Sogni e globalizzazione



Sogni e globalizzazione

In un suo libro, il prof. Franco Frabboni identifica una “duplice globalizzazione”. 
“La prima ‘globalizzazione’ prende il nome di mondializzazione delle economie di mercato (tramite le quali le superpotenze industriali impongono forme nuove di monopolio colonialistico ai Paesi poveri); la seconda ‘globalizzazione’ porta il nome di mondializzazione dell’informazione e della comunicazione (tramite le quali le multinazionali mediatiche impongono – sull’onda di sofisticati e iterati linguaggi virtuali – il consumo ripetuto degli stessi prodotti e dei relativi modelli di vita sociale).
I media di massa, in particolare, stanno riducendo e impoverendo le cifre della ‘singolarità’ di cui è titolare il soggetto-persona, portando effetti devastanti nel mondo dell’educazione. Il solo capace di contrastare l’avvento di un soggetto-massa manipolabile e omologabile dai raffinati dispositivi di modellamento esistenziale di cui è in possesso la globalizzazione culturale di stampo massmediale ed elettronico... L’umanità del ventunesimo secolo ha il dovere di richiedere una formazione diffusa, ‘spalmata’ su tutte l’età generazionali dell’uomo e della donna: l’infanzia, l’adolescenza, la giovinezza, l’età adulta e l’età senile. Soltanto una formazione per tutto l’arco della vita (il lifelong learning) potrà mettere a disposizione del cittadino di questo secolo un balcone di osservazione in grado di porlo al riparo (immunizzandolo) dai meccanismi di uniformizzazione e di standardizzazione delle conoscenze che stanno stampando un’umanità utile, di serie, culturalmente clonabile.
Questo, ci sembra il nostro ‘urlo’ di Munch. Il pianeta è oggi attraversato da un’emergenza- formazione dal compasso planetario di cui occorre lucidamente prendere consapevolezza. Convinti come siamo che soltanto la formazione (l’educazione e l’istruzione) può farsi valere da sfida ‘vincente’ nei confronti dell’attuale processo di globalizzazione culturale. 
Se sarà avvertita in ogni contrada del pianeta, questa ‘emergenza’ esistenziale e culturale potrà fungere da dispositivo di difesa del soggetto-persona, portandolo per mano alla presa di coscienza che il massmedia e il personalmedia rischiano oggi di aprire la strada all’avvento – esistenzialmente devastante – del soggetto-massa. Alla comparsa di un uomo e una donna robotizzati, con gli occhi chiusi per sempre sugli incanti, sui sogni, sulle utopie”.        
“La domanda allora è un po’ questa. Con quali ‘bandiere’ di identificazione la formazione può scendere in campo e sfidare - da antagonista – la globalizzazione culturale, governata da multinazionali che massimizzano su scala mondiale i prodotti dell’informazione-comunicazione?
Risposta. Sono tre le bandiere da porre sul tetto di una casa della formazione dalle robuste architravi pedagogiche. La Persona; la Cultura; la Mente. ...”.
      
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Più terra terra. 
Chi scrive questa email - vivendo e leggendo qua e là - percepisce che hanno e abbiamo cacciato nel pattume i grandi sogni. Ne siamo pieni di piccoli.

23/6/6 – Leopoldo BRUNO

Materiale:
Franco FRABBONI, Didattica e apprendimento, Sellerio editore, 2006, pagg. 24-25