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W il governo - no alla guerra
- Subject: W il governo - no alla guerra
- From: "alfonsonavarra at virgilio.it" <alfonsonavarra at virgilio.it>
- Date: Sun, 2 Jul 2006 21:35:34 +0200
Perche' mai il governo Prodi dovrebbe cadere su Kabul? Perche' mai dovremmo bollare come "sfascisti" gli otto senatori "obiettori" dell'Unione che hanno annunciato il loro NO a chi vorrebbe spacciare per "operazione di pace" il disastro provocato dall'ennesima guerra? Sganciarsi da ISAF ovviamente non e' robetta. Significherebbe affermare non una semplice "discontinuita'" ma una vera INVERSIONE DI ROTTA nella nostra politica internazionale. Ritirare le truppe dall'Afghanistan attesterebbe, in concreto, che: 1- l'Italia "diserta" dall'UNICA, PREVENTIVA e PERMANENTE "guerra" al terrorismo internazionale dichiarata, dopo l'11 settembre 2001, dall'America di Bush; 2- l'Italia non combatte "guerre" contro il terrorismo ma intende contrastarlo solo come "fenomeno criminale", con interventi di polizia internazionale (in senso proprio ed effettivo) e con il sostegno ai movimenti democratici di base, ovunque nel mondo: l'Italia "ripudia la guerra" e - di conseguenza - ripudia anche la guerra al terrorismo; 3- l'Italia, che con il governo Berlusconi si e' fatta trascinare nelle avventure belliche afghana ed iraqena, non si fara' in alcun modo trascinare nella nuova avventura bellica iraniana, che l'Amministrazione Bush sta fomentando; 4- il governo italiano intende rispettare la nostra Costituzione pacifista, fresca di recente conferma popolare con la vittoria del NO al referendum del 25-26 giugno; ed intende rispettare il suo stesso programma, che si pone come rappresentante della "vocazione pacifica" del popolo italiano; 5- il governo Prodi e' stato votato da un popolo che non intende essere coinvolto in nessuna impresa bellica: non sara' tanto stupido - il governo - da pensare di poter sopravvivere raggirando e disprezzando la volonta' popolare. Le bugie, comunque camuffate, hanno le gambe corte. Si potrà straparlare della missione in Afghanistan come di un "intervento umanitario": la verita' prima o poi verra' a galla, questo e' certo. Qual'e' la verita' sulla situazione dell'Afghanistan si incarica oggi di ricordarcelo Lucio Caracciolo, il direttore di "LIMES", nell'editoriale pubblicato in prima pagina su "Repubblica". "Gli americani hammo capito che l'Afghanistan non sara' una success story. L'obiettivo e' di impedire che il fallimento diventi totale e soprattutto visibile. Sul piano militare, occorre riportare a casa il maggior numero di soldati possibile. E caricare sulle forze NATO, guidate dai britannici, una parte crescente del fardello della campagna anti-taliban e della repressione delle insorgenze locali... La coalizione di "Enduring Freedom" (a guida americana - ndr) non riesce a sfondare. Sicche' la NATO dovrebbe installarsi in province tutt'altro che bonificate (nel Sud in luglio, all'Est in ottobre), anche perche' sono tra le piu' ricche di oppio (e di taliban). La differenza tra "Enduring Freedom" - la campagna antiterroristica di marca USA - e ISAF - la missione di stabilizzazione NATO con copertura ONU cui partecipiamo anche noi - rischia di evaporare"... A questo punto la domanda sorge spontanea: sta forse scritto da qualche parte nel programma dell'Unione che dobbiamo togliere le castagne dal fuoco agli americani buttandoci a capo fitto nel disastroso conflitto perseguito da Bush? Ammettiamolo. Sull'Afghanistan sono oggi in tanti a sbagliare, tutti quelli, incluso Zapatero, che non hanno il coraggio di richiamare la prepotente ed arrogante America a piu' miti consigli. In fondo a questo precipizio di connivenza e di vigliaccheria con la strategia di Bush c'e' la guerra contro l'Iran, che forse sara' combattuta anche con microatomiche, e quindi la deflagrazione dello "scontro di civilta'". Vogliamo l'israelizzazione del mondo, quando ognuno, entrando in un qualsiasi bar, dovra' chiedersi: sara' visitato oggi dal kamikaze islamico di turno? Se si', non abbiamo che da rispettare "impegni" internazionali sbagliati, chiamare pace le guerre, operazioni umanitarie i bombardamenti dei civili, seminare "giacimenti d'odio", spacciare per "esportazione della democrazia" le mire delle multinazionali petrolifere. Avanti tutta cosi' verso il precipizio! Il governo dovrebbe cadere per via delle "eretiche" posizioni di Bulgarelli, di Malabarba e degli altri senatori "obiettori"? Suvvia, conosciamo bene i nostri polli dell'Unione! La classe dirigente del centro-sinistra (comunque migliore di Berlusconi e soci) e' furba e scafatissima, addestrata da decenni di inciucismo: cultura del compromesso senza principi e della mediazione parolaia ed opportunistica. Per come ho imparato a vederla ragionare e muoversi, sono convinto che sapra' inventarsi l'escamotage piu' "ossimorico" pur di restare abbarbicata alle poltrone conquistate con fatica e a caro prezzo (nostri, non loro). Dal suo punto di vista, la posta in gioco e' quella di ridimensionare il peso politico della sinistra radicale: se quest'ultima trangugia il rospo "missioni di guerra", vuol dire che e' proprio disposta a far passare di tutto e di piu'... In ogni caso, visto che, per l'Unione, si tratta di venire incontro alle istanze dei "poteri