Re: [pace] Viva il calcio!



Mi dispiace, non sono d' accordo. Se passione ci deve essere, proviamo a metterci un po' di passione per salvare i milioni di bambini che muoiono per fame, per malattia, per guerra. E succede che ogni 3 secondi ne muore uno.

Ma se la squadra italiana stasera vincerà, che cosa ci guadagna l' Italia ? E che cosa ci ha spero in soldi ed energie vaeir.

Il calcio è ormai uno scandalo  fuori misura.

Ci si può appassionare ad altri sporti meno costosi e meno ispiratori di fanatismo, perchè di fanatismo ce n' è tanto nel fenomeno del calcio.

Franco


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To: <pace at peacelink.it>
Sent: Sunday, July 09, 2006 8:44 PM
Subject: Re: [pace] Viva il calcio!


On 9-07-2006 15:53, "Claudio Bazzocchi" <claudio.bazzocchi at poste.it> wrote:

Care e cari,

adesso mi sono proprio stufato. Scusate se ve la dico così brutalmente!
Mi sono stancato da quanto vado leggendo in questi giorni nelle varie
liste pacifiste e simili sul calcio.
Il calcio è uno sport ed è molto più di uno sport, è un grande fatto
culturale, che muove passioni, attaccamento alla propria terra e
contribuisce a creare legame sociale. Il calcio sta a buon diritto
nella storia sociale di un paese, tanto da poter dire che anche nel
calcio possiamo ravvisare i caratteri di un popolo. Chi a questo
proposito parla di guerra, di odio o di nazionalismo, non ha capito
proprio nulla. Le società e le culture hanno bisogno di simboli,
passioni, immagini, rappresentazioni e istituzioni per poter vivere,
per poter resistere alla sfida dell'incerta presenza, come la
chiamava Ernesto De Martino.

Io sono impaurito e spaventato di fronte a coloro che ci vorrebbero
essere trasparenti e indifferenziati in equilibrio con la natura.
Questi vogliono portarci di nuovo all'immanenza assoluta dei
totalitarismi! Quella è la violenza, la violenza
dell'indifferenziazione, di un'antropologia della penuria che non
vuole concedere agli esseri umani la passione dell'arte, del gioco,
dei consumi voluttuari, delle rappresentazioni, dei simboli...
Ciò che tiene insieme le società sono i racconti, le storie, gli
impegni, le promesse, la fiducia e persino l¹odio e il conflitto. «La
politica e l¹utilità funzionale - dice Caillé - sono dalla parte
degli ordini sistemici, il politico e il dono dalla parte delle
storie che gli uomini si raccontano». Noi esseri umani siamo liberi,
siamo storia di libertà solo se siamo in grado di raccontare storie.
Saranno allora quelle  parole, quelle azioni e quelle procedure
rituali da cui si attendono degli effetti benefici in tutte le sfere
e in tutti i momenti dell¹esistenza sociale.

Ebbene, il calcio è uno dei racconti che creano passione,
investimento affettivo sui propri simili e sul proprio territorio,
sulla propria patria (non mi vergogno di usare questa parola, io che
sono comunista italiano e gramsciano-togliattiano) e innescano così
il legame sociale. Il calcio può essere anche una metafora della
guerra, ma sappiate che il conflitto è costitutivo della nostra
presenza sulla terra, a fronte delle forze soverchianti della natura
(con la quale non siamo mai stati in equilibrio) e a causa del fatto
che siamo tutti noi contraddizione irrisolta - ma costitutiva della
libertà - fra brama di infinito e condizione mortale. La politica,
che del reale sociale è l¹unica sfera di riproduzione, è il campo in
cui giocare la contraddizione fra finito e infinito. E quei racconti,
quelle storie sono il risultato della partita per sopravvivere a
fronte di una contraddizione così opprimente. E sono risultato di
libertà, percorso di libertà, dal momento che la libertà si fonda su
una condizione esistenziale tragica che accetta la politica come
unico campo di riproduzione della vita sociale. Le storie e i
racconti, così diversi tra loro nello spazio e nel tempo, ci indicano
che stare e vivere in quella contraddizione tra desiderio di infinito
e condizione mortale ci fa essere capaci ogni volta del nuovo, il
radicalmente nuovo, senza bisogno di pensarlo come impossibile. La
grande tradizione politica occidentale nasce con l¹affermazione della
decisione e dell¹invenzione. E quella tradizione non dice che
l¹universo sociale si ordina per cause ed effetti, in un mondo in cui
le regole dell¹esistenza comune deriverebbero dalla natura delle
cose. Al contrario, quella tradizione è tradizione di libertà che si
pone in contrasto con l¹utilitarismo contrattualista per affermare
che gli esseri umani sono sempre in società, esseri sociali. La
democrazia diventa allora esaltazione del conflitto a partire da
quello tra finito e infinito. E sappiamo bene che proprio Machiavelli
ci ha insegnato che il conflitto è il sale della politica.

Vi ricordo inoltre che Pier Paolo Pasolini era un grande giocatore di
pallone e che Antonio Gramsci - che sapeva bene cosa fosse il legame
sociale e la creazione di soggettività (a differenza della tradizione
marxista precedente che considerava tutto sovrastruttura e si
affidava al determinismo economicista, così come fanno ora i "nuovi"
critici pauperisti della modernità) - era appassionato di calcio.

E allora, per favore, non rompeteci i c... e lasciateci in pace,
almeno oggi, a tifare per la nostra nazionale.

Claudio Bazzocchi



Il giorno 09/lug/06, alle ore 15:29, franco borghi ha scritto:

No, non mi riconosco in questa definizione. Preferisco considerare
la mia appartenza  per altri valori, non per una bischerata COME IL
CALCIO, CHE DIVENTA FANATISMO IN QUANTO PORTA AD ATTEGGIAMETI FUORI
DI OGNI RAZIONALITà

La mia appartenza l ' ho sentita il 26 giugno, con la vittoria dei
NO e  la salvezza della nostra Costituzione, la quale  sicuramente
porta vantaggi politici  e sociali, mentre il fanatismo calcistico
crea solo  dispersione di energie e di soldi e imbestialisce i tifosi.

Io stasera  non sarò tra i milioni di pecoroni che portano il loro
cervello all' ammasso, dietro ad un pallore  calciato da ragazzotti
muscolosi e basta.

E poi ci lamentiamo che tanti problemi sociali  non si risolvono ?
Se una minima parte dei soldi e delle energie e del tempo  sprecati
per il calcio, fosse impiegata per i disabili, per i carcerati, per
gli ammalti terminali, per chi non ha lavoro, ecc. ecc.  non
sarebbe meglio?

Franco

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Ma siamo pazzi? Attaccamento alla Terra, e perché no: il Sangue dei Padri
della Patria... E per questa follia nazionalista, quanti sono stati mandati
a farsi sbudellare? Meditate, per favore... Va bene il gioco -che
personalmente trovo noioso, ma va bene lo stesso- ma per favore, non
mescoliamoci altro. Per favore...


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