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Costituzione e referendum
- Subject: Costituzione e referendum
- From: "Angela Pampaloni" <angela.pampaloni at virgilio.it>
- Date: Fri, 23 Jun 2006 10:49:17 +0200
Vi giro un documento condiviso dal Punto pace Pax Christi di Firenze. ciao Angela La Costituzione del 1948: un progetto per il futuro ancora valido Il 25 e 26 giugno prossimi nel nostro paese si svolgerà il referendum costituzionale che ha lo scopo di confermare o respingere la riforma approvata nella scorsa legislatura dalla maggioranza di centrodestra. Essendo un referendum confermativo e non abrogativo, esso non ha quorum: il risultato sarà valido indipendentemente dal numero dei votati. Chi voterà SI approverà in blocco il testo redatto dall’ex-ministro leghista Calderoli e da altri “saggi” del centrodestra, chi sceglierà il NO lo rigetterà e vorrà continuare a vivere sotto l’egida della Costituzione del 1948, quella nata dall’antifascismo e dalla Resistenza. Nella sua scorsa assemblea nazionale di fine aprile (svoltasi a Bologna e a Montesole, la località teatro della strage nazifascista più nota come strage di Marzabotto), il Movimento Cattolico Internazionale per la Pace Pax Christi si è pronunciato nettamente contro la riforma ed ha invitato a votare NO. Negli ultimi giorni si sono intensificate le voci del mondo cattolico che dichiarano di respingere il testo: le Acli, l’Agesci, la FUCI, un cartello di riviste e giornali di ambiente missionario ma non solo. Anche l’Azione cattolica, pur non essendosi pronunciata nettamente per il NO (come invece ha fatto la presidenza diocesana di Milano), ha invitato a considerare con favore le posizioni di chi è contrario alla riforma. Non è la prima volta che nel nostro paese vengono introdotte delle modifiche al testo costituzionale, ma nelle precedenti occasioni esse hanno riguardato solo poche e ben circoscritte disposizioni. La riforma in questione, invece, riscrive ben 50 articoli e ridisegna tutta la parte riguardante il Governo, il Parlamento, il Presidente della Repubblica, la Corte Costituzionale, il rapporto fra Stato e Regioni. È stato detto che questo nuovo testo non tocca la prima parte della Costituzione, quella riguardante i principi generali, e che quindi porta solo un “ammodernamento”. Le modifiche approvate, invece, pur non riguardando direttamente la prima parte, vanno a colpire di fatto proprio quei principi generali, introducendo dei cambiamenti istituzionali destinati a stravolgere i valori fondamentali su cui si basa la nostra democrazia: la solidarietà e la coesione sociale fra le diverse regioni d’Italia, la centralità del Parlamento, la funzione di garanzia del Presidente della Repubblica, la imparzialità della Corte Costituzionale. La cosiddetta devolution, ad esempio, permetterebbe ad ogni Regione di legiferare autonomamente in materia di sanità e scuola, con evidenti rischi di frammentare a tal punto il sistema sanitario nazionale o scolastico da determinare enormi differenze fra regione e regione. Le modifiche riguardanti la figura del Capo del Governo, invece, assegnerebbero al Premier dei poteri pressoché assoluti, senza pari in nessuna altra costituzione del mondo, neppure in quella fortemente presidenziale degli USA. Secondo il progetto del centrodestra, infatti, il Primo Ministro non ha più bisogno della fiducia del Parlamento per insediarsi; anzi: di fatto è lui a detenere il potere di sciogliere le Camere, con un evidente stravolgimento dell’equilibrio fra il potere legislativo e quello esecutivo a favore di quest’ultimo. In questa nuova architettura istituzionale, inoltre, il Presidente della Repubblica avrebbe semplicemente la funzione di prendere atto delle decisioni del premier. La complessità della materia necessiterebbe di ben altro spazio, qui abbiamo sottolineato solo alcune delle motivazioni che ci spingono ad invitare ad andare a votare e votare NO. Non è certo sterile conservatorismo o paura del nuovo. Tutt’altro: crediamo che l’attuale Costituzione, se pienamente attuata in tutte le sue parti (l’uguaglianza sostanziale delle persone, la partecipazione democratica, il diritto al lavoro, la solidarietà sociale, il ripudio della guerra) porti in sé, oggi più che mai, delle potenzialità così grandi da poter essere vissuta dai cristiani come tavola di valori ricca di “profezia” e prefiguratrice di un mondo nuovo. Quello stesso mondo progettato da Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira e dagli altri padri costituenti che, all’indomani del sacrificio di sangue di tanti e tante, sognavano per l’Italia e il mondo intero una realtà di pace e giustizia. Pax Christi Firenze
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