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Fw: [Ticket#: 2006112110001016] Gli elettori dell'Unione esigono spiegazioni [...]
- Subject: Fw: [Ticket#: 2006112110001016] Gli elettori dell'Unione esigono spiegazioni [...]
- From: "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it>
- Date: Thu, 23 Nov 2006 22:03:03 +0100
Ricevo e comunico. Ciao! Enrico ----- Original Message ----- From: "Organizzazione - Romano Prodi" <organizzazione at romanoprodi.it> To: "Enrico Peyretti" <e.pey at libero.it> Sent: Wednesday, November 22, 2006 6:46 PM Subject: [Ticket#: 2006112110001016] Gli elettori dell'Unione esigono spiegazioni [...] Caro Enrico, condividiamo con te, i nostri elettori ci hanno votato per avere delle scelte politiche volte a diffondere la pace. Devi riconoscere che le scelte fatte in questi primi 6 mesi, in particolare: ritiro dall'Iraq e missione in Libano , stanno contribuendo in modo sostanziale a diffondere la pace. Riferendosi alla finanziaria in effetti sono stati incrementati i fondi a disposizione delle forze di sicurezza e delle forze militari, per diffondere la pace servono anche forze militari con mezzi e strumenti adeguati, la missione in Libano lo insegna. Fare una politica di pace non significa mandare i nostri in missioni di pace, senza i mezzi e l'equipaggiamento atto a garantire le più normali norme di sicurezza. Per quanto riguarda le forze di sicurezza, dopo i tagli del precedente governo la Polizia , i Carabinieri e la Guardia di Finanza non avevano neanche le risorse necessarie per acquistare la carta per gli uffici, e la benzina per le auto, ripristinare tali fondi era un'atto dovuto. Il governo Prodi è e sarà sempre per una politica che ponga la pace come obiettivo fondamentale e primario. Cordiali saluti a presto. Lo staff di incontriamoci > Gli elettori dell'Unione esigono spiegazioni e correzione, perché hanno > votato per una politica di pace. > Enrico Peyretti, Torino > > > > > -------- Messaggio Originale -------- > Oggetto: A proposito di finanziaria... > Data: Tue, 21 Nov 2006 10:16:57 +0100 > Da: Deiana Elettra <deiana_e at camera.it> > A: <lisa.clark at libero.it> > > > > * * > > > *Intervento in Aula di Elettra Deiana, 7 novembre. Discussione > sulla finanziaria* > > > *Con questo intervento voglio segnalare un punto, che il mio > gruppo ritiene particolarmente critico, del disegno di legge > finanziaria in esame: quello relativo alle spese militari, in > particolare il fondo destinato a finanziare i programmi di > armamenti. Noi siamo contrari a questa scelta, in > considerazione di quello che riteniamo dovrebbe essere un > diverso equilibrio tra tagli e incrementi di spesa, sia per > ragioni relative alle politiche di difesa che sottendono > determinate scelte in materia di armamenti. > Nel rapporto 2006 del Sipri, il più prestigioso istituto di > ricerca sul disarmo nel mondo, ci viene consegnato un dato > allarmante sulle spese militari a livello internazionale; tali > spese sono caratterizzate da un incremento significativo nel > 2005: 1.120 miliardi di dollari, ben 83 in più rispetto al > 2004; il che costituisce il 2,5 per cento del PIL mondiale. > Gli USA sono ovviamente in testa alla classifica, ma anche > l'Italia non scherza, signor sottosegretario. A dispetto dei > molti discorsi che vengono fatti da diverse parti sulla > pochezza dell'impegno finanziario per la difesa, l'Italia dopo > la Germania si trova al settimo posto tra i paesi che spendono > in armi, rientrando pienamente nel /club/ dei G7 delle spese > militari. Ovviamente, per avere un'idea precisa della quantità > di fondi destinati a questo settore bisogna andare oltre il > bilancio ordinario della difesa, conteggiando in finanziaria i > vari fondi destinati alle missioni militari e quelli a > copertura di spese di armamenti, come avviene in questa > finanziaria, che prevede l'istituzione di un assai sostanzioso > fondo destinato a finanziare, appunto, i programmi di > produzione militare. > Questo particolare capitolo di spesa, tra l'altro - qui mi > rivolgo con particolare urgenza al Governo -, richiede, o > dovrebbe richiedere, una specifica ed approfondita > discussione, che non è mai avvenuta in passato e che mi auguro > invece il Governo dell'Unione voglia predisporre: una > discussione non solo sulla valenza sociale della destinazione > di così cospicue risorse pubbliche agli armamenti - quando la > tendenza storica in atto, in parte confermata da questa > finanziaria, è quella di tagliare su voci fondamentali di > /welfare/ -, ma anche e soprattutto, dal punto di vista > militare, sul significato politico e strategico di tali > scelte. A quale strategia di difesa, a quale strategia delle > alleanze, a quale ruolo geopolitico dell'Italia sono utili e > funzionali tutti quei sistemi di arma elencati doviziosamente > nella nota aggiuntiva allo stato di previsione per la difesa > per l'anno 2007 (quelli finanziati appunto dal fondo di cui > parlavo sopra)? > E ancora: qual è la convenienza economica, in termini di > politiche industriali, di questi finanziamenti? Voglio > limitarmi, per evidenti ragioni di tempo, ad un solo