A GENOVA C'ERAVAMO TUTTI...



Lettera aperta a don Vitaliano

Caro don Vitaliano,

ho letto sul Manifesto che non andrai a votare perché l?Unione balbetta, non parla chiaramente di amnistia ai detenuti, di ritiro immediato delle truppe dall?Iraq, e così via. E? vero: il programma sottoscritto da tutti i partiti del centrosinistra non risponde a tutte le nostre richieste e aspettative, bisognerà lottare ancora molto per migliorarlo e, soprattutto, realizzarlo. Ma quale sarà il risultato se saranno in molti e in molte a seguire il tuo esempio? Riusciremo a liberare dalla galera o dalla disperazione una sola vita in più? O piuttosto - tanto per fare un esempio - quanti dei ragazzi che conosciamo vedremo ancora finire dietro alle sbarre, grazie alla sciagurata legge sulle droghe? Pensi davvero che la nostra intransigenza, la nostra purezza di pensiero siano più importanti della loro sofferenza? Ti preoccupi giustamente del futuro del movimento ma sembra che dimentichi proprio la lezione di Genova 2001, quella politica delle alleanze non fine a se stessa ma agli obiettivi che si intendono raggiungere; e dopo averne riconosciuto la legittimità ai movimenti, la neghi a Rifondazione. Ti voglio bene, Vitaliano, e so che la tua è una scelta sofferta; so che non occorre ricordarti che nell?altro mondo possibile c?è la nostra radicalità unita al rispetto e all?accettazione delle diverse realtà. Vorrei chiederti di pensarci ancora un po?. Anche Carlo era deluso dalla politica della sinistra e aveva disertato un paio di elezioni amministrative; ma l?ultima no, l?ultima volta era venuto a votare per dare il suo contributo, per cercare di impedire alle destre di fare quello che poi abbiamo visto. Noi non possiamo assumerci la responsabilità di permettere altri anni di un simile, o addirittura peggiore, malgoverno. Ti abbraccio. Haidi