gli apostoli sono sostituiti da soldati israeliani

2.     “una rivisitazione della Pietà di Michelangelo in cui la figura di Maria che conforta Gesù morente è sostituita da quella di un soldato dell’esercito israeliano ferito, stretto tra le braccia di un compagno”, (sic!, dal catalogo)

 

E’ semplicemente scandaloso che gli organizzatori della manifestazione di Milano abbiano ritenuto opportuno e necessario, al termine della stessa, recarsi all’interno della mostra(1).

 

ISM-Italia sottolinea il processo democratico che ha caratterizzato la preparazione della manifestazione, processo che prosegue con il dibattito aperto sul sito di Forumpalestina, e il significato della grande partecipazione e della condivisione non superficiale delle parole d’ordine.

Le grandi manifestazioni di sintesi, come quelle del 18 febbraio e del 18 novembre, dovrebbero essere precedute e seguite da un lavoro diffuso, fatto anche di atti individuali di responsabilità morale e politica, nuovo nelle pratiche operative, distribuito negli spazi della cittadinanza e continuo nei tempi dell’impegno.

E’ questa l’unica strada per evitare ambiguità politiche e presenze inopportune(2).

 

Tra le ambiguità politiche la adesione e la partecipazione di alcuni sia alla manifestazione di Roma che a quella di Milano e la reiterazione da parte di esponenti politici presenti alla manifestazione di Roma, dello slogan “due popoli - due stati”, slogan estraneo alla piattaforma.

 

ISM-Italia organizzerà nel 2007 un incontro di studio sul tema “One Democratic State”(3).

 

Il comportamento della stampa e, a seguire, le prese di posizione del ceto politico dopo la manifestazione sono a tutti note: un’azione di disinformazione, stigmatizzata dal presidente della FNSI Paolo Serventi Longhi, e un coro di false indignazioni e di strumentalizzazioni ipocrite.

 

Nessun rilievo, nessuna attenzione da parte dei media  alle parole dei palestinesi presenti sul palco a Roma e di  Leyla Khaled(4), alla quale il Ministro degli esteri italiano, considerato da molti un pericoloso filopalestinese, ha negato l’ingresso in Italia, che ha fatto arrivare il seguente messaggio, letto a Roma da una donna palestinese:

 

“Care compagne, cari compagni,

Avrei voluto essere tra di voi per portarvi i saluti dei palestinesi ma mi è stato impedito. Sembra che in questo mondo unipolare possono circolare solo le merci ma non le persone e purtroppo ai palestinesi, decimati da un embargo infinito, neanche le merci arrivano. Anche per questo le manifestazioni di solidarietà come la vostra sono essenziali per noi. Grazie per aiutarci a spezzare il muro di silenzio che insieme all'altro muro, che si estende per chilometri intorno ai territori occupati, rinchiude il nostro popolo in una gabbia a cielo aperto. Per questo l'iniziativa è utile e condivido la vostra proposta: chiediamo al governo italiano di abolire gli accordi di cooperazione militare con Israele e la fine di tutti quegli accordi a carattere economico e/o scientifico che alimentano l'economia di guerra. Chiediamo che venga spezzato l'embargo a catena contro il nostro popolo umiliato e privato di ogni diritto. Chiediamo il ritorno dei profughi esuli da 60 anni. Lo chiediamo a tutte le forze progressiste e a tutti i movimenti che desiderano un mondo diverso.

Care compagne, cari compagni, la nostra sofferenza è grande, il nostro presente è incerto ma siamo determinati a resistere.

La lotta per una Palestina libera sarà il contributo del nostro popolo alla libertà di tutte e tutti.

Alla realizzazione di un mondo dove la libertà non sia solo una vuota parola.

Leila Khaled, 18 novembre 2006”

 

Messaggio questo che segna la dimensione morale e politica della manifestazione di Roma.

 

ISM-Italia esprime, infine, la sua solidarietà a chi ha tentato, sia il 18 febbraio che il 18 novembre, di contestare e di denunciare “l’inopportunità di alcune presenze”.

