R: [pace] Prodi ha ragione: un pochetto
- Subject: R: [pace] Prodi ha ragione: un pochetto
- From: "Adriana De Mitri" <adrianadem at alice.it>
- Date: Sun, 12 Nov 2006 17:00:20 +0100
- Importance: Normal
Spero vivamente che l'Italia si svegli dal letargo ideologico nel quale è sprofondata.
Non mi piace dire l'Italia è fatta così. Non mi
piace un'Italia che ha smesso di indignarsi, un'Italia
che ha smesso di pensare criticamente, un'Italia inconsapevole che si è
assuefatta a tutto, persino all'illegalità. So bene che non è nei progetti di chi fa politica per mestiere creare
consapevolezza, perché un elettorato consapevole, quindi critico, non piace né
alla destra né alla sinistra, ma non mi va di dire meglio così che peggio.Le
nefandezze quando arrivano dalla propria parte politica fanno più male,
perché tolgono la speranza.
Se poi dobbiamo proprio accontentarci,
penso che si possa fare molto per il bene del Paese, senza fare necessariamente
scelte "radicali e di estrema sinistra" (che poi sono quelle che vorrei), che
trovino d’accordo tutte le persone per bene di centro e di sinistra. Scelte
politiche che, per esempio, tendano
"realmente" ad eliminare le disuguaglianze
sociali, che ormai sono esagerate in un Paese che ha dimenticato totalmente
l'art.3 della Costituzione.
un caro saluto Adriana
-----Messaggio originale-----
Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it]Per
conto di doriana at inventati.org
Inviato: domenica 12
novembre 2006 9.10
A: Enrico Peyretti; pace at peacelink.it
Oggetto: Re:
[pace] Prodi ha ragione: un pochetto
Credo Enrico che siamo da tempo
abituati ad un pochetto in più, per
farci tacitare ed un pochetto in
meno per farci protestare. Il
risultato è che siamo sempre in mezzo ad
un pantano. Sabbie mobili al
punto che il movimento di un
rappresentante del popolo ci appare come
un passo in avanti nel cammino
comune. Ed anche noi ci convinciamo che
stiamo facendo dei passi
consistenti nell'agire quotidiano che prevede
un futuro migliore. L'uso
della critica, l'abbandono di certi
stereotipi, non rientrano nel
"pochetto", altrimenti diventiamo
destabilizzanti e non propositivi.
Prodi si sfoga amareggiato. Anche
lui ha le sue ragioni, anche io avevo
le mie ragioni quando
all'indomani della prima grande manifestazione a
Bruxelles contro la
Bolkestein, lui fornì esempi osceni di applicazione
della stessa. Cosa
poteva fare di diverso, se non intimamente convinto
che il riformismo
liberista non è l'unica strada possibile? Magari quel
modello pochetto
e addirittura difficile, sarà indolore per lui ed
altre categorie. Il
cambiamento radicale a partire dal pensiero, viene
sempre più
metodicamente usato come atto irresponsabile e violento.
Sopratutto
viene a mancare l'idea del piacere singolo e plurale, che
può far
dispiacere a singoli e plurali. E ritornano tutte
quelle
considerazioni che era meglio quando si stava peggio od un
poco
meglio, che siamo divisi, che siamo morti, che ci accontentiamo di
un
pochetto, che arriviamo a pensare... alle frustrazioni e
all'amarezza
di uno che governa: noi. Mi viene in mente sai, quella
donna
palestinese che ho visto in un attimo al telegiornale dare
uno
schiaffo ad un soldato israeliano, coperto di tutto punto. Dietro
a
lei da sfondo decine di donne vestite di nero si interponevano. Lei
ha
fatto un gesto.
Sono per irrompere Enrico, interrompere questo
letargo, anche se i
tempi non sembrano davvero maturi per i pochetti ma
buoni, figuriamoci
per i tanti e cattivi.Già ma noi dove siamo?
Comunicare mi sembra già
tanto.
Buona domenica a te e a
tutt*
Doriana Goracci
Citando Enrico Peyretti
<e.pey at libero.it>:
> Prodi ha ragione (almeno questa volta). Il
termine "impazzito"
> attribuito all'Italia non è lontano dal
vero. Ognuno pensa solo a se
> stesso. Catagorie e
corporazioni sono un feroce egoismo rafforzato.
> Sulla
finanziaria guerra di tutti contro tutti, e ricatti persino
>
individuali, ponendo il proprio criterio, anche giusto, sopra
tutti
> gli altri, come unico. Oggi Barbara Spinelli dice
benissimo sulla
> Stampa, in termini colti e semplici, la
verità contenuta nello sfogo
> di Prodi: manca la coscienza
del bene comune, la previsione, la
> ricerca di costruire
insieme, cioè manca la politica, cioè la
> socialità.
L'allarme ecologico, che incombe sulla vita di tutti e
>
specialmente dei nostri nipoti, sembra mania di alcuni fissati.
La
> chiesa non aiuta, perché agisce come una forza sociale
tra le altre,
> per ciò che preme a lei, non fa appello e non
dà l'esempio di
> sperare e agire per la salvezza, oltre la
storia ma già nella
> storia. La vita è vivere con e per gli
altri (vangelo; san Paolo;
> Gandhi; Albert Schweitzer). Chi
ricorda oggi luminosamente questo
> respiro indispensabile? Il
vero insulto all'Italia è stato quello di
> chi ha dato del
coglione a chi non fa il proprio interesse. Toccare
> la cassa
dei ricchi è consierato sacrilegio. Morale capovolta. I
>
poveri sono corrotti e plagiati dai ricchi e votano al loro
>
servizio. La tv cretinizzante è lo strumento impugnato da
Berlusconi
> a questo fine, da decenni. Anche la sinistra
(partiti e sindacati)
> è inquinata dal liberismo etico (lo ha
mostrato bene Armido Rizzi,
> in "L'erba voglio"), quasi
quanto la destra, anche se i due poli
> ideali sussistono:
diritti o interessi? Senza società solidale, di
> soci e non
di rivali, ognuno muore, anche il ricco. Diciamo la
> verità,
e cerchiamo anche di farla. Se siamo in tempo.
> Enrico
Peyretti
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