Re: [pace] Prodi ha ragione.



Caro Enrico anche questa volta sono del tutto d'accordo con te. Se avessi tempo potrei citare, a conferma della tua tesi, i risultati di tante ricerche sugli italiani in genere e sui giovani in particolare, alcune di queste fatte in molti anni dal mio seminario di ricerca per la pace, dalle quali risulta tra i nostri compaesani questo prevalente menefreghismo, e cioè l'impostazione generalizzata "fai solo i tuoi propri interessi, perchè gli altri fanno così, e se ti comporti altruisticamente, gli altri ti fregano". Non basta mandare al potere un altro raggruppamento politico per cambiare questo modo di pensare. Dobbiamo rovesciare tutta questa cultura del sospetto, e questo richiede ben altro che una elezione ogni tanto. Comunque, con Gramsci, possiamo dire "pessimismo della ragione, ottimismo della volontà" . O come dicevano i nostri padri "Scarpe rotte eppur bisogna andar "cari saluti Alberto L'Abate

Enrico Peyretti ha scritto:

Prodi ha ragione (almeno questa volta). Il termine "impazzito" attribuito all'Italia non è lontano dal vero. Ognuno pensa solo a se stesso. Catagorie e corporazioni sono un feroce egoismo rafforzato. Sulla finanziaria guerra di tutti contro tutti, e ricatti persino individuali, ponendo il proprio criterio, anche giusto, sopra tutti gli altri, come unico. Oggi Barbara Spinelli dice benissimo sulla Stampa, in termini colti e semplici, la verità contenuta nello sfogo di Prodi: manca la coscienza del bene comune, la previsione, la ricerca di costruire insieme, cioè manca la politica, cioè la socialità. L'allarme ecologico, che incombe sulla vita di tutti e specialmente dei nostri nipoti, sembra mania di alcuni fissati. La chiesa non aiuta, perché agisce come una forza sociale tra le altre, per ciò che preme a lei, non fa appello e non dà l'esempio di sperare e agire per la salvezza, oltre la storia ma già nella storia. La vita è vivere con e per gli altri (vangelo; san Paolo; Gandhi; Albert Schweitzer). Chi ricorda oggi luminosamente questo respiro indispensabile? Il vero insulto all'Italia è stato quello di chi ha dato del coglione a chi non fa il proprio interesse. Toccare la cassa dei ricchi è consierato sacrilegio. Morale capovolta. I poveri sono corrotti e plagiati dai ricchi e votano al loro servizio. La tv cretinizzante è lo strumento impugnato da Berlusconi a questo fine, da decenni. Anche la sinistra (partiti e sindacati) è inquinata dal liberismo etico (lo ha mostrato bene Armido Rizzi, in "L'erba voglio"), quasi quanto la destra, anche se i due poli ideali sussistono: diritti o interessi? Senza società solidale, di soci e non di rivali, ognuno muore, anche il ricco. Diciamo la verità, e cerchiamo anche di farla. Se siamo in tempo.
Enrico Peyretti

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