 

ISM Italia, 30 novembre 2006

 

(1) Così Francesco Battistini descrive, con molta ironia, sul Corriere della Sera del 19 novembre la manifestazione di Milano: “Riflessioni: ”Non si deve affievolire la solidarietà con Israele” (Filippo Penati, presidente Provincia di Milano(5)) …. Due soli leader nazionali: Guglielmo Epifani e Raffaele Bonanni, Cgil e Cisl. Troncare, sopire ogni provocazione. L’ordine di servizio funziona. I toni sono morbidi. Gli amici dappertutto:”Amici vigili urbani, potete spostarvi?”, chiede qualcuno al megafono. Il promoter(6) Flavio Lotti va a Palazzo Reale a incontrare “gli amici ebrei” (quelli della mostra infima, nda). Arriva “l’amico ambasciatore palestinese”, Sabri Atehieh, ma è amichevolmente che gli sconsigliano di parlare dal palco “per non squilibrare”. E Abu Ali Shwaima, l’imam di Milano, quello della rissa con la Santanché? Chi l’ha invitato? “Vorrei dire che questo corteo è un po’ troppo filoisraeliano …”. Tengono giù dal palco anche lui. Con amicizia.”

 

(2) Tra le presenze inopportune (gli eufemismi sono d’obbligo) quella di gruppi, assolutamente estranei al processo democratico che ha portato alla definizione dei contenuti della manifestazione, che hanno replicato il copione del 18 febbraio, sovrapponendosi violentemente allo spirito serio, sereno e responsabile della totalità dei partecipanti.

Un gesto distruttivo che configura una qualche manovra predisposta ad hoc, in stanze lontane, con un preciso obiettivo: la criminalizzazione della manifestazione di Roma ad uso e consumo degli interessi di Israele e dei suoi sodali di destra, di centro e di “sinistra” in Italia.

 

(3) A gennaio uscirà in inglese un saggio a più mani coordinato da Jamil Hilal dal titolo “The Demise of the Two-State Solution” (Morte della soluzione Due-Stati).

A Ginevra è stata recentemente formalizzata la costituzione di “The Association for One Democratic State in Palestine/Israel”.

Il consiglio di amministrazione è costituito da:

Prof. Mahmoud N. Musa, Palestine, President

Mr. William Cecil-Smith, Canada, Dr Ghada Karmi, United Kingdom  

Mme Maha Kirata, Switzerland, Prof. Joel Kovel, USA

Dr. Virginia Tilley, South Africa

(Virginia Tilley is a professor of political science, a US citizen working in South Africa, and author of The One-State Solution: A Breakthrough for Peace in the Israeli-Palestinian Deadlock)

Dr. Maan Zrein , France

 

(4) Esponente storica della sinistra laica e marxista palestinese e rappresentante del Consiglio Nazionale Palestinese.

 

(5) Il Penati di solidarietà con Israele se ne intende, accordi di cooperazione anche nelle nanotecnologie care a Shimon Peres, patrocinio della mostra di Milano con distribuzione, a sua cura e a sue spese – cioè a cura e a carico della Provincia di Milano – di ignobili libelli sulla storia e la democrazia dello Stato di Israele alle scuole della provincia.

 

(6) “Promoter”, sostantivo di indubbia pregnanza per definire il promoter indicato.

 

 

ISM-Italia

Dichiarazione di adesione alla manifestazione di Roma del 18 novembre 2006 

 

Gli avvenimenti di questo orribile 2006 in Medio Oriente confermano la convergenza sempre più stretta dei progetti USA-UE con quelli dello Stato di Israele.

L’aggressione israeliana al Libano, concordata e sostenuta dal governo americano con la complicità attiva dei governi europei e quella passiva dei governi arabi “moderati”, è stata una tappa ulteriore della guerra iniziata in Afghanistan e proseguita in Iraq, della pulizia etnica in Palestina iniziata nel 1947, è stata una tappa verso la guerra che ora minaccia Iran e Siria.

L’obiettivo è quello di spezzare la volontà di resistenza dei popoli che si oppongono alla realizzazione dei progetti di controllo strategico della regione e di espropriazione delle sue risorse.

Un obiettivo perseguito con ogni mezzo:

  • la ferocia della guerra post-fordista e nanotecnologica(1)
  • la distruzione sistematica delle risorse e delle infrastrutture
  • il boicottaggio economico e finanziario
  • l’uso scientifico della menzogna mediatica
  • l’applicazione ipocrita e sistematica di due pesi e di due misure (il cosiddetto “double standard”)  

Il progetto di dominio non ha ottenuto i successi sperati, e dichiarati con eccessivo anticipo(2),  le forze di occupazione sono impantanate sia in Irak che in Afghanistan, l’esercito israeliano si è scontrato con una resistenza popolare inattesa in Libano, la popolazione palestinese non accetta, malgrado mesi di blocco politico economico e la brutalità senza precedenti dell’escalation militare, di cedere al ricatto della fame e del terrorismo israeliano e mostra di non voler rinunciare ai suoi diritti nazionali legittimi.

Ma la posta in gioco per l’Occidente e per lo Stato di Israele è tale che la guerra totale condotta contro i popoli non si arresterà a causa delle difficoltà incontrate.

In questa situazione è nostro dovere, morale e politico, sostenere senza esitazioni e senza riserve, la resistenza dei popoli aggrediti.

Come ha scritto Ilan Pappe, “Solo due movimenti in questa area resistono contro Israele e gli USA. Tristemente per le persone di sinistra, come me, non vengono dalla “nostra scuola”, ma noi dobbiamo avere rispetto per la loro determinazione e per la loro volontà nel resistere alla occupazione e alla colonizzazione. Questi movimenti sono Hamas and Hizbollah”(3).

Abbiamo costituito ISM-Italia nel gennaio del 2006  a partire dalla constatazione non solo delle “reticenze” assai diffuse a sostenere i diritti storici dei Palestinesi, il diritto al ritorno dei profughi, il diritto a resistere all’occupazione e alla colonizzazione sionista della Palestina, ma anche del rifiuto di aderire all’appello della società civile palestinese del 9 luglio 2005 al boicottaggio, disinvestimenti e sanzioni contro lo stato israeliano e alle richieste nello stesso senso dei dissidenti radicali israeliani.(4)

A marzo, dopo i fatti di Gerico, ISM-Italia aveva espresso profonda meraviglia e preoccupazione per le reiterate prese di posizione dei partiti maggiori del centro-sinistra e il silenzio delle grandi organizzazioni sindacali, che hanno di fatto cancellato dalla loro agenda il problema Palestina, facendo proprie le equazioni  “Israele = democrazia”  e  “Palestinesi = terrorismo + fondamentalismo islamico”, passando da una ambigua posizione di equidistanza a una posizione di netto appoggio allo Stato di  Israele e denunciava l’emersione in modo preoccupante di un inquinamento prodotto, anche a sinistra,  dalle teorie  dei  neocons  americani e l’emergere di una strisciante cultura neocoloniale, di una deriva a destra pericolosa perchè alimenta indirettamente quello stesso “scontro di civiltà” che a parole tutti sembrano deprecare.  

Se è doveroso fare i conti con la crisi del pacifismo “prêt à porter”, occorre anche avere l’onestà intellettuale di riconoscere che la crisi non risparmia nessuno. 

Gli scarsissimi, se non nulli, risultati politici ottenuti stanno a dimostrarlo.

Vanno anche riconsiderate le forme di azione: le marce, le veglie per la pace, gli appelli, il sovrapporsi disordinato di “campagne” non sembrano avere alcuna efficacia per promuovere una alternativa.

Sempre a marzo ISM-Italia aveva sostenuto che solo un insieme di atti individuali di responsabilità morale e politica può portare alla definizione di un movimento di solidarietà con la lotta di liberazione nazionale palestinese, nuovo nelle indicazioni politiche, - denunciare, per impedirla, la pulizia etnica in corso - nuovo nelle pratiche operative, diffuse negli spazi della cittadinanza e continue nei tempi dell’impegno, nuovo perché rinuncia ad ogni delega ad organizzazioni la cui ambiguità ha avuto e ha effetti negativi e paralizzanti.

Affermazione che ISM-Italia estende a tutti i campi di mobilitazione.

