[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Re: leadership nonviolenta
- Subject: Re: leadership nonviolenta
- From: "Sandro Martis" <sandro.martis at tin.it>
- Date: Wed, 3 May 2006 09:33:23 +0200
----- Original Message -----
From: <alfonsonavarra at virgilio.it>
Caro sandro, grazie per la risposta, piena di spunti interessanti su cui mi prendo il tempo adeguato di riletterci su con la dovuta attenzione. Non sarei schiavo delle parole e accetterei compromessi positivi con la realta', che e' sempre piu' complessa dei nostri schemi: ogni concetto preso in modo assoluto - credo - diventa la caricatura di se' stesso. Gandhi era un leader oppure no? Ti pongo la domanda perche', dal punto di vista nonviolento, credo che non si debba eludere il problema della leadership ma pensare e sperimentare delle risposte diverse rispetto al modello burocratico di organizzazione (ricavato dal modello militarista): autorevolezza, non autorita', rotazione, controlli democratici, metodo del consenso e del dissenso, gruppi di affinita'... Ovviamente posso sbagliarmi... Discutiamone Ciao,
Alfonso Navarra
La parola "leader" non mi piace, ma forse è solo una questione di termini.A Cagliari lavoro da una decina d'anni in un gruppo che non si è mai dato alcuna struttura e, in mezzo agli sfasci, alle liti, ai protagonismi che vedo in altri gruppi, il nostro ha sempre funzionato in grande e bella armonia.
Certo, siamo una decina e non migliaia. Certo, partiamo da una sostanziale condivisione di mezzi e di fini.E anche nel nostro gruppo, come ovunque, si realizzano "dinamiche di potere". Che però definirei "naturali" se vengono, come vengono, dal fatto che alcun* danno un apporto, in termini pratici o teorici, che li pone "naturalmente" in maggiore "evidenza". Allo stesso modo, ritengo che Gandhi, e altri, siano stati delle "guide" naturali, e che personalità come Zanotelli, per idee, principi o vissuto, siano "naturalmente" nostre guide, senza bisogno di investiture. Però parliamone. Perché potrei sbagliarmi: l'esperienza della Rete Lilliput, che dell'assenza di "leaderismi" ha fatto ragione di vita, potrebbe faticare a emergere proprio per questo motivo.
Ciao Sandro
- Prev by Date: Ingenui o soci?
- Next by Date: Re: VOGLIAMO FARE DEL BENE A TUTTI?
- Previous by thread: "A CENA CON I TERRORISTI" di Phil Rees alla Fiera del libro di Torino
- Next by thread: I: Sudafrica: lezioni di democrazia.
- Indice: