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La nostra esperienza al Social Forum Europeo
- Subject: La nostra esperienza al Social Forum Europeo
- From: culturambiente at clarence.com
- Date: Tue, 16 May 2006 09:02:56 +0200
Riportiamo in allegato l'intervista di Andrea Aufieri al presidente Roberto Paladini che ha partecipato al Social Forum di Atene. Attendiamo le vostre proposte, risposte, idee. Chi volesse informarsi meglio sul SFE puÚ visitare i seguenti indirizzi: www.athens.fse-esf.org sito ufficiale http://italia.attac.org ( sito italiano riportante il programma completo deii seminari e varie utili info, dichiarazione dell'assemblea dei movimenti del 4o FSE) Cordiali saluti, Associazione Culturambiente Lecce, v. Messere 27 73100 Lecce Se ricevi questa mail, ti sei iscritto alla mailing list dell'ass., alla newsletter del sito, conosci i soci o hai partecipato ad attivitý con la nostra associazione. Se non sei interessato a ricevere info e news dall'Associazione rispondi NO a questo messaggio; se vuoi comunicare errori o imperfezioni rispondi sempre a questo indirizzo. Cordiali saluti, il presidente Roberto Paladini il segretario Andrea Aufieri --------------------------------------------------------- L'esperienza di Roberto Paladini al Social Forum Europeo Il 4° Social forum europeo (SFE) che si è tenuto ad Atene dal 3 al 7 maggio scorsi ha registrato una buona partecipazione d0 movimenti, associazioni e cittadini. Roberto Paladini, presidente dell'Associazione CulturAmbiente Lecce, ha avuto la possibilità di rientrare nella delegazione provinciale che ha partecipato al forum. Di seguito alcune stimolanti impressioni e opinioni suscitate da tale esperienza. Quali sono stati i temi di questo social forum, sotto lo slogan "To change the world"? I temi sono stati quelli della lotta e della resistenza critica e sociale, con le vicende esemplari del popolo curdo e di quello palestinese. Si è trattato, inoltre, di femminismo e di precarietà, quindi in questo senso è importante la vicenda francese, e grande attenzione è stata posta all'ambiente, anche con la presenza di alcuni stand sull'agricoltura biologica. Chi aderisce al SFE chiede un modello di sviluppo alternativo alla sempre più ingorda neoglobalizzazione liberista occidentale, propone un'economia diversa e più attenta all'uomo che al profitto, sul modello del mercato equo e solidale. Sono proposte concrete e attuabili o si può parlare di festival dell'utopia? Devo premettere che il materiale distribuito era per lo più in greco e che la lingua e la simultaneità dei forum si sono rivelati dei grossi problemi. La sensazione che ho avuto è che si trattasse di "laboratori di utopie", non tanto per gli obiettivi che il SFE si prepone, quanto per come li persegue, trattandosi di movimenti e di partiti disaggregati, che spesso ignorano l'uno l'esistenza dell'altro. Il SFE è preparato da numerosi seminari e assemblee mondiali, ma il risultato è quello di apparire come un network superficiale e poco incisivo? Allora il problema deve essere della rete (ma si può parlare di rete?) e dell'informazione locale, perché molti della mia delegazione erano poco informati e poco coesi, io stesso non ho captato molte notizie prima di arrivare ad Atene: diciamo che lì abbiamo appreso molto, ma se la finalità era quella di dire la nostra e fare proposte, non c'erano le basi, sia per la mancata informazione propedeutica, sia per l'impossibilità del confronto con i fautori del modello che il SFE osteggia. A questo va aggiunta la totale chiusura nella propria ideologia di molti partecipanti, che criticavano aspramente persino la straordinaria e fortemente simbolica presenza di Pax Christi. Non mi pare che questo atteggiamento possa essere quello di chi si propone di cambiare e di costruire, ma se questo è il sentimento generale, credo che il SFE rischi un fallimento totale. Eppure il SFE si presenta come un movimento assolutamente apartitico formato dai membri della società civile che decidono di aderirvi, ma se è indubbio che la forma di capitalismo contestata è sostenuta da certe fazioni politiche, come non riconoscere l'assenza di dialogo? Neanche le entità pubbliche invitate hanno dato segnali in questo senso? Anzitutto bisogna vedere fino a quale margine il dialogo può essere spinto, poi ribadisco che l'atteggiamento di chiusura non deve essere tenuto da chi crede nel cambiamento, il mezzo non è coerente con il fine. Per quanto riguarda le personalità pubbliche, a parte Fausto Bertinotti, che non è venuto per i sopraggiunti, e felici, impegni istituzionali, mi hanno informato della partecipazione di molti quadri associativi e sindacali. Questa è una mia pecca, ma non conoscevo questi ultimi e non so se nei forum paralleli vi era qualche identità istituzionale di spicco. Ancora il problema dell'informazione carente e, forse, della volontà di qualcuno di non riconoscere il SFE come avente diritto di parola: ignoranza di metodi democratici o "mala informazione"? Perché qui in Italia si è parlato del SFE solo per colpa di qualcuno che all'appuntamento non è mancato, ovvero i black block. Qual'è la tua percezione di tale fenomeno? I black block non definiscono i no global, entrambi non definiscono la composizione del forum, tant'è che ad Atene era stato organizzato un contro Social forum, e questo qualcosa vuol dire: duecento persone violente non fanno altro che screditare qualsiasi proposta o richiesta di dialogo del forum, questa è ormai la regola che i grandi media contribuiscono ad alimentare. A parte questo, vorrei porre l'accento sul comportamento delle forze dell'ordine ateniesi, che è riuscita a mantenere la calma senza usare violenza indiscriminata, e ha permesso che il corteo continuasse. Sono contento che i manifestanti abbiano fischiato e cacciato via dal suo interno i black block. Partecipare al forum, in definitiva, ti ha reso più positivo o ti ha scoraggiato in quelli che sono i tuoi ideali? Ciò che ho detto finora sembra del tutto negativo, ma devo dare atto della passione di molti che ci credono e si sono impegnati per la riuscita del forum. Per me è stata una grande esperienza, un po' sono stato demotivato dai suddetti atteggiamenti di chiusura, ma l'ipotesi di fare rete tra le associazioni a livello locale prima, nazionale e internazionale poi, credo sia una prospettiva da tentare in modo più incisivo. In ultimo lo spazio per un pensiero libero. Spero che i grandi movimenti e le iniziative non gettino fumo negli occhi, ma stimolino le persone nel quotidiano, nel volere davvero uno stile di vita economicamente alternativo, di dialogo, di apertura, andando oltre quei temi cari alle proteste degli anni Settanta, sempre "di moda", cui molti fanno riferimento senza riconoscere l'entusiasmo e la freschezza attuali.
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