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guerra unica: fatto non tesi
- Subject: guerra unica: fatto non tesi
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Fri, 8 Sep 2006 09:36:04 +0200
Enrico Peyretti scrive: Caro Alfonso e cari tutti, anticipo il viaggio e vengo a Calambrone per l'incontro di venerdì pomeriggio. Anche perché mi sarà difficile partecipare a Milano domenica 17. Osservo una sola cosa, sul tuo messaggio: quella della GUERRA UNICA è una tesi non condivisa da tutti.... Credo che non sia possibile né utile una nostra posizione unitaria sulla tesi pessimistica (non dico assurda, purtroppo) della "guerra unica". Avallare questa tesi come unica o principale interpretazione rischia di lasciarla verificarsi. Penso invece che richiedere con chiarezza e forza alla politica, oggi, l'istituzione, finanziamento, addestramento dei corpi civili di pace sia la cosa più urgente per modificare la gestione internazionale dei conflitti in senso non bellico e non imperiale, ma cosmopolitico, pacifico e nonviolento. Caro Enrico, quella della "guerra unica" (globale preventiva permanente) non e' affatto una tesi: e' un fatto. Si tratta di un dato di fatto perche' la "guerra unica" e' la POSIZIONE UFFICIALE del governo americano. Una posizione, oltretutto, ripetuta ossessivamente dal Presidente Bush in TUTTI i suoi discorsi pubblici (Ecco chi sarebbe importante che non condividesse questa "tesi": purtoppo per noi su questo punto GeorgeW. non transige, e' convintissimo!) Leggiamo su Repubblica di mercoledi 6 settembre che, da qui all'11 settembre, il presidente americano pronuncera', "con ritmo quotidiano", una serie di discorsi sulla "guerra al terrorismo" Quello del 5 settembre, di cui riferice l'articolo citato di "Repubblica", e' focalizzato su un attacco brutale contro l'Iran proprio alla vigilia di un tentativo di mediazione europea sulla questione nucleare Ascoltiamo bene le sue parole, perche' e' bene non chiudere occhi ed orecchie, "mettere la testa sotto la sabbia" "Ahmadinejad e' un tiranno e gli ajatollah di Teheran sono come i terroristi di Al Qaeda. L'America non si pieghera' mai ai tiranni, le nazioni del mondo libero non consentiranno all'Iran di dotarsi di armi nucleari, non permettero' che cio' accada e non lo permettera' nessun presidente americano dopo di me... Noi condanniamo l'estremismo sciita, cosi' pericoloso, cosi' ostile all'America, cosi' determinato a estendere la sua egemonia sul Grande Medio Oriente... L'estremismo sciita e' riuscito la' dove Al Qaeda ha fallito, riuscendo a prendere il controllo di un Paese importante come l'Iran... I dirigenti iraniani che sostengono Hezbollah hanno dichiarato la loro ostilita' assoluta all'America. Come Al Qaeda e gli estremisti sunniti, il regime di Teheran ha obiettivi chiari, vuole cacciare l'America dalla regione e distruggere Israele. Il regime iraniano ed i suoi sbirri terroristi hanno dimostrato la volonta' di voler uccidere gli amricani, il regime iraniano continua a cercare di avere l'arma nucleare... Ad Ahmadinejad che ha chiesto agli americani di piegarsi davanti alla grandezza della nazione iraniana dico che l'America non si pieghera' mai davanti ai tiranni..." Bush ci tiene a ricordare al suo popolo che l'America e' un Paese in guerra anche perche', il prossimo 7 novembre, deve affrontare le "elezioni di medio termine", in cui rischia di perdere il Congresso: i democratici, in testa nei sondaggi, "strappando" 15 seggi ai repubblicani, possono diventare maggioranza La popolarita' di Bush e' in calo perche' si trova incalzato dai "pacifisti" sull'Iraq (che l'opinione pubblica percepisce come una impasse) Il movimento contro la guerra in Iraq negli USA e' veramente forte: ad esempio, nel Connecticut, e' risultato decisivo nel fare perdere le primarie al senatore Lieberman (ex candidato vicepresidente con Al Gore) in favore del candidato pacifista Ned Lamont (In questi giorni io preferisco gridare "Forza Cindy!" e non "Forza ONU!" - mi ritengo un tipo pratico e concreto e sono alla ricerca di vie concrete ed efficaci per "fermare la guerra". La domanda che mi pongo e': possiamo fare qualcosa per fare perdere le elezioni di novembre a Bush?) Ma l'Iraq si lega alla "guerra al terrorismo" (per l'appunto unica e globale) e la maggioranza degli americani, pur essendo critica su quanto succede a Bagdad, continua a credere che Bush e i repubblicani siano i piu' adatti a governare in materia di terrorismo e sicurezza interna La guerra unica al terrorismo e' codificata UFFICIALMENTE nei documenti ufficiali della NATO e dei Paesi NATO come la "minaccia prioritaria" cui gli "strumenti difensivi" (traduzione: gli eserciti) devono fare fronte E' una guerra "per la liberta'", per i "valori occidentali", e va combattuta "esportando la democrazia". Il Libano e' un "fronte" di quell'unica