questa sera in TV



TV: "IL VERTICE MALEDETTO", G8 A LA STORIA SIAMO NOI

(AGE) ROMA - Rai Educational presenta per la serie "La Storia siamo noi"
"Il Vertice Maledetto" di Andrea Bignami, Giulio Spadetta e Francesca
Bellino in onda martedi´ 18 luglio su Rai Due alle ore 23. È il 19 luglio
2001. A Genova, si apre il G8. Per l´Italia è un´occasione di prestigio
agli occhi del mondo. E invece, quelli di Genova saranno i giorni dell´odio
e della follia. Muore un ragazzo di 23 anni, Carlo Giuliani, ucciso dal
Carabiniere Mario Placanica. E a distanza di 5 anni da quei tragici fatti
Giovanni Minoli, attraverso documenti radio originali della Centrale
Operativa e interviste all´allora Ministro dell´Interno Claudio Scajola,
Vittorio Agnoletto, Luca Casarini leader delle tute bianche e del padre
della vittima, Giuliano Giuliani e del Carabiniere accusato Mario
Placanica, ricostruisce ora per ora il racconto di quelle terribili
giornate. E c´è chi non può dimenticare: Placanica Carabiniere "Con
l´intervento dei Carabinieri si poteva evitare tutto. Io non mi sono
cercato niente, però loro dovevano intervenire quel giorno, perché se
intervenivano si poteva evitare tutto, non che buttano la colpa su di un
povero carabiniere ausiliario" Giuliani padre di Carlo "Sui questi giorni
bisognerà fare verità. Il compito di fare verità è affidato alla
commissione parlamentare d´inchiesta che io spero, spero, questa nuova
maggioranza voglia fare com´è scritto nel programma". Venerdi´ 20 luglio
2001. È il giorno dell´inizio ufficiale del G8, il giorno più temuto dal
governo e dalle forze dell´ordine: Scajola: "C´erano degli allarmi molto
forti che arrivavano dai servizi stranieri, non soltanto italiani, che
venivano a me trasmessi. Dovevamo tutelare al meglio le nostre frontiere
aumentando i controlli.".. Si sta affermando nel mondo un ampio fronte di
protesta: i No Global con i due leader, Vittorio Agnoletto e Luca Casarini,
alla guida delle tute bianche, il gruppo dei giovani della protesta
radicale. Ma c´e´ un´altra novità nel panorama della nuova contestazione
radicale: i black block. Casarini "Black block è una tattica, una
filosofia, un modo di intendere la protesta radicale, è un modo di
costruire un'opposizione, ma non è un gruppo, un'organizzazione" Genova è
ormai una città militarizzata, presidiata da 13.000 agenti delle forze
dell´ordine. Tra loro, dopo un breve corso di addestramento, anche un
giovane Carabiniere Ausiliario da soli 10 mesi: Mario Placanica "Ci hanno
messo al corrente di come sarebbero potute andare le cose, e ci dicevano
che, chi tornerà a casa, sarà fortunato." A questo punto, la zona Nord
della città è in pugno ai black bloc. Per fermarli, la Sala Operativa della
Questura invia un battaglione di Carabinieri.Comunicazioni originali tra la
Sala Operativa e quei Carabinieri trasmesse eccezionalmente a la Storia
Siamo Noi. Dalle comunicazioni radio della Sala Operativa "Avanti la
camionetta devi andare veloce in piazza Giusti dove c´è un gruppo di
migliaia di anarchici che stanno sfasciando tutto. Ci puoi arrivare andando
per il corso dove ti trovi finché non arrivi all´incrocio del corso Torino,
giri a sinistra e vai dritto. Però lo devi fare subito, perché sta
scendendo da corso Gastaldi un altro corteo." Nel frattempo, i black bloc
si sono spostati e attaccano il carcere di Marassi. La Sala Operativa della
Questura ordina al battaglione di Carabinieri diretto verso piazza Giusti
di proseguire invece per il Marassi. Le comunicazioni, però, appaiono
difficoltose. Dalle comunicazioni radio della Sala Operativa "Dottor
Mondelli, dottor Mondelli, prosegua per Marassi, abbiamo una situazione
particolare da seguire! Dottor Mondelli, dottor Mondelli da centro!
Mondelli il centro chiama, Mondelli" E invece, arrivato all´incrocio con
Corso Torino, il battaglione dei Carabinieri, anziché proseguire per
Marassi, dove si trovano i black bloc, scende dai blindati.
Di fronte, ha le tute bianche. Dunque i carabinieri hanno attaccato la
testa del corteo delle tute bianche per sgomberare la piazza e riuscire ad
andare verso Marassi. Dalle comunicazioni radio della Sala Operativa "Per
cortesia vorrei sapere i carabinieri che stanno con il collega che è
arrivato in via Tolemaide di riferire che si lasciassero passare le tute
bianche" Risposta: "Dottore bisogna andare a contattarli direttamente, non
riusciamo a comunicare con loro in nessun modo, il loro comando non riesce
