l'europa contrasti la guerra unica



Gualtiero Via scrive:

l'interpretazione che l'Amministrazione USA cerca di dare (e di imporre)
delle varie crisi e aree di
conflittualità (che hanno ciascuna le sue peculiarità, che sbaglieremmo
-secondo me- a ignorare) è una
costruzione ideologica...

Alfonso Navarra risponde:


Gualtiero,

innanzitutto una premessa: ho risposto "drasticamente" ad Enrico Peyretti,
e me ne scuso con lui, perche' sono stanco degli epiteti che mi arrivano
(non dalla parte di Enrico, per la verita') di "integralista nonviolento"
che "mette la testa sotto la sabbia" perche' vorrebbe "assistere inerte al
massacro dei civili in Libano e a Gaza".
Chiedo in anticipo scusa anche a te se saro' energicamente assertivo, ma
intendo essere brutalmente chiaro affinche' "suocera" intenda.
Ho provato ad iniziare, sull'argomento missione in Libano, con interventi
tranquilli e dialogici: ma mi sono trovato subito subissato dalle
rimostranze poco urbane di signori tetragoni nella loro assolutistica
convinzione che la missione militare sia "la" carta da giocare" per la pace
in Medio Oriente.
Io farei modestamente osservare l'opportunita', da parte di chi si
autodefinisce pacifista e nonviolento, di un principio di precauzione
pacifista e nonviolento: prima di applaudire degli eserciti in marcia
consiglierei di pensarci almeno 18 volte soppesando bene i pro e i contro e
verificando l'impossibilita' di alternative.
Questo mi sembrerebbe un atteggiamento sensato da parte di un seguace
ufficiale di Gandhi: non partirsene subito in quarta gridando "Forza ONU" a
squarciagola e facendo il tifo peggio di un ultra' per i "soldati
arcobaleno".
Il soggetto in questione, poi, non si limita solo a esternare il suo
entusiasmo di neofita del peace-keeping armato: contemporaneamente scarica
mitragliate di epiteti contro i pacifisti che fanno il mestiere di
pacifisti: dubitano, cioe', che le armi possano essere una via per la pace
(e se non dubitano loro, chi dovrebbe farlo? i generali, forse?).

Ma veniamo a noi.

ABSTRACT DELL'INTERVENTO: L'EUROPA DEVE CONTRASTARE (POLITICAMENTE) LA
GUERRA UNICA, NON SEMPLICEMENTE FINGERE CHE NON CI SIA PER LIMITARNE I DANNI
QUESTA DISSOCIAZIONE POLITICA E' LA CONDIZIONE PERCHE' LA MISIONE ONU ABBIA
CONSEGUENZE DI PACE  E NON SIA INVECE STRUMENTALIZZATA A FINI DI GUERRA
PERSONALMENTE SPERO PIU'NEL RUOLO DEI PACIFISTI AMERICANI NELLO SCONFIGGERE
BUSH A NOVEMBRE CHE NON NELLA CAPACITA' SUL CAMPO LIBANESE DEI MILITARI DI
MANTENERE LA TREGUA

(vedi file allegato)


