Salve in lista!
Che ne dite piuttosto di
Giovanni Sartori? Mio figlio ha realizzato il sito del "Comitato spontaneo" che
ne sta promuovendo la candidatura:
Nel giro di una settimana
appena, sono state raccolte già oltre 400 firme, tra cui quelle dei giornalisti
Roberto Beccantini (La Stampa) e Curzio Maltese (La Repubblica), di numerosi
docenti universitari tra cui il prof. Umberto Gori, Direttore del Dipartimento
di Scienze Politiche dell'Università di Firenze.
Ciao,
Mette
----- Original Message -----
Sent: Thursday, May 04, 2006 10:49
AM
Subject: Re: POESIA E POLITICA
Paolo,
Non limitiamoci al nome di Lidia, grandissima
Donna, ma proponiamo anche altri personaggi che sappiano difendere la
Costituzione, quindi nè Letta nè D' Alema.
Che ne dite di Tina Anselmi., Sandra
Bonsanti (Libertà e Giustizia), Zagrebelski, Scoppola, Monti,
Finocchiaro, Castagnetti, Rodotà, ecc. ecc. ??
Ciò
al fine di togliere al centro sinistra ogni scusa o alibi.
Ma D' Alema proprio NO, per favore! Sarebbe una
vera disgrazia istituzionale.
Franco
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----- Original Message -----
Sent: Thursday, May 04, 2006 8:40
AM
Subject: POESIA E POLITICA
Sono lieto di inviare un accorato, intenso, intelligente
invito di Ettore Masina, rivolto a donne e uomini di "buona volontà",
affinchè Lidia Menapace venga eletta Presidente della
Repubblica.
Una proposta già comparsa in peacelink, ma
che nel testo di Masina trova nuove, alte motivazioni.
Perchè
non attivarci nei modi suggeriti nella lettera di Masina?
Un
cordiale saluto.
Paolo Zuliani
/bigger>/bigger>/fontfamily>Poesia
e politica /bigger>/bigger>/bigger>/bigger>/fontfamily>/center> “Ci
piacerebbe un presidente della Repubblica che avesse fatto la
Resistenza. “Un presidente della Repubblica che avesse fatto la scelta
della nonviolenza. “Un presidente della Repubblica femminista. “Una
presidente della Repubblica. “Lidia Menapace” /bigger>/fontfamily>A
questo modo il mio amico Peppe Sini, infaticabile animatore del Centro
viterbese di ricerca per la pace (per contatti <nbawac at tin.it/color> ) ha
scatenato una campagna elettorale che, del tutto trascurata dai giornali
poiché non emana dagli uffici stampa dei partiti né dalle loro anticamere,
batte invece un gioioso tam tam nelle regioni della rete informatica. Lidia
Menapace, infatti, non è nota alla grande stampa che segue soltanto i
Chiacchierati e i Chiacchieroni della politica e della cultura, ma è
notissima fra i gruppi di base di un’Italia da lei incessantemente percorsa
a disposizione degli uomini e delle donne di buona volontà interessati a
discutere del nostro tempo e dei doveri che ne conseguono. Lidia ha
ottantadue anni e un sorriso da ragazza. Ha partecipato alla Resistenza , è
stata docente universitaria, una dei fondatori e fondatrici del “manifesto”,
è cattolica conciliare, animatrice della cultura delle donne italiane,
testimone della nonviolenza in cammino. Nelle scorse elezioni è stata eletta
senatrice, in Abruzzo, ma già da tempo in molti chiedevamo che Ciampi la
nominasse senatrice a vita. Penso che la proposta di Peppe e di tanti
altri, ai quali pienamente mi associo, sia una straordinaria irruzione della
poesia nei tetri ambienti della politica italiana, in cui il
mercanteggiamento levantino dei voti e delle cariche sente di muffe
velenose. Che qualche cittadino si levi per inceppare con un nome la
girandola dei cosiddetti “professionisti” e dei mediocri che essi vanno
cooptando, mi pare nuovo e bellissimo. Che ciò si verifichi mentre si cerca
di riproporre nomi usurati da lunghi poteri malamente impiegati, senza
minimamente pesare l’autorevolezza morale dei candidati, la loro
testimonianza di vita, la loro fedeltà alla Costituzione repubblicana, lo
spirito di servizio, che dovrebbero essere i requisiti fondamentali di un
capo di Stato, mi sembra ancora più gioiosamente opportuno. E Lidia Menapace
possiede tutte queste qualità. Naturalmente Lidia Menapace non sarà mai
presidente della Repubblica italiana. Non è questione di età, come non è per
la sua età che non sarà candidata a quell’ufficio un’altra donna di grandi
meriti e di limpida testimonianza di vita come Maria Eletta Martini. Non
viene forse discusso seriamente il rinnovo della presidenza Ciampi? La vera
questione è che gli addetti ai lavori cercano in ben altro ambiente. Forse
che si parla di eleggere personaggi più giovani, di grande levatura morale e
costituzionale come, tanto per fare un altro nome, Stefano
Rodotà? Tuttavia la proposta di Peppe Sini e dei suoi amici (la
nostra proposta) non va lasciata cadere anche se appare priva di ogni
realistica possibilità di successo. /bigger>/fontfamily>È/bigger>/fontfamily>
evidente, a me pare, che per un’ubricatura di realismo i nostri politici
hanno perso il gusto della poesia – o dell’utopia, se preferiamo chiamarla
così, del porre segni significanti, simboli, come dice la parola, unificanti
/bigger>/fontfamily>Si tratta di /bigger>/fontfamily>un
errore di effetti devastanti perché una politica che non sia modellata dai
grandi ideali – le utopie, appunto – non ha vele per navigare né terra per
coltivare. Se invece settanta parlamentari (basterebbero, e come!)
votassero, almeno nel primo scrutinio, il nome di Lidia Menapace, i
mass-media sarebbero costretti ad accorgersi che esiste un’Italia, a loro
quasi (volutamente) sconosciuta, di galantuomini e di oneste donne,
un’Italia di cultura viva e operante, che non si arrende all’esiguità dei
propri mezzi, che vota ma non si sente fortemente rappresentata dai partiti
e li considera, tutti, in questo momento, strumenti obsoleti, poteri
gerontologici, tali non per ragioni anagrafiche ma per carenze respiratorie.
Se cinquanta parlamentari (basterebbero) facessero il nome di Lidia, molta
gente sarebbe spinta a scoprire che esistono, quasi del tutto invisibili
sotto la rete burocratica dei partiti e la condanna al silenzio stampa,
legami trasversali ed efficaci che, potenziati, potrebbero ringiovanire e
riqualificare la politica italiana: un gruppo politico informale –
irregolare, mi piacerebbe definirlo – che vive testardamente alcuni valori
etici: la pace, la giustizia internazionale, la nonviolenza non come
“buonismo” ma come progettualità politica; la maggiore presenza delle donne
nelle sedi decisionali dello Stato non come bonario paternage
maschile ma come assoluta necessità di ampliamento di orizzonti e di prassi;
una difesa della Costituzione non soltanto come carta fondamentale dello
Stato ma come descrizione di un’etica laica con cui raggiungere una maggiore
pienezza democratica e sbarrare la strada ai fascismi sempre risorgenti in
forma più o meno occulta. Da utente ma anche da professionista della
comunicazione, vorrei garantire alle mie amiche e ai miei amici più
desolantemente o furiosamente delusi dalla situazione in cui viviamo, ce il
problema della visibilità politica è ormai tutt’altro che secondario. In un
paese in cui il 90 per 100 delle persone riceve la sua unica informazione (e
formazione) politica dalla televisione è di drammatica importanza creare
eventi di cui i mass-media debbano interessarsi. La candidatura Menapace
avrebbe questa caratteristica. Come ottenerla? Penso che innanzi tutto
dovremmo, oggi stesso perché la scadenza dei termini è vicinissima, parlarne
ai nostri amici e alle persone con le quali abbiamo qualche non effimero
incontro: e pi scriverne subito garbatamente a senatori, deputati e
rappresentansi di regione per i quali abbiamo stima o rispetto. Facilissimo
è trovare l’indirizzo telematico dei parlamentari: basta cercarlo nei siti /bigger>/fontfamily>/bigger>www.camera.it
e www.senato.it/color>. Quanto agli
indirizzi di posta elettronica dei consiglieri regionali si trovano
agevolmente nei siti dei relativi Consigli Regionali. Vi chiedo scusa
per la brevità e perentorietà di questa LETTERA ma mi pare necessario che
essa parta subito. Buon lavoro e tanti cari saluti dal vostro
Ettore Masina
/bigger>/fontfamily>/flushboth>
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