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la sconfitta del pacifismo
- Subject: la sconfitta del pacifismo
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Thu, 6 Jul 2006 15:27:09 +0200
UNA SCONFITTA PER LA SINISTRA E PER I PACIFISTI Sul Manifesto di domenica 2 luglio (ieri) compare una intervista a Giorgio Cremaschi della FIOM: ne riporto dei brani perche' ritengo molto interessante il giudizio sula mancanza di autonomia del movimento pacifista. Personalmente noto che anche molti nonviolenti ragionano in termini politicisti e bipolari. Per loro il mezzo degli equilibri politici istituzionali e' - gratta gratta - piu' importante del fine della pace. Sono pronti, pur di difenderli, a mettere da parte la "coscienza" e ad avallare, di fatto, una guerra. Questo esprime la loro dipendenza dalla vecchia politica e dai partiti. Il loro timore di disturbare il manovratore. Il machiavellismo, ahinoi, e' duro ad estinguersi. Abbiamo paura del bau-bau Silvio, per questa paura, accettando un presunto stato di necessita'. sacrifichiamo i nostri principi, e vorremmo convincere il popolo a difendersi senza le armi! Non abbiamo abbastanza fantasia per elaborare una strategia nonviolenta in politica, basata sull'omogeneita' mezzi-fini: non crediamo che scelte coerenti di pace favoriscano, alla lunga, ma anche nel breve termine, equilibri politici piu' avanzati. Ecco perche' fossimo deputati voteremmo i "crediti di guerra" accettando il ricatto di D'Alema e Parisi. Sono contro la pena di morte ma la maggioranza vuole che approvi la "grande mattanza": per dare un esempio, 100 esecuzioni di "criminali" dovranno tenersi allo stadio il mese prossimo. Che faccio? Limito il danno. Tratto sul numero delle esecuzioni ma accetto la morte pubblica come spettacolo. Il boia fa cadere le teste, ma io sono sotto il patibolo, assisto e gli pulisco la scure. Il boia e' migliore di me: lui perlomeno non ha rinunciato ai suoi principi... Giorgio Cremaschi: "Dobbiamo prendere atto che la sinistra radicale sull'Afghanistan non ha ottenuto nulla, che nel centrosinistra l'idea dell'interventismo democratico ha un'egemonia totale. E che il movimento pacifista ha perso la prima sfida di autonomia dal governo e per questo e' in profonda crisi... (Se ce ne andiamo dall'Iraq) è evidente che qualcosa e' cambiato: e' stata sconfitta la linea delle guerre unilaterali di Bush ed e' tornato in campo l'interventismo democratico... Con il decreto sull'Afghanistan si torna al concetto che una guerra in condizioni di maggior consenso internazionale si puo' fare. E a me pare che la posizione pacifista viene definitivamente cancellata". Angelo Mastrandea: "Comunque, le sinistre radicali hanno impedito che venissero inviati in Afghanistan i caccia AMX". Giorgio Cremaschi: Il punto e' che laggiu' la guerra continua e basta. E il fatto che l'Italia non mandi gli AMX non e' decisivo. Se non li inviamo noi lo faranno altri della colalizione, e SE NOI FINIAMO A FARE LA GUARDIA DEGLI AEROPORTI NON E' CHE LO SCENARIO BELLICO SI MODIFICA. La sostanza non cambia: l'Italia continua a partecipare attivamente a una missione NATO e alla ENDURING FREEDOM. Per cui diciamolo con chiarezza: abbiamo detto no all'Iraq e si' alla continuita' con il Kosovo (i bombardamnenti contro la ex Juogoslavia del 1999 - mia nota)". Angelo Mastrandea: "Dunque da' ragione ai 7 senatori dissidenti" Giorgio Cremaschi: "Mi chiedo: e' possibile un'altra posizione nella maggioranza? La risposta e' no, perche' non e' possibile nessun compromesso quando si dice, come ha fatto il ministro Parisi, o votate il decreto o cade il governo. Il ritiro dall'Iraq non era un compromesso ma un punto comune. Sull'Afghanistan assistiamo invece ad una chiusura totale. Angelo Mastrandea: Il PRC e una parte del movimento pacifista parlano di "riduzione del danno". Giorgio Cremaschi: "Quando c'era il centrodestra al governo, il movimento pacifista non ha avuto dubbi sull'Afghanistan. Se ci fossero stati, capirei le incertezze di oggi. Invece, ORA, DI FRONTE ALLA MINACCIA DI FARE CADERE PRODI, ACCETTA LA LOGICA DEL MENO PEGGIO. Cio' vuol dire che il problema non e' il merito della questione ma il governo. La verita' e' che sull'Afghanistan non si e' ottenuto nulla e il movimento non ha retto alla prima prova di autonomi rispetto al governo. Di questo bisogna discutere, e mi piacerebbe prima del voto. E' inutile usare slogan reciproci. Bisogna riconoscere che siamo di fronte ad una crisi vera".
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