esempio, > quello del /Joint Strike Fighter/. L'Italia nel 2001, con il > Governo Berlusconi, si impegnò ad investire 1.192 miliardi di > dollari in ricerca e sviluppo negli USA dal 2002 al 2012. Tale > decisione si basava su diverse considerazioni, che possono > essere ricondotte sinteticamente a due. La prima riguardava > l'orientamento della marina e dell'aeronautica militare di > sostituire i loro velivoli di attacco al suolo, che stanno > invecchiando (i famosi /AMX/ e parte della flotta dei > /Tornado)/. L'argomento invocato era, di conseguenza, che > entro il 2012 le Forze armate italiane avrebbero avuto bisogno > di un nuovo aereo tattico d'attacco al suolo, complementare > all'/Eurofighter/, che è un velivolo aria-aria da superiorità > strategica. > Il secondo argomento riguardava l'industria bellica, cioè le > convenienze che sarebbero derivate al nostro paese dal > coinvolgimento nel progetto statunitense GSF come un'occasione > unica per l'industria italiana aerospaziale e di difesa, in > termini di subappalti e di ricerca tecnologica. Questa scelta > - al riguardo richiamo l'attenzione del sottosegretario - è > avvenuta al buio, senza nessuna adeguata discussione e > trasparenza sui problemi di fondo, come per esempio l'impatto > sulla dottrina militare e sulle implicazioni strategiche che > la scelta del /Joint Strike Fighter/ comporta. > Questi sono soltanto alcuni dei problemi connessi al > programma. Per stessa ammissione dell'areonautica militare, le > esigenze di difesa aerea del nostro paese sarebbero già > coperte dall'impegno nel progetto di acquisto di una grossa > quota di esemplari del caccia europeo di nuova generazione > /EF-2000 Typhoon/, e quindi il progetto GSF, sempre per > ammissione delle gerarchie militari dell'aeronautica, potrebbe > rivelarsi indirizzato soprattutto ad un aumento di potenza > offensiva. > Quindi la scelta è avvenuta - mentre negli ambienti militari > si fanno queste considerazioni - espropriando completamente il > Parlamento di chiarezza e trasparenza sulle potenzialità > strategiche dell'argomento in discussione. Di conseguenza, ci > dobbiamo chiedere - lo chiedo a lei, signor sottosegretario - > che cosa l'Italia avesse allora in mente (ed abbia oggi in > mente, nel momento in cui si reitera il finanziamento al GSF) > quando ha compiuto e quando compie tale scelta di armamento. > In altre più esplicite parole, quali missioni di bombardamento > offensivo - è stata questa una tematica sollevata anche > dall'ex capo di Stato maggiore dell'esercito, il generale > Fraticelli - l'Italia pensa che future guerre? Contro quale > tipo di nemico? E soprattutto, chi chiederà all'Italia di > compiere tali missioni? > Il Governo Berlusconi - che su questo ha avuto il grande > merito della chiarezza più esplicita - non ha mai nascosto la > sua condivisione in ordine alle strategie di guerra, o > comunque di invasive operazioni militari, dell'amministrazione > Bush. Un programma come il GSF è funzionale a tali strategie. > Questo è il punto relativo alle strategie, su cui non c'è > trasparenza. Non si capisce a cosa serva questo programma così > costoso. > Il Governo Prodi, quindi il nostro Governo, condivide? Che > cosa dice sull'aspetto dei costi elevatissimi? Vorrei sapere > che cosa dice il Governo sulla valenza strategica e che cosa > dice sull'aspetto dei costi elevatissimi. Costi tali che a > livello internazionale sono stati sollevati dubbi e > perplessità circa la stessa realizzabilità del progetto da un > punto di vista della contabilità. Cito i dubbi dell'organo di > controllo delle spese del Congresso statunitense, che ha > sollevato appunto molte perplessità sull'eccesso, che si > incrementa sempre di più, delle spese per il GSF, e cito i > dubbi della Corte dei conti olandese, che afferma come la > partecipazione allo sviluppo del programma esponga i Paesi > Bassi a rischi finanziari. E molte Corti dei conti di altri > paesi europei, impegnati come l'Italia nel programma, sono > orientate a relazioni di questo tipo. > In conclusione, il nostro gruppo, ed io personalmente, > crediamo che il capitolo sulle spese militari destinate alle > armi e agli armamenti debba essere radicalmente rivisto, > sottratto al cono d'ombra nel quale da troppo tempo è > confinato, praticamente delegato agli ambienti militari e > all'industria militare, e quindi restituito al controllo e > alla decisionalità del Parlamento. > Ciò deve avvenire in stretto collegamento con le nostre scelte > di politica estera e nel rispetto del troppo dimenticato > articolo 11 della Costituzione. E dunque per l'Italia vi è la > necessità di ripensare il concetto di difesa, connesso al > tentativo di rilancio dell'ONU al quale sta cercando di > contribuire. Insomma, già a partire da questa legge > finanziaria, si devono rivedere gli impegni di spesa per > armamenti, così incautamente assunti dal Governo e presentati > nel provvedimento in esame. * > -- No virus found in this incoming message. Checked by AVG Free Edition. Version: 7.1.409 / Virus Database: 268.14.14/548 - Release Date: 23/11/2006
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