L'Italia non deve essere complice del massacro dei palestinesi. il 18 novembre in piazza a Roma



Palestina libera, adesso

L'Italia non deve essere complice del massacro dei palestinesi

e dell’occupazione israeliana



Appello per la manifestazione del 18 novembre a Roma



A metà novembre in ventidue paesi si terrà per il quarto anno la settimana
di iniziative della Campagna Internazionale contro il Muro dell’Apartheid
che Israele sta costruendo sui Territori Palestinesi Occupati. In Italia,
anche quest’anno, siamo chiamati a dare il nostro contributo ad una
campagna che assume in sé tutte le aspettative, le contraddizioni e le
urgenze della lotta di liberazione del popolo palestinese dall’occupazione
militare e coloniale israeliana.

Abbiamo deciso di scendere in piazza con una manifestazione nazionale a
Roma sabato 18 novembre chiamando alla mobilitazione tutti coloro che
ritengono insopportabile il silenzio e l’inerzia di fronte al quotidiano
massacro a cui viene sottoposto il popolo palestinese. A novembre, in soli
tre giorni sono stati uccisi 34 palestinesi. Solo nell’ultimo mese ne sono
stati uccisi 62. Negli ultimi sei mesi ne sono stati uccisi 377, più di due
al giorno.

 Ma il prossimo 18 novembre chiamiamo anche a scendere in piazza per
cercare di mettere fine concretamente alle complicità dei nostri governi
con l’occupazione israeliana della Palestina, con l’illegale costruzione
del Muro dell’apartheid e con le minacce di aggressione contro gli altri
paesi della regione (Libano, Siria, Iran).

L’Italia ha ufficializzato un accordo di cooperazione militare bilaterale
con Israele che vede impegnata la principale azienda pubblica nel campo
bellico e tecnologico (Finmeccanica), che vede impegnati i servizi segreti
e gli apparati militari italiani nella collaborazione con le forze armate
israeliane, che vede la politica ufficiale del governo Prodi non recidere
concretamente i vincoli assunti dal governo Berlusconi nella complicità con
le autorità di Israele. L’Italia continua così ad essere complice sul piano
militare dell’apparato bellico, politico e coloniale che sta martoriando la
popolazione palestinese, che ha bombardato e devastato il Libano, che
minaccia di bombardare a breve anche la Siria e l’Iran. In tale contesto, è
del tutto irricevibile qualsiasi ipotesi di integrazione di Israele
nell'Unione Europea e nella NATO.

In Italia, in questi mesi, milioni di euro sono stati stanziati dalle
Regioni per accordi bilaterali con autorità israeliane mentre i medici e
gli insegnanti palestinesi non ricevono da mesi lo stipendio, gli ospedali
e le scuole chiudono per mancanza di fondi e risorse, i soldi dei prodotti
palestinesi venduti all’estero sono sequestrati dalle autorità israeliane
che controllano i confini e le dogane.

L’Italia, al contrario, continua ad applicare l’embargo contro l’Autorità
Nazionale Palestinese per punire una popolazione che ha democraticamente
eletto una formazione politica – Hamas – ritenuta ostile dagli Stati Uniti
e da Israele. In questo modo, una popolazione già priva di libertà di
movimento e di risorse economiche, si è vista tagliare stipendi, servizi
ospedalieri e scolastici, finanziamenti per lo sviluppo. Assistiamo così ad
un vergognoso scenario in cui vengono applicate le sanzioni contro le
vittime e non contro gli occupanti. Le autorità israeliane che imbarcano
anche partiti fascisti e razzisti nel governo, continuano infatti a non
essere sottoposte ad alcuna sanzione per la loro politica di annientamento
contro i palestinesi.

Di fronte ad una situazione insostenibile e vergognosa di ingiustizia,
oppressione, violazione dei diritti umani, riteniamo inaccettabile che il
nuovo governo italiano e le forze politiche che lo compongono, dichiarino
di adottare una posizione di “equidistanza” (o equivicinanza) tra i diritti
dei palestinesi e la politica di Israele, mentre - nei fatti - non rompono
nessun trattato o impegno preso con Israele dal governo Berlusconi. I
diritti storici dei palestinesi (dallo Stato indipendente al diritto al
ritorno dei profughi, dalla liberazione dei prigionieri politici
palestinesi al diritto di eleggersi il proprio governo) meritano di entrare
con forza dentro l’agenda delle priorità della politica estera e in un
negoziato fondato su una pace con giustizia per il Medio Oriente.

In una situazione di totale asimmetria come quella israelo-palestinese,
l’equidistanza diventa complicità con il più forte. Lasciarsi alle spalle
il servilismo del governo Berlusconi significa introdurre cambiamenti
significativi nelle scelte di politica internazionale del nostro paese. Il
governo israeliano deve essere sottoposto a sanzioni internazionali fino a
quando non recederà dalla politica di annientamento dei palestinesi e di
minaccia contro gli altri paesi dell'area. Se i governi non adotteranno le
sanzioni, la società civile avvierà comunque una vasta campagna di
boicottaggio e di disinvestimento verso l'economia di guerra israeliana.



L'Italia non deve più essere in alcun modo complice dell’occupazione
militare e coloniale

israeliana della Palestina né delle nuove aggressioni contro altri paesi
dell’area.



Per questi motivi scenderemo in piazza a Roma il 18 novembre per ottenere

- la revoca dell’accordo di cooperazione militare Italia-Israele

- la revoca degli accordi economici tra le regioni italiane e le autorità
israeliane

- la revoca del vergognoso embargo dell’Unione Europea contro il popolo
palestinese

Stop al Muro dell’apartheid

Autodeterminazione per il popolo palestinese

Solidarietà con la resistenza dei popoli alle occupazioni

Contro l'occupazione israeliana sanzioni e boicottaggio

approvato a Firenze il 5 novembre 2006

adesioni: <mailto:palestinalibera2006 at libero.it>palestinalibera2006 at libero.it

informazioni: <mailto:forumpalestina at libero.it>forumpalestina at libero.it;
tel. 06-4394750