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Ritiro truppe. Primo serrato confronto tra i No War e i senatori di Rifondazione Comunista
- Subject: Ritiro truppe. Primo serrato confronto tra i No War e i senatori di Rifondazione Comunista
- From: "seca58" <seca58 at libero.it>
- Date: Wed, 21 Jun 2006 16:43:47 +0200
Ritiro truppe. Primo serrato confronto tra i No War e i senatori di Rifondazione Comunista (RCA) Roma. – Si sono “guardati negli occhi” e parlati “fuori dai denti” questa mattina alcuni esponenti del movimento No War e i Senatori del PRC nel primo degli incontri in cantiere tra il “Comitato per il ritiro dei militari italiani” ed i gruppi parlamentari della sinistra al Senato. La scelta dei No War non è casuale, al Senato infatti il margine di manovra sul decreto per rifinanziare le missioni militari italiane all’estero è assai più esiguo per il governo Prodi. Se i senatori della sinistra decidessero di non votare il decreto si aprirebbe un serio problema e le salmerie di soccorso offerte dall’UDC potrebbero rivelarsi una polpetta assai più avvelenata di quanto oggi appaia. Gli esponenti del Comitato per il ritiro dei militari italiani hanno sottolineato la mancata discontinuità del nuovo governo con quello precedente nelle scelte di politica estera. Sull’Iraq “si è allungata nei tempi una decisione condivisa come quella del ritiro” (per il Giappone non sembra essere così tormentata la medesima decisione) mentre sull’Afganistan “si continua a rinnovare la subalternità alla NATO” e a lasciar trapelare un possibile maggiore impegno militare dell’Italia in una regione dove tutti gli osservatori concordano nel definirla assai più rognosa di quella irachena. “Su questo – dicono i No War – occorre dire un no a tutto tondo e pretendere il ritiro delle truppe dai teatri di guerra” Il capogruppo al senato del PRC, Giovanni Russo Spena, conferma che per la sinistra si starà sulle spine, soprattutto se il governo porrà la fiducia sul mantenimento delle missioni militari ed ha annunciato un’assemblea di tutti i parlamentari pacifisti per discutere un documento sugli indirizzi di politica estera e militare dell’Italia. Diversamente Fosco Giannini (senatore dell’area dell’Ernesto) ha affermato che se il decreto resta così com’è non lo voterebbe neanche se il governo ponesse la fiducia. Elettra Deiana, parlamentare del PRC ha rilevato un divario gigantesco tra le posizioni dei partiti più vicini ai pacifisti e il resto dell’Unione, la quale dopo aver pagato il “debito dovuto” del ritiro dell’Iraq, non si sente più vincolata ad una discontinuità più marcata sul resto delle missioni e della politica estera. “Così si rischia di diventare ostaggi del governo altro che governo ostaggio della sinistra” hanno replicato i No War. Si continua dunque a discutere animatamente. Prossimo appuntamento venerdi 23 giugno per l’incontro con il gruppo Verdi/PdCI sempre al Senato mentre resta confermata la manifestazione No War di martedì 27 giugno a Palazzo Chigi (RCA). (
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