forti" e non dei bisogni popolari, nel centro-destra stesso si troveranno subito i sostituti dei recalcitranti "antiamericani". La classe politica in blocco e' piu' di la' (con Montezemolo) che di qua (con Cipputi). Quanto a Fausto Bertinotti, quello che temo e' che ripeta la "sceneggiata" del 1998: sopporta, sopporta, trangugia, trangugia le travi, alla fine rompe con Prodi su una "stronzata" che la sua gente, il suo elettorato non puo', a ragione, capire. Osservandolo cosi' beatamente preso dal suo ruolo istituzionale, cui sacrifica la sostanza delle cose (vedi la spilletta alla parata militare), propendo per credere che e' proprio destinato a fare una fine paradossale: verra' ricordato con gratitudine nei salotti vespiani come colui che ha portato a conclusione la parabola del comunismo italiano.... Questo governo comunque teniamocelo ben stretto. Al momento, e' il peggiore di tutti ... tranne gli eventuali altri (a cominciare da quelli della Casa delle Liberta')! Ai nostri deputati "pacifisti", Menapace in testa, consiglierei - si parva licet - di soprassedere sui ricatti dalemiani: calma e gesso, sta bluffando! In questo poker perde la mano chi ha la maggiore preoccupazione per il proprio cadreghino... Alfonso navarra - cell. 349-5211837 (Ultima ora dal sito di Repubblica: a conferma di quanto scrivevo, ecco che sulle cose che contano per il potere "vero" sta arrivando il soccorso di Berlusconi a D'Alema...) ESTERI D'Alema a Mosca per una riunione dei ministri degli Esteri del G8 esprime "il più grande rispetto" per il 'no' di alcuni senatori D'Alema: "Sull'Afghanistan si gioca la credibilità della maggioranza" Berlusconi propone una mozione della Cdl per appoggiare la missione L'Udc: "Noi siamo d'accordo ma a quel punto si voti anche il decreto" Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema MOSCA - Continuano le fibrillazioni della maggioranza sul rifinanziamento della missione in Afghanistan, mentre Berlusconi parla di una mozione parlamentare della Cdl su cui potrebbero convergere i voti del centrosinistra. "E' in gioco la credibilità di una maggioranza politica che non può che contare su una maggioranza parlamentare anche nelle scelte di politica estera", ha detto Massimo D'Alema, in una conferenza stampa a Mosca, dove oggi ha partecipato alla riunione dei ministri degli Esteri del G8. Il Consiglio dei ministri domani approverà il decreto legge sul rifinanziamento delle missioni italiane all'estero, necessario per far fronte alle immediate esigenze di copertura finanziaria, e contemporaneamente esaminerà un disegno di legge sulla medesima materia che dovrebbe permettere, una volta convertito in legge dal Parlamento, di non dover tornare sull'argomento con la presentazione periodica di decreti ad hoc. Secondo D'Alema la maggioranza "deve essere in grado di sostenere la politica estera del governo" anche perché "non è pensabile" una maggioranza di governo che non ha la capacità di sostenere i provvedimenti di politica estera del governo". Verso i senatori della maggioranza che hanno annunciato un voto contrario, il ministro degli Esteri, ha espresso "il più grande rispetto" per posizioni che nascono da "ragioni di coscienza". Ma ha osservato che se queste posizioni dovessero venire portate "fino all'estremo" il governo al Senato "non avrebbe una maggioranza per sostenere un provvedimento importante ed equilibrato di politica estera". Per quanto riguarda, invece, la possibilità che parlamentari dell'opposizione, in particolare dell'Udc, votino con la maggioranza, D'Alema ha spiegato di considerarlo "normale" perché un parlamentare deve votare per i provvedimenti che ritiene giusti. "Ho votato sempre a favore delle missioni, salvo quella in Iraq, quando ero all'opposizione", ha detto D'Alema. "Il governo deve avere una maggioranza propria - ha ripetuto il titolare della Farnesina - dopo di che tutti i voti che sostengono scelte così delicate e impegnative come quelle contenute nel provvedimento che il Consiglio dei ministri approverà sono benvenuti". Insomma "un consenso parlamentare più ampio sarà un fatto certamente positivo. Non riuscirei a capire - ha concluso D'Alema - il voto contrario di chi condividesse i contenuti del provvedimento". E Berlusconi con una mossa a sorpresa rilancia e annuncia che "la Casa delle Libertà sarà unita nel proporre una mozione parlamentare che ribadisca la continuità del nostro impegno nell'ambito della missione Onu". Mozione sulla quale, dice l'ex premier, "ci aspettiamo che possano convergere i senatori e i deputati di maggioranza che in passato hanno sostenuto il diritto-dovere dell'Italia di essere presente, quando un intervento di pace si svolge sotto l'egida delle Nazioni Unite". Insomma il Cavaliere si prepara a dare battaglia: "Non permetteremo certo che i nostri soldati in Afghanistan vengano abbandonati a se stessi - dice - né che si determinino le condizioni per un altro vergognoso disimpegno come quello annunciato per l'Iraq". Ma l'Udc lo incalza. "Bene la mozione comune - ha detto Michele Vietti portavoce del partito - però penso che le altre forze del centrodestra, con lo stesso spirito, non avranno alcuna contrarietà a sostenere i nostri militari votando il decreto che presenterà il governo". (29 giugno 2006)
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