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[Ildialogo] Considerazioni sulla petizione
- Subject: [Ildialogo] Considerazioni sulla petizione
- From: doriana at inventati.org
- Date: Wed, 08 Nov 2006 15:12:50 +0100
Citando Paolo <paolo.lagonia at libero.it>:
In merito alla petizione girataci da Doriana sulla revoca dell'accordo di cooperazione militare Italia-Israele mi permetto di intervenire per spiegare i motivi che mi inducono a non sottoscriverla. Il conflitto israelo-palestinese, come è noto, determina da decenni il versamento di sangue in gran parte innocente senza che, ancora oggi, si intraveda una seppur pallida luce in fondo al tunnel. Credo che l'errore più grande sia quello di prendere aprioristicamente le parti dell'uno o dell'altro contendente mentre le ragioni e i torti appartengono sia al fronte israeliano che a quello palestinese....
__________________________________________________________________- Caro Paolo ho ricevuto poco fa la mail che riporto sotto, una non notizia. Non pensavo di risponderti anche perchè mi sembra più che legittimo esporre il proprio punto di vista. Tu l'hai fatto in maniera assai articolata, e potrei dire anche "molto" confutabile, d'altronde io ho inviato la petizione che ha circolato in varie mailinglist. La fonte, il forumpalestina, è stata non spesso, sempre, origine di dibattito aspro anche tra le Donne in Nero.Non entro, oggi più che mai, in queste ragioni e torti di entrambi, faccio tutto quello che è possibile per chiedere terra per vivere a chi terra e dignità di vita non ha. Chi ha la "sicurezza" in tasca ? Sicura mi sembra solo la guerra con i suoi traffici di mercanti di morte e i signori che siedono al tavolo dei negoziati che rimangono sempre tali:che di parole sono piene le loro tasche. Nel frattempo aspettando il debutto di coraggiosi che tu elenchi, altrettanti disperati coraggiosi si autoconvocano come martiri ed eroi.Alternative? Abbiamo, e uso il plurale perchè so che tant* di noi l'hanno fatto, sottoscritto infinità di appelli petizioni lettere denunce anche per quisquiglie localnazionali,altresì oggi la prudenza, di fronte alla questione Palestina-Israele, si materializza anche di fronte ad una petizione? Doriana Goracci Dall'homepage di ansa.it: ALBA DI FUOCO A BEIT HANUN, 18 PALESTINESI MORTI Ynet: i responsabili militari israeliani stanno verificando se sia dovuto a un difetto nel fuoco dell'artiglieria il bombardamento di case civili palestinesi. (notizia completa: <http://snipurl.com/11l1f>) E' solo l'ennesima notizia di routine. Che i tg nazionali la diano oppure no, nel 99% dei casi è lo stesso: nessun commento, nessuna riflessione da parte dello spettatore. Ormai è una non-notizia. Ora, due sono le cose: o si ammette apertamente che si tratta di genocidio, oppure i vertici militari devono dimettersi per incapacità militari e il governo per responsabilità politiche. Fin quando Israele potrà continuare a chiamarli tutti "errori", prima che gli si rida in faccia? La credibilità internazionale di Israele oggi è bassissima. Saluti. Giovanni _________________________________________________________________________________- -------- Badate bene, il mio, non vuole essere un discorso
cerchio-bottista, ma al contrario un'analisi, quanto più possibile obiettiva, dei fatti. Senza ripercorrere le varie tappe della vicenda, mi limito ad analizzare i punti principali della petizione, laddove ho ritenuto di ravvisare delle inesattezze. 1- Le ultime operazioni militari del Governo israeliano nel territorio libanese sono state determinate da una aggressione militare perpetrata da Hezbollah sul territorio di uno Stato Sovrano. La reazione israeliana è stata dunque giuridicamente legittima anche se palesemente sproporzionata. Spero, dunque, che il governo risponda di fronte ad un Tribunale Internazionale delle stragi di civili innocenti. 2- In merito all'arresto di parlamentari eletti e di ministri dell'attuale governo palestinese non dimentichiamo che si tratta di appartenenti ad Hamas, un'organizzazione che non solo non riconosce lo stato di Israele, ma ne teorizza, financo, la distruzione. 3- In quanto alla costruzione del muro, esso trova una parziale giustificazione nella necessità da parte di Israele di proteggersi dagli attacchi suicidi, anch'essi forieri della morte di persone innocenti. Non vedo, dunque, quale apporto possa dare alla pace la revoca dell'accordo di cooperazione militare con Israele a meno che questa non fosse inserita in una cornice più ampia che preveda il divieto di fornire armi a qualsiasi altro Stato. In conclusione, ritengo indispensabile tenere a mente due concetti: la terra ai Palestinesi, la sicurezza a Israele. Si tratta di due diritti, entrambi inalienabili che si intrecciano ineluttabilmente. Se manca l'uno non può esserci l'altro e viceversa. Speriamo che un giorno non troppo lontano in seno alle due società emerga un manipolo di coraggiosi che ponendosi sulla scia dei Rabin, dei Peres, dello stesso Arafat si batta concretamente perché in quella martoriata terra regni finalmente la Pace. Un abbraccio Paolo
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