ISM- Italia rinnova il suo impegno a:

  • organizzare la partecipazione italiana alla campagna di boicottaggio internazionale di Israele
  • contribuire alla partecipazione italiana alle campagne dell'ISM in Palestina
  • promuovere l'informazione sulla situazione palestinese

Con queste motivazioni ISM-Italia aderisce alla manifestazione di Roma del 18 novembre 2006 indetta da Forumpalestina.

 

ISM-Italia, 3 novembre 2006

 

(1) “In una guerra di questo tipo (quelle in Libano, a Gaza e in Cisgiordania, nda), è necessario poter utilizzare una tecnologia completamente nuova, come la nanotecnologia – una nuova dimensione, e non semplicemente un miglioramento delle tecnologie esistenti”, Upgrading war, privatizing peace” di Shimon Peres, Haaretz 31 08 06

(2) “Mission accomplished”, ebbe a dire G.W.Bush il 2 maggio 2003 dalla tolda della Abraham Lincoln al largo del Golfo Persico, una portaerei spinta da due reattori nucleari. Ma nel solo mese di ottobre sono morti in Iraq 105 soldati americani mentre il numero totale dei morti della coalizione è di 3.058. I morti iracheni, che come è noto non si contano ma si “stimano”, secondo una ricerca recentissima, supererebbero i 600.000.

(3) http://www.socialistworker.co.uk/article.php?article_id=9307

(4) Come ha scritto sempre Ilan Pappe: Nothing apart from pressure in the from of sanctions, boycott and divestment will stop the murdering of innocent civilians in the Gaza Strip. There is nothing we here in Israel can do against it. Brave pilots refused to partake in the operations, two journalists – out of 150 – do not cease to write about it, but this is it. In the name of the Holocaust memory, let us hope the world will not allow the genocide of Gaza to continue”, Genocide in Gazadi Ilan Pappe, The Electronic Intifada, 2 September 2006.

Come ha scritto Gideon Levy: La stessa cosa è vera per i pochi attivisti per la pace che ancora riescono a muoversi per i territori, per protestare e offrire assistenza alle vittime dell’occupazione all’interno di organizzazioni come l’International Solidarity Movement (ISM) – che Israele combatte rendendo impossibile ai suoi membri l’entrata attraverso i propri confini. Sarebbe stato meglio se gli israeliani si fossero mobilitati per combattere al posto loro. Ma eccetto alcuni pochi e modesti gruppi, non vi è alcuna protesta in Israele e nessuna reale mobilitazione. E così non rimane altra speranza che l’aiuto del resto del mondo. Il mondo può aiutare Israele, in modo limitato, a salvarsi da se stessa. In una situazione in cui i Governi occidentali di fatto sostengono il perdurare dell'occupazione, anche se si dichiarano contrari, questo ruolo passa alle organizzazioni della società civile. Quando un gruppo di avvocati americani, ebrei inclusi, si appellano al boicottaggio della società Caterpillar, i cui bulldozer hanno raso al suolo interi quartieri a Khan Yunis e Rafah, dovrebbero essere ringraziati per questo”,  Con un po’ di aiuto da fuori di Gideon Levy, Haaretz 2006 06 04

 

Nota

Questa dichiarazione è il risultato di numerosi contributi diretti e indiretti.

Alcuni, come quelli di Gideon Levy e Ilan Pappe, sono indicati nel testo e nelle note.

Sono stati anche citati un premio Nobel per la Pace (!) e un presidente americano.

Un contributo importante di analisi lo dobbiamo a una recente dichiarazione del MSRPP (Mouvement de Soutien à la Résistance du Peuple Palestinien).

 

ISM- Italia info at ism-italia.it www.ism-italia.it under construction

ISM-Italia è il gruppo di supporto italiano dell’ISM.

L’International Solidarity Movement (ISM www.palsolidarity.org) è un movimento palestinese impegnato a resistere all’occupazione israeliana usando i metodi e i principi dell’azione-diretta non violenta. Fondato da un piccolo gruppo di attivisti nel 2001,  ISM ha l’obiettivo di sostenere e rafforzare la resistenza popolare assicurando al popolo palestinese la protezione internazionale e una voce con la quale resistere in modo nonviolento alla schiacciante forza militare israeliana di occupazione.

 

 

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