guerra e gli Hezbollah sono una pedina di Teheran. (A questo punto chi non vuol mettere la testa sotto la sabbia dovrebbe leggere la POSIZIONI UFFICIALI del governo Olmert e le dichiarazioni dei suoi ministri che si stanno preparando ad un "secondo round" che considerano inevitavile. L'avversario che prendono in considerazione e' l'Iran, la Siria e' un reggicoda, gli Hezb solo una milizia prezzolata). Fin qui i dati di fatto. Le posizioni ufficiali dei governi di USA e Israele. Devo sciorinartele io sul piatto, una per una? Se tu fossi animato da autentico spirito di verita' andresti a cercartele da te su Internet e le troveresti senza fatica alcuna, ti assicuro. Io consiglierei - queste dichiarazioni pubbliche - di prenderle MOLTO, ma MOLTO sul serio: non si tratta delle barzellette o delle "sparate tanto per" che siamo abituati ad ascoltare dai nostri politici! La mia "tesi", in conclusione, non e' che quella che gli americani stanno combattendo una "guerra unica" (diversamente dagli europei che, per fortuna, non si sentono in guerra); la mia "tesi" e' che questa guerra prende a pretesto il terrorismo, proclama di voler "esportare la democrazia", ma in realta' mira ad assicurarsi l'area territoriale che conserva le maggiori risorse energetiche del Pianeta. Questa e' - eventualmente - l'"illazione" da parte mia che ha bisogno di essere dimostrata: si combatte non per la liberta' ed il benessere dei popoli mediorientali ma per il petrolio. Petrolio pero' inteso come bene strategico, non semplice merce economica: e' in ballo la logica della potenza, non solo quella del profitto . A sentire Bush, che ha tanta "altruistica" preoccupazione per il popolo iraqeno, San Francesco farebbe la figura di un mostro di egoismo e di indifferenza! Io rifletto: questo benefattore del popolo iraqeno ha speso, finora, 300 miliardi di dollari per mandare il suo esercito in Iraq. Se non sbaglio, 10.000 dollari ad iraqeno, neonati compresi. Non sarebbe stato piu' efficace, per assicurarsi l'imperitura gratitudine dei "poveri iraqeni" verso l'America, distribuire questi dollari alla gente? Una famiglia "normale" di 5 persone che si vede arrivare 50.000 dollari a casa, non correrebbe subito alla finestra per sventolare entusiasticamente la bandiera a stelle e strisce? caro Enrico, a mio avviso dovresti riflettere di piu' sulla logica mostruosa e disumana che muove gli apparati militaristi, potere che domina il mondo (negli USA potremmo chiamarlo complesso militare-industriale- petrolifero). Il lavoro di "NO ALLA GUERRA NUCLEARE" ti ha coinvolto meno di quanto sarebbe stato necessario. Ne sono veramente dispiaciuto. Si vede che non sono stato abbastanza bravo a spiegarmi sul concetto chiave: la guerra nucleare non e' un bau bau favolistico, ed i missili atomici non sono solo soprammobili per i silos (come afferma il film, pur bellissimo, "LORD OF WAR, quello che denuncia il commercio delle armi leggere). La guerra atomica la si sta preparando sul serio ed e' uno sbocco logico e necessario del gioco della potenza nelle cui dinamiche viviamo immersi. Ma sconfiggere il "mostro" e' alla nostra portata: la sua forza e' quella che gli forniamo noi, con la nostra collaborazione, spesso inconsapevole. Cercando la verita' scopriremo questa collaborazione e cosi' come la diamo, allo stesso modo la possiamo sottrarre. Lavoriamo coerenti e decisi in questa direzione. Questo significa agire, non semplicemente reagire. Questa e' concretezza, questa e' fare cultura di pace. Questa e' la base per "aiutare Lazzaro" con la mano destra senza pugnalarlo con la sinistra. Questo e' il presupposto che deve fare da cornice anche agli interventi nonviolenti dei Corpi Civili di Pace. Non si deve separare - come tu fai - la non collaborazione con il male, la non collaborazione con la guerra - che e' un dovere - dal progetto costruttivo. Altrimenti finisci con il snaturare lo stesso significato del progetto costruttivo. Lazzaro non capirebbe che tu sei altra cosa da chi lo sta pugnalando, e farebbe bene. In questi giorni mi sento strattonato per la giacchetta: chi mi vuole in marcia dietro gli eserciti "pacifisti". Per "concretezza". Chi mi vuole in corteo dietro Hezbollah e resistenze armate. Per concretezza. Ragazzi, datevi una calmata! Prima di buttarvi emotivamente e sconsideratamente in azioni che poi sono semplici reazioni, dettate da concezioni sbagliate e da paura (la paura ad esempio che possa tornare il signor Jones-Berlusconi), riflettete un pochino: cercate di ricordarvi che la nonviolenza - cioe' l'unita' popolare per la verita' e la giustizia - e' la forza piu' potente. Trovate - se ci riuscite - dentro di voi questa convinzione, prima di giudicare gli altri "integralisti nonviolenti". E poi ne riparliamo... Un abbraccio, Alfonso Navarra
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