LA RABBIA, L'ORGOGLIO E L'OCCASIONE MANCATA



LA RABBIA, L'ORGOGLIO E L'OCCASIONE MANCATA
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dal sito dei Giovani delle Comunità di Base Italiane

LA RABBIA, L'ORGOGLIO E L'OCCASIONE MANCATA

(da Tiziano Terzani in "Lettere contro la guerra")

E' morta Oriana Fallaci.
Il cordoglio è dovuto, nell'assoluto rispetto della sacralità della Vita e con la memoria a tempi migliori da lei vissuti.
Ma si intravedono pericolosi segnali di una sorta di "santificazione" quanto meno inopportuni, come certo inopportuno e duramente criticato fu il riconoscimento quale "benemerita della cultura" che Ciampi le assegnò lo scorso anno (per saperne di più vai a questo intervento di Ettore Masina).
Per tenerci "fuori dal coro" abbiamo scelto di ricordarla con queste poche righe di Tiziano Terzani.

(…) La lettera uscì il 16 settembre. Il titolo non era quello che avevo suggerito, "Una buona occasione", ma non potevo, come non ho mai dovuto fare poi, lamentarmi.
Cominciava in prima pagina ed il seguito ne occupava un'altra intera. Il nocciolo di tutto quello che volevo dire era lì: le ragioni dei terroristi, il dramma del mondo musulmano nel suo confronto con la modernità, il ruolo dell'Islam come ideologia anti-globalizzazione, la necessità da parte dell'Occidente di evitare una guerra di religione, una possibile via d'uscita: la non-violenza.

Il sasso era tirato. (…)

Avevo già in tasca il biglietto per Delhi quando il solito amico mi chiamò: «L’hai letta?» «Chi?» «La Fallaci. T'ha risposto, nel Corriere di stamani.» Erano le tre del pomeriggio del 29 settembre e dovetti fare il giro di mezza Firenze per procurarmene una copia. Il giornale era davvero andato a ruba.

Lessi i quattro paginoni e mi prese una gran tristezza. Ancora una volta m’ero sbagliato. Altro che buona occasione! L’ 11 settembre era stata l’occasione di svegliare ed aizzare il cane che è in ognuno di noi. Il punto centrale della risposta della Oriana era non solo di negare le ragioni del "nemico", ma di negargli la sua umanità il che è il segreto della disumanità di tutte le guerre.

Mi colpì. Poi mi fece una gran pena. Ognuno ha diritto ad un suo modo di affrontare la vecchiaia e la morte; mi dispiaceva vedere che lei aveva scelto la via del rancore, dell’astio, del risentimento: la via delle passioni meno nobili e della loro violenza. Sinceramente mi dispiaceva per lei perché la violenza — ne sono sempre più convinto — brutalizza non solo le sue vittime, ma anche chi la compie.

Mi misi a scrivere, La lettera questa volta era diretta a lei. Uscì sul Corriere l’8 di ottobre, il giorno in cui i giornali erano dominati dalle foto di Bush e di Osama bin Laden. L’America aveva cominciato a bombardare l’Afghanistan. Riuscii a trovare una copia del giornale all’aeroporto di Firenze. Era l’alba, partivo per Parigi, da li sarei volato a Delhi e poi in Pakistan. (…)

Tiziano Terzani
da "Lettere contro la guerra", edizioni TEA

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