Universita', censura e antisemitismo



Nei giorni 8 e 9 giugno all’università “L’Orientale” di Napoli ha avuto luogo un’iniziativa di riflessione su media e comunicazione organizzato da un gruppo di studenti che comprendeva anche un’istallazione e una mostra fotografica sull’occupazione israeliana della Palestina. Durante l’iniziativa c’e’ stato uno spiacevole tentativo di censura saggiamente respinto dalle autorita’ accademiche. Nei giorni successivi e’ iniziata una campagna sulla stampa nazionale con il chiaro intento di delegittimare e criminalizzare una piccola iniziativa culturale e i suoi promotori; gli animatori di questa campagna diffamatoria sono una curiosa “coalizione di volenterosi” che va da “Sinistra per Israele” all’ambasciatore israeliano in Italia passando per alcuni docenti di ebraico dell’Orientale, che sono arrivati a chiedere un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’universita’… Una mobilitazione “trasversale” e organizzata, che come in altri casi mira a tacciare di antisemitismo ogni tentativo di critica alle politiche d’Israele. Un altro segnale inquietante di come si stiano progressivamente restringendo, anche in Italia, la liberta’ di espressione e gli spazi di confronto che sono alla base della nostra democrazia.
Nathan Never


I dettagli li trovate di seguito nell’appello del collettivo “RadioAzioni” (www.radioazioni.tk) promotore dell’evento e un comunicato stampa dell’Associazione per la Pace di Napoli.

Per la storia completa potete consultare questo link:
http://www1.autistici.org/ababilonia/radioazioni/index.php?mod=read&id=1150324955


Appello del collettivo “RadioAzioni” alle realta’ democratiche italiane.

All’interno della due giorni, “Make your media, be your media”, promossa dal collettivo RadioAzioni, radio sperimentale in web, tenutasi i giorni 8 e 9 giugno è stato rappresentato un check point israeliano, all’ingresso di Palazzo Corigliano, per denunciare le violenze e le atrocità subite dal popolo palestinese. L’istallazione mostrava un militare, una bandiera insanguinata, materiale fotografico e video raccolti in Palestina durante le campagne di interposizione pacifica promosse dall’Assessorato alla Pace, allo sviluppo e alla cooperazione internazionale della Provincia di Napoli e dalle associazioni pacifiste campane. Quest’opera era un esplicito messaggio di presa di posizione contro le politiche antidemocratiche del governo israeliano, nonché la manifestazione del sincero rammarico per le innumerevoli vittime provocate dall’occupazione dell’esercito israeliano, senza distinzione di nazionalità. Oggi, questa violenza si chiama check point, apartheid generata dal muro, controllo delle risorse idriche, occupazione militare, espropriazione delle terre, e anche massacri di civili sulle spiagge. Tutto ciò era enucleato in quell’istallazione. Purtroppo, anziché valorizzare il contenuto di questi materiali e della due giorni e, nondimeno, gli spunti di riflessione che avremmo voluto suscitare, si è preferito strumentalizzarne il senso per affermare una campagna che accusa di antisemitismo chiunque si opponga alla violenza dello stato di Israele e del suo esercito. E’ assurdo negare il diritto al dissenso nei confronti delle politiche israeliane che alimentano l’incomprensione fra le popolazioni israeliane e palestinesi. Crediamo necessario portare avanti la denuncia contro gli attacchi sistematici dell’esercito israeliano contro la popolazione palestinese. Dovrebbe essere una responsabilità di tutta la comunità internazionale, prendere esplicita posizione a favore della pace e della opposizione alle logiche della sopraffazione tra i popoli. Da parte nostra, sono anni ormai che cooperiamo per la pace con organizzazioni pacifiste palestinesi ed israeliane. L’esperienza estremamente forte del pacifismo israeliano è sempre stata sottaciuta dai canali di informazione ufficiale. Centinaia sono, ad esempio, i militari israeliani rinchiusi nelle carceri a causa del loro rifiuto a partecipare alle operazioni di violenza ordinate dai governi israeliani contro la popolazione palestinese. Il movimento pacifista israeliano è una realtà importante da valorizzare, che dimostra l’inconsistenza delle accuse di antisemitismo sistematicamente gridate contro chiunque denunci la violenza dello Stato e dell’esercito israeliano. Sicuramente sarebbe più significativo evidenziare la partecipazione anche della figlia del primo ministro israeliano Olmert alle recenti manifestazioni dei pacifisti israeliani contro le aggressioni al popolo palestinese piuttosto che creare una polemica fittizia su una “bandiera insanguinata”. Noi ci impegneremo ancora nella diffusione di informazione libera e indipendente sulla questione israelo-palestinese con iniziative cittadine e, come sempre, nell’ottica del dialogo e del confronto tra i popoli. Invitiamo per tanto i diversi soggetti che quotidianamente s’impegnano per la pace a prendere posizione a riguardo.


COMUNICATO STAMPA

L'Associazione per la Pace esprime solidarietà all'iniziativa di RadioAzioni in corso all'Università "L'Orientale" in questi giorni. Le istallazioni proposte dagli studenti del "L'Orientale" non sono state offensive verso alcuna cultura, anzi veritiere rappresentazioni della realtà delle cose esistenti. La critica alla politica di un governo non risulta offensiva nei confronti della sua comunità civile e religiosa, bensì rappresenta un democratico diritto d'espressione tutelato dai principi sanciti nella Dichiarazione dei Diritti Umani e nella Costituzione Italiana, con
particolare riferimento all'art.21.
Inoltre intendiamo contrastare con forza e senso di legalità e giustizia internazionale la crescente tendenza a confondere la legittima critica ad un governo con un offesa ai suoi cittadini; ciò vale per Israele, per l'italia, per l' Iran, per gli Stati Uniti d'America come per qualunque altro governo di uno Stato che commette violazioni dei diritti umani, e a maggior ragione per quegli Stati che si definiscono "democratici".

Associazione per la Pace - Napoli