a comunicare niente con loro." Dunque per un tragico errore, quel
battaglione non avrebbe dovuto trovarsi in via Tolemaide. Per trarre in
salvo il terzo battaglione Lombardia viene mandato il dodicesimo
battaglione Sicilia, quello dove presta servizio il carabiniere ausiliario
Mario Placanica: "Durante la giornata avevo sparato solo un lacrimogeno,
perché il comandante mi ha preso il lanciagranate dalle mani e si è messo
lui a sparare lacrimogeni. Toglievo il nastro e glieli passavo al
comandante e lui sparava. Mi sono sentito male appunto facendo questa
operazione non riuscivo a vedere e non riuscivo a respirare bene. Ad un
certo punto mi sento colpire in testa e ho visto che mi stava uscendo del
sangue" Placanica è ferito. In preda al  panico, decide di estrarre l´arma.
A 4 metri da lui c´è Carlo Giuliani con il volto coperto da un
passamontagna. Si china per raccogliere un estintore, lo solleva e si
lancia verso il Defender. Placanica"E ho deciso in questo momento di
sparare 2 colpi. Per me è stata una cosa inaspettata, anche perché non
c´era una persona davanti a me quando ho sparato, non vedevo, però non
c´era. C´erano carabinieri all´esterno, c´erano poliziotti,nessuno è
intervenuto per calmare la questione. Con l´intervento dei carabinieri si
poteva evitare tutto." Tra le varie ipotesi c´è anche quella che non sia
stato il Carabiniere Ausiliario Mario Placanica a sparare, e che il suo
nome sia stato utilizzato per coprire un suo superiore anche lui presente
sul Defender. Giuliani "Ma chi ha sparato a Carlo per ucciderlo? Chi è che
è rivolto verso l´autista e che a un certo punto si porta le mani
sull´orecchie? È lo stesso carabiniere che si dice che abbia sparato, lo
stesso carabiniere Placanica?" Placanica"Io so solo che ho sparato quei 2
colpi, non ho sentito altri spari, non ho sentito niente, anche perché in
macchina non si poteva sentire niente, c´era rumore di ferraglia, di
cose... anche se è stato un altro, non posso saperlo io. Io non so niente,
io so solo che ho sparato quei 2 colpi e basta. E so solo che ho sparato
non per colpire, ma per allontanarli." Anhe i giorni successivi al G8 hanno
in se´ i germi della violenza. La Polizia crede di aver individuato il covo
dei blak bloc nella scuola Diaz. Ma all´interno della scuola ci sono dei
semplici manifestanti. La perquisizione, comunque, è violenta: Lena "Quando
sono arrivata al proto soccorso hanno scoperto che avevo costole rotte e
che alcune si erano conficcate in un polmone e lo avevano
perforato."Agnoletto "La prima cosa che faccio in quel momento è chiamare
Andreassi, che era il nostro interlocutore, vicecapo della polizia e
chiedo: ma cosa state facendo? Fermi i suoi uomini dia un ordine, ma qua è
un massacro! E dall´altra parte prima un silenzio imbarazzato e poi un
"l´abbiamo deciso"; Saltamartini (Sap) "I metodi che noi abbiamo visto, che
sono stati accertati, non erano evidentemente i metodi che devono usare le
forze di polizia di un paese libero e democratico devo però aggiungere che
la stragrande maggioranza dei colleghi avevano visto le giornate precedenti
come atti di violenza continuata contro di loro, probabilmente per alcuni
di loro la Diaz è apparsa come la possibilità di
vendicarsi" Altre violenze sarebbero state, infatti, compiute in quello che
alcuni hanno definito il lager di Bolzaneto: Pasolini "Ricordo che ad un
certo punto ordinarono di non picchiarci più ci fu un ordine molto deciso
di non toccarci perché stava arrivando il ministro Castelli."Castelli "Io
sono convinto che nei pochi minuti che io ci ho messo ad avvertire che
stavo arrivando non potevano ripulire dal sangue e ho trovato delle
condizioni normali. Non escludo che siano stati così veloci a mettere tutto
a posto, non escludo nemmeno che possa esserci stato qualche episodio
singolo di qualcuno che ha perso la testa. Però io posso dire la situazione
che ho trovato." Intanto, riguardo alle responsabilità della morte di Carlo
Giuliani, in sede processuale è stata ritenuta valida la perizia secondo la
quale il proiettile, sparato verso l´alto, avrebbe colpito Carlo Giuliani
dopo essere stato deviato da un sasso. Il 5 maggio 2003, la Procura di
Genova ha archiviato il procedimento contro Mario Placanica stabilendo che
si è trattato di legittima difesa. (AGE)


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L'autoritarismo ha bisogno
di obbedienza,
la democrazia di
DISOBBEDIENZA


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