C'e' l'ideologia della democrazia ma c'e' anche un PIANO UNICO (americano,
non europeo) per un "nuovo Medio Oriente". Condy Rice ne ha esposto qualche
giorno fa l'architettura ideologica.
Tu, mi pare, non riesci a vedere una cosa lampante: dietro le parole,
ovviamente mielate di retorica, c'e' una volonta' precisa di guerra, da
parte americana (e da parte israeliana, per la parte che compete ad
Israele).
La retorica e' falsa, la volonta' ed il piano di guerra sono invece
realissimi, concretissimi. Il piano si traduce in un percorso per la guerra
e in atti di guerra. In guerre che sono state gia' avviate ed in altre
guerre che si stanno preparando.
Parole come queste di Bush: "L'Iran e' come Al Qaeda" sono di chiara
preparazione per una prossima guerra.
E' una ovvieta' dire che ogni fronte ha le sue particolarita'.
Il punto e': tu lo vedi o non lo vedi questo piano di guerra unico? O credi
si tratti solo di interpretazione retorica a fini elettoralistici di corto
respiro?
Vedi solo parole "esagerate" (come le spacconate dei nostri politici) o
vedi una pratica di guerra?
La retorica di guerra e' un ingrediente indispensabile per la macchina
bellica: serve a convincere la gente che e' necessario e giusto combattere.
Ma la retorica - per essere efficace - deve avere legami con la realta'. La
retorica parla oggi di guerra unica perche' deve riferirsi ad una pratica
di guerra unica, che al momento, tra l'altro, e' solo parzialmente
dispiegata.
E' duro - si capisce - fare i conti con questa realta'.
Tu, infatti, non vuoi affrontarla, mi sembra.
Perche', spiegazione 1, immagino, correggimi se sbaglio, sogni un
intervento concreto per la "giustizia ai palestinesi" e vuoi limitare le
vittime civili, in Libano ed ovunque: percio' riponi la tua speranza nei
"soldati arcobaleno" - ovviamente da affiancare con un Corpo Civile di Pace.
E perche', spiegazione 2,  hai paura di riconoscere la vera natura del
governo Prodi, che non e' affatto animato da coraggio pacifista.
L'essenza del governo Prodi e' infatti quella di tutti gli altri governi
europei: hanno la logica della "mezza potenza", della potenza di rango
inferiore. Della potenza subalterna, che deve confrontarsi con la
Superpotenza militare USA, ma che non puo' rompere con essa.  Non vogliono
- i governi europei - la conseguenza ultima della volonta' di guerra
americana, cioe', per parlare chiaro, l'attacco all'Iran. Magari portato
avanti per interposta persona: dallo Stato di Israele. Ma non hanno neanche
la determinazione sufficiente - i governi europei - per opporsi a questa
volonta' di guerra. Perche' - alla fine dei conti - fanno parte dello
stesso "sistema occidentale".
La situazione reale e' quindi la seguente.
Bush ha dichiarato la guerra al terrorismo, l'Europa no. L'America, "figlia
di Marte", combatte, l'Europa, "figlia di Venere", frena e recalcitra,
vuole "cogestire" per ammorbidire i conflitti, secondo i suoi interessi
(che non sono quelli dello scontro frontale).
L'ONU riflette questa situazione ambigua: la superpotenza americana ha
dichiarato e sta combattendo la sua "guerra unica", le potenze di rango
inferiore fingono di non vedere e non capire, per limitare i danni (a
proposito di "limitazione del danno"!).
La superpotenza - che ha una supremazia militare assoluta e crede di
disporre del primo colpo nucleare in canna - agisce quando le serve (dopo
aver preparato il terreno con la propaganda: con la retorica e l'ideologia,
appunto) e si fa avallare a posteriori.
L'ONU finisce per avallare perche' - al momento - i rapporti di forze tra
"potenze" sono questi e non c'e' nessun soggetto che abbia la cultura per
fuoriuscire dal gioco della potenza scompigliandolo: non a caso si continua
a credere che la diplomazia diventa credibile solo quando e' supportata
dalla "forza" intesa unicamente come forza armata...
L'Europa non combatte la guerra unica, su questo sono d'accordo con te e
con Enrico; pero' , secondo me, dovreste anche aggiungere: ma neanche la
denuncia e la contrasta, questa guerra unica (con mezzi politici,
diplomatici, economici).
Io mi auguro che il diavolo Bush abbia  solo preparato la pentola della
guerra all'Iran, ma non il coperchio.
La "guerra unica" di Bush puo' e deve fallire.
Ma questo avverra' tanto piu' facilmente quanto piu' non facciamo gli
struzzi, riponendo le nostre speranze su carte illusorie, o addirittura
pericolose e disfacenti la cultura di pace;  quindi se ci contrapponiamo
chiaramente ad essa, alla guerra unica, ed aiutiamo chi ad essa chiaramente
si contrappone, come i pacifisti americani.

Leggo ora che Enrico Peyretti mi risponde:
"Nella tesi della "guerra unica", come è stata esposta, io ho inteso che la
missione Onu fa la stessa guerra di Usa e Israele. Credo che non sia così.
Possiamo fare che non sia così".

La missione ONU non fa la stessa guerra di USA e Israele. Non e' un
obiettivo: e' gia' cosi'. Ma non e' questo il punto. Il punto e' che, per
affermare la pace, l'ONU dovrebbe cantarle chiare a Bush (e a Olmert): stop
con i tuoi atti di guerra, stop con i tuoi piani di guerra. Altrimenti, via
alle sanzioni nonviolente. Non facendo cosi', l'ONU, e l'Europa che le da'
corpo, si ficcano dritti dritti in una trappola. L'attacco alla missione
militare da parte Hezb, sollecitato da mille provocazioni, diventera'
proprio il pretesto per scatenare - da parte di Israele - il secondo round
bellico, molto piu' ampio e devastante del primo.
Io, nel mio piccolo, faro' quello che posso per disinnescare la trappola.
Chiedero' ai pacifisti USA: c'e' qualcosa che mi chiedete di fare per
aiutarvi a sconfiggere Bush alle elezioni di novembre?


Ciao, grazie comunque di avermi risposto
la discussione ed il dialogo che avete sollecitato li ritengo senz